Perchè leggere questo articolo? “Per 19 miliardi di euro riconsegniamo il cuore delle telecomunicazioni ad un fondo americano, peraltro guidato dall’ex direttore della CIA”. Così Marco Rizzo commenta con true-news.it la notizia della vendita della rete Tim al fondo statunitense KKR, presieduto dal generale David Petraus, già 23esimo direttore dell’Intelligence a stelle e strisce. ” tutte le nostre telefonate sono in mano ad uno Stato straniero. Per un governo cosiddetto sovranista, mi sembra una cosa incredibile. Ma questo è sovranismo di cartone”. L’intervista.
Tim è a stelle e strisce. La Telco italiana ha ceduto la propria rete al fondo statunitense Kkr dopo due anni e mezzo di trattative. Il progetto dell’ad Pietro Labriola è stato disegnato insieme a Kkr e supervisionato dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. «Tim resterà la Telco di riferimento in Italia – dichiara Labriola –, rimanendo l’operatore più infrastrutturato e offrendo servizi innovativi. Non è solo un traguardo, ma un nuovo punto di partenza».
Ma per Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana Popolare, l’operazione è da giudicare in modo decisamente negativo: “Tim è un vero asset strategico di una nazione. Per 19 miliardi di euro riconsegniamo il cuore delle telecomunicazioni ad un fondo americano, peraltro guidato dall’ex direttore della CIA. Da adesso in poi tutte le nostre telefonate sono in mano ad uno Stato straniero”.
Rizzo, Tim è in mano al fondo statunitense Kkr. Cosa ne pensa?
È un vero asset strategico di una nazione. Per 19 miliardi di euro riconsegniamo il cuore delle telecomunicazioni ad un fondo americano, peraltro guidato dall’ex direttore della CIA. Da adesso in poi tutte le nostre telefonate sono in mano ad uno Stato straniero. Lo stesso stato che nel nostro Paese detiene un centinaio di bombe atomiche di cui noi siamo privi del comando. Insomma, per un governo cosiddetto sovranista, mi sembra una cosa incredibile. Questo è sovranismo di cartone. Ogni anno noi diamo 24,4 miliardi di euro alla NATO. Ripeto, è un asset strategico. Uno Stato che vuole esistere ha degli asset strategici, e le telecomunicazioni al giorno d’oggi sono l’aspetto più importante.
E a livello fiscale?
Penso che comunque l’elemento fondamentale rimanga la sovranità strategica. Il tema delle multinazionali che vengono nel nostro Paese, prendono i marchi migliori, i finanziamenti dallo Stato, poi licenziano, delocalizzano, e se ne vanno, è un must italiano. E questo vale sia per il governo di destra, sia per quello di sinistra: se la Schlein fosse stata premier avrebbe fatto la stessa cosa. Due facce della stessa medaglia.
Il ministro Giorgetti ha dichiarato che questo «è il primo pezzo di un puzzle della soluzione degli storici problemi di questo paese e un passaggio chiave per riassetto del sistema telecomunicazioni italiano».
Certo, lo regalano all’estero. Mi sembra una furbata. Giorgetti ha proprio capito tutto, ma probabilmente è un uomo loro, quindi non mi stupisce.
L’operazione Tim-KKR nei dettagli
Tim ha trasferito a FiberCop, società controllata al 58% da Tim stessa, un ramo d’azienda che include l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, ovvero la fornitura di servizi di rete ad altri operatori di telecomunicazioni. Dopo il conferimento, Optics BidCo, società controllata dal fondo di investimento Kkr, ha acquisito l’intero capitale di FiberCop. Gli asset ceduti da Tim sono stati valorizzati fino a un massimo di 22 miliardi di euro, il che permetterebbe al gruppo telefonico una riduzione dell’indebitamento finanziario effettiva di 13,8 miliardi di euro. Inoltre, è risaputo che il ministero dell’economia e delle finanze, attraverso Cassa depositi e prestiti, è azionista di Tim e possiede il 9,8% del capitale.