Perchè leggere questo articolo? L’estate 2024 è già un salasso. Con strutture ricettive e voli che registrano rincari del 20%. Nessuna bella notizia in vista per i viaggiatori europei dunque, che si ritroveranno a dover fare i conti con biglietti aerei sempre più cari. Ma questa volta la colpa non è da imputare solamente alle compagnie aeree. C’entrano anche – e soprattutto – i supplementi ambientali imposti dall’Unione Europea.
Nonostante la persistente instabilità meteorologica, con la cosiddetta “goccia blu” che continua a bagnare lo Stivale, l’estate italiana è ufficialmente iniziata. E si prospetta essere una delle più care degli ultimi anni. Nel 2024 le vacanze in Italia subiranno un aumento significativo dei costi. Secondo i calcoli dell’associazione dei consumatori, i listini di hotel e strutture ricettive hanno registrato incrementi compresi tra il 15% e il 25%. I biglietti aerei nazionali hanno subito un rincaro del 24,4% in un solo mese, mentre i prezzi dei voli internazionali sono aumentati del 7,3%.
E il futuro all’orizzonte non si prospetta migliore per i viaggiatori. Dal 2025, infatti, volare nel nostro Paese e nel resto dell’Europa diventerà sempre più salato. L’Unione Europea ha deciso di imporre un supplemento sui biglietti aerei per coprire i costi ambientali. Chi volerà all’interno dell’UE dovrà fare i conti con un rincaro che va da 1 a 72 euro, a seconda della rotta e della classe del biglietto. La strada verso un’aviazione più sostenibile sembra lastricata di rincari per i viaggiatori. Con l’introduzione di queste nuove tasse e regolamenti, volare nei cieli europei diventerà un lusso sempre più costoso.
Caro voli: la stangata verde sui cieli europei
Per raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050, l’Unione Europea ha varato la cosiddetta “tassa green” o “tassa ambientale”. La normativa mira a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel settore dell’aviazione, prevedendone una prima riduzione del 55% entro il 2030. Ma i viaggiatori dovranno presto fare i conti con biglietti aerei dai prezzi più elevati. Gli aumenti tariffari, variabili da 1 a 72 euro, serviranno a coprire parte dei costi necessari per l’adeguamento tecnologico, come l’acquisto di velivoli più moderni, motori più efficienti e combustibili sostenibili.
Gli analisti di Bernstein prevedono che nel 2030 un volo da Amburgo a Bangkok potrebbe costare dai 40 ai 59 euro in più se si transita per uno scalo Ue, rispetto ai soli 12 euro in più per uno scalo in Medio Oriente. E il divario è destinato ad aumentare ulteriormente entro il 2035, con rincari che potrebbero arrivare fino a 120 euro. Il Gruppo Lufthansa, che include Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Air Dolomiti ed Eurowings, è il primo a introdurre questo sovrapprezzo. E presto anche Air France-KLM e British Airways-Iberia seguiranno a ruota.
Il Piano ReFuelEU: cieli più puliti ma portafogli meno pieni
Per decarbonizzare il settore del trasporto aereo, la Commissione Europea ha introdotto il nuovo regolamento “ReFuelEU Aviation“. L’obiettivo principale dell’iniziativa, in quanto parte fondamentale del pacchetto Fit for 55 per ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 del 55% rispetto ai livelli del 1990, è quello di aumentare sia la domanda che l’offerta di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF). Garantendo al tempo stesso condizioni di parità in tutto il mercato del trasporto aereo dell’UE.
Il pacchetto ReFuelEu stabilisce infatti che dal 2025 tutti i voli in partenza da un aeroporto dell’Unione europea saranno obbligati a utilizzare almeno il 2% di carburante sostenibile, nonché carburanti sintetici (e-kerosene). Tuttavia, la disponibilità limitata e i costi elevati di questi carburanti, da tre a sei volte superiori rispetto a quelli fossili, fanno prevedere ulteriori rincari per il settore. Che inevitabilmente si riverseranno sui passeggeri.
La nuova tassa sul cherosene: un altro colpo ai danni dei viaggiatori
In linea con le direttive del Green Deal, Bruxelles sta anche considerando di introdurre una tassa sul cherosene. Un’imposta che, secondo Eurocontrol, potrebbe comportare costi aggiuntivi per le compagnie aeree pari a 29 miliardi di euro entro il 2030. Inoltre, dal 2026 le compagnie aeree dovranno acquistare tutte le loro quote di CO2 sul mercato, eliminando le quote gratuite finora concesse. Un cambio di rotta che potrebbe aggiungere ulteriori miliardi di costi al mondo dell’aviazione. Un peso che ricadrà sui viaggiatori, rendendo i voli ancora più costosi.