Home Politics Calcio e politica: “Mbappé? Ha influenzato solo le banlieue”

Calcio e politica: “Mbappé? Ha influenzato solo le banlieue”

Mbappé Francia, elezioni e star. Il sondaggista: "Gli sportivi portano voti, i vip no"

Perché leggere questo articolo? Valerio Moggia analizza il legame tra calcio e politica all’indomani del voto in Francia su cui è intervenuto il calciatore Kylian Mbappé.

Le elezioni francesi si sono concluse con una sorprendente vittoria del Nuovo Fronte Popolare. Tra i “dissidenti” contro Le Pen anche Kylian Mbappé. Il campione da poco passato al Real Madrid e capitano della nazionale francese ha dichiarato prima del voto: “Non lasciamo il Paese nelle mani di questa gente“. Così come lui, anche altri compagni di nazionale, Marcus Thuram, Ousmane Dembélé e Jules Koundé si sono fatti sentire. Nel frattempo, una docente di legge ha lanciato tra i donatori democratici l’idea di porre Michelle Obama, Oprah Winfrey e Taylor Swift come giudici per valutare un’ipotetica sostituzione lampo dell’attuale presidente Joe Biden. Tra popstar, fenomeni del calcio, e conduttrici vip, quanto queste persone possono realmente influenzare un tema delicato come quello della politica? Ne abbiamo parlato col giornalista sportivo Valerio Moggia.

Moggia, le posizioni anti Le Pen di Mbappé possono aver influenzato gli elettori?

I calciatori come Mbappé, un giocatore giovane, famoso da quando aveva 17 anni, proveniente da una famiglia di migranti della periferia di Parigi, Bondy, dove tra l’altro ha vinto il Nuovo Fronte Popolare, possono avere un effetto su persone più o meno di quel contesto sociale. Si tratta quindi di giovani o giovanissimi figli di immigrati che di solito seguono i calciatori, e provenienti dalle periferie di una grande città. Questo tipo di personaggio può essere influenzato da Mbappé, ma anche da Thuram o da altri giocatori come Koundé e Dembélé. Va detto però che questo identikit del possibile elettore dai calciatori sembra essere un tipo di persona che già voterebbe a sinistra o comunque contro il Rassemblement National.

Quale?

Se guardiamo quelle periferie delle grandi città dove ci sono figli di immigrati, di solito vediamo che vince la sinistra oppure Ensemble, il partito di Macron, quindi è difficile dire che abbia influenzato in questo senso. Penso che alcune persone già aventi un’idea precisa di cosa avrebbero votato, si sono sentite ancora più incentivate a farlo nel momento in cui questi calciatori famosi hanno spinto la popolazione a contrastare RN. Comunque io direi che hanno avuto sicuramente un’influenza sul voto. Ma limitata.

Chi è stato influenzato quindi dall’uscita di Mbappé?

Se andiamo a verificare, è vero che il Nuovo Fronte popolare è il primo partito tra i giovani francesi, specialmente nella fascia 18-24. Però nella fascia successiva, 25-35, Rassemblement National si avvicina molto alla sinistra. Ed è comunque il secondo partito tra i giovani in generale, nella fascia 18-35. Insomma, influiscono sui giovani, ma fino a un certo punto, e comunque nelle periferie delle grandi città. All’esterno, quindi nelle province e nei piccoli centri, come si vede ormai in tutte le elezioni, l’estrema destra vince.

Quindi più che di orientamento si potrebbe parlare di un aumento dell’affluenza?

Per l’affluenza o per consolidare certezze che già esistevano. Se fossi un elettore insicuro, nel momento in cui temo che l’estrema destra possa stravincere, potrei essere deluso e dire che tanto il mio voto non farebbe la differenza per cambiare le sorti. Invece, vedere persone come Mbappé fare queste prese di posizione, può rinsaldare la mia sicurezza e convincermi del fatto che il grande effetto mediatico può cambiare le carte in gioco.

Negli Stati Uniti, qualcuno propone Michelle Obama, Oprah Winfrey o Taylor Swift come giudici per una sostituzione flash di Biden. Secondo lei le celebrità possono realmente fare presa sul popolo quando si tratta di politica?

Ovviamente dipende sempre dalle persone, però io sono un po’ scettico. Se parliamo di Michelle Obama, una persona in vista, moglie di un ex presidente molto popolare e dedita alle tematiche sociali, sì, stiamo parlando di qualcosa. Anche Oprah Winfrey forse ci si può avvicinare. Una persona molto popolare e molto trasversale che parla spesso di politica. Ha un suo impegno nel sociale, quindi anche lei potrebbe essere uno di quei personaggi.

Taylor Swift invece?

Taylor Swift sembra un personaggio molto lontano dalla politica, spesso accusata appunto di parlarne troppo poco e di essere l’esempio della ragazzina bianca bionda perfetta del Sud che piace molto ai conservatori. Poi in realtà lei ha fatto dichiarazioni a favore della comunità LGBTQ+, quindi non è necessariamente una conservatrice. Però bisogna anche rendersi conto che Taylor Swift è estremamente popolare tra i giovani e giovanissimi, in un Paese dove però questa fascia va poco a votare ed è una netta minoranza, specialmente nella popolazione elettorale. Diciamo che i vip, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia e in Francia, dove la popolazione è molto vecchia e va invecchiando, sono molto popolari fra i giovani, ma tanti di loro non hanno nemmeno l’età per andare a votare, e quelli che ce l’hanno spesso non sono interessati. I vip secondo me servono a poco.

È giusto intrecciare sport e politica o musica e politica?

Più che chiedersi se è giusto io mi chiederei, è possibile non farlo? Sport e politica sono collegati da sempre. Le Olimpiadi antiche venivano fatte per interrompere le guerre e decidere in maniera non cruenta chi era lo Stato più forte. E questa è politica, si va avanti così da sempre. Adesso ci saranno le Olimpiadi a Parigi, e di solito viene proclamata la tregua olimpica, cosa molto folkloristica che ha poca attinenza col mondo reale. Poi le guerre vanno avanti e molti dei Paesi che combattono guerre partecipano alle Olimpiadi, e nessuno fa nulla per impedirglielo. Così vale anche per la musica, la televisione, il cinema, e tutto il mondo delle arti. Sarebbe difficile scindere le due cose. Quando si riuscirà a concepire un tipo di sport o un genere musicale veramente scollegato dalla politica, potremo parlarne.

Quindi sono inseparabili?

Quando noi diciamo che dovrebbero stare separati in realtà li stiamo già collegando, stiamo già dicendo che alcune cose non andrebbero toccate nello sport e alcune cose non andrebbero toccate nella politica. E di solito lo diciamo solamente quando accade qualche evento che non ci piace. Salvini mi pare che non sia molto felice del fatto che Mbappé parla contro Le Pen. Però mi ricordo che non abbia detto nulla quando Luca Toni, ex calciatore campione del mondo nel 2006, parlò a favore della Lega nelle elezioni. Quando il calcio viene contro la mia politica è un problema, quando è a favore no, ed è normale che sia così, ovviamente anche questa è politica.