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Ucraina, l’ingresso “irreversibile” nella Nato non significa nulla

Ucraina, l'ingresso "irreversibile" nella Nato non significa nulla

Perché leggere questo articolo? La Nato starebbe per firmare una dichiarazione in cui sottoscrive che l’adesione dell’Ucraina sarà “irreversibile”. Un termine altisonante, ma che nel concreto non significa nulla.

La Nato festeggia i suoi 75 anni allargandosi. A Washington fa il suo esordio ufficiale la Svezia, il 32 Paese membro. Ma è più a Est che guarda l’Alleanza, all’Ucraina. La bozza del comunicato finale, secondo diverse fonti citate ieri dai media americani, descrive il cammino dell’ucraina verso la Nato come “irreversibile”. Una dichiarazione altisonante, ma poco significativa dal punto di vista concreto.

L’ingresso “irreversibile” dell’Ucraina nella Nato

I tempi stringono. Non solo per l’accanirsi del conflitto sul campo – ieri in Ucraina i russi hanno fatto un’autentica carneficina, centrando con un missile un ospedale pediatrico. L’Ucraina è forse il tema di maggior distanza tra i due concorrenti per la Casa Bianca. Biden ha sempre fornito appoggio incondizionato a Kiev, cosa che Trump sembra tutt’altro che intenzionato a fare. Il problema, dunque, dopo il disastro del presidente in carica al dibattito televisivo si pone. Che ne sarà dell’Ucraina da novembre?

Ecco allora che la bozza del comunicato stampa Nato prova a togliere libertà di manovra totale a Trump. Nei giorni scorsi Biden, in un meeting coi giornalisti alla Casa Bianca, aveva usato la metafora di un ponte “ben illuminato, breve, diretto e senza impedimenti” per accedere all’alleanza. Peccato, però, che anche questa volta non ci sia una data d’ingresso per l’Ucraina.

Qualcosa si muove

L’ambasciata di Kiev a Washington ha dichiarato che la futura adesione dell’Ucraina alla Nato “non è un capriccio ma una questione di sopravvivenza”. Dal vertice Nato qualche passo in avanti concreto si è mosso. A partire dall’accordo su un prestito da 40 miliardi di dollari all’Ucraina, provenienti dai beni russi sequestrati. I leader annunceranno nuovi fondi e nuovi piani per coordinare la consegna delle armi.

L’Alleanza prova a fornire rassicurazioni al potenziale nuovo membro. Tutti i 32 Paesi membri firmeranno accordi bilaterali di sicurezza a lungo termine con Kiev. Anche l’Unione Europea, con cui Kiev ha iniziato i colloqui formali per l’ingresso. Ucraina e Ue hanno firmato un «Impegno comune per la sicurezza» nel lungo periodo. La Nato sta stabilendo un nuovo comando a Wiesbaden, in Germania, per assicurare la fornitura di aiuti militari nel lungo periodo anche nel caso di una vittoria di Trump.

Il dilemma dell’Ucraina: Nato o pace?

Sulla Nato aleggia uno “stallo. L’ingresso di Kiev nell’Alleanza è di fatto l’unica vera strada per portare a un negoziato del conflitto. E’ la precondizione che Zelensky pretende per iniziare a valutare di sedersi al tavolo con Putin. Entrando nell’Alleanza, Kiev potrebbe ottenere una rassicurazione che controbilanci la perdita di territori. Peccato che sia l’unica promessa che i leader della Nato non possono concedere all’Ucraina. L’ingresso a guerra in corso significherebbe coinvolgere la Nato nel conflitto. Promettere una data futura, poi, sarebbe un assist a Putin, che avrebbe un incentivo a tenere acceso il conflitto. Da qui nasce questo “irreversibile”. Altisonante, ma che all’Ucraina nel concreto non garantisce nulla.