Perchè leggere questo articolo? Prosegue il dibattito politico dopo i fatti di Lanusei. Alessandro Caramiello, deputato dei Cinque Stelle: “Si capisce perchè la Brambilla per tutelare gli animali abbia dovuto abbandonare il centro-destra, ma soprattutto sembra chiaro che i presunti animalisti del centro-destra si limitano a proporre norme manifesto consapevoli che non verranno portate avanti”
Le associazioni animaliste hanno denunciato pochi giorni fa un episodio sconvolgente avvenuto in Sardegna, precisamente a Lanusei, in Ogliastra, provincia di Nuoro. Una vicenda che ha fatto discutere tutta l’Italia: un giovane ha condiviso in una chat un video scioccante in cui prende un gattino e lo lancia da un ponte. Questo ennesimo atto di crudeltà sugli animali, ripreso tra risate e divertimento dei presenti, ha scatenato un’ondata di indignazione e condanna tra gli utenti dei social, dove il video è rapidamente diventato virale. Da più parti di invoca un inasprimento delle pene. Peccato che la legge ci sia già, ma sia arenata da diversi mesi in Parlamento. Dopo aver parlato con Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra, true-news.it ha intervistato anche l’onorevole pentastellato Alessandro Caramiello per discutere di questo grave episodio.
Come giudica l’atteggiamento ostruzionistico della Lega in merito alla proposta di legge Brambilla per la tutela degli animali bloccata in Parlamento?
Alla Lega non interessa assolutamente nulla della tutela degli animali e quello che abbiamo visto fare nei confronti del disegno di legge Brambilla va di pari passo con la legge Sparatutto di Bruzzone e con tanti altri atti dei leghisti. Infatti la Lega in Commissione Giustizia alla Camera ha paralizzato l’iter delle proposte di legge di modifica del codice penale finalizzate a tutelare maggiormente gli animali inasprendo le pene per chi li maltratta, presentando emendamenti diretti a limitare le tutele per gli animali e introdurre modifiche peggiorative al testo, che non sono piaciuti neppure alle altre forze di maggioranza. Che dire? Si capisce perché la Brambilla per tutelare gli animali abbia dovuto abbandonare il centro-destra, ma soprattutto sembra chiaro che i presunti animalisti del centro-destra si limitano a proporre norme manifesto consapevoli che non verranno portate avanti.
Crede che il ministro Salvini debba dimostrare maggiormente il suo impegno per il benessere animale attraverso azioni concrete?
Credo che Salvini debba smettere di prendere in giro gli italiani. Anche perché ormai tutti si sono resi conto di quante falsità scriva sui suoi social al solo scopo di ottenere un po’ di consensi. Le azioni concrete Salvini e la Lega le hanno già fatte e dimostrano benissimo quanto siano contro il benessere animale. La proposta di legge Bruzzone è un esempio dell’impegno di Salvini. Ma potremmo anche ricordare le uccisioni degli orsi in Trentino Alto Adige sostenute dal leghista presidente di regione Fugatti. Non credo ci sia bisogno di altri fatti per dimostrare quanto Salvini e la Lega siano contro gli animali.
Come si sta muovendo il Movimento 5 stelle?
Il Movimento 5 stelle, al contrario, con i fatti dimostra quanto sia importante il rispetto per gli esseri viventi. La scorsa settimana, dopo mesi di battaglie, siamo riusciti a fermare il Far West che voleva la Lega. Il ritiro della quasi totalità degli emendamenti a favore della caccia selvaggia, disposto in Commissione Agricoltura al Senato nell’ambito dei lavori di conversione in legge del DL Agricoltura, è per noi una vittoria. Frutto di mesi di un ostruzionismo costante e tenace contro la legge spara tutto che voleva la Lega. Chiaramente non ci fermeremo. Continueremo a bloccare ogni altro tentativo di proposte scellerate.
Quali misure pensa sarebbero adeguate per migliorare la protezione degli animali in Italia?
Intanto partiamo da un elemento. Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica il Parlamento, nella scorsa legislatura, ha approvato a larghissima maggioranza una modifica ai principi fondamentali della Costituzione, introducendo la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e attribuendo allo stato il compito di disciplinare la tutela degli animali sotto il profilo legislativo. Il paradosso è che – grazie anche alla Lega – gran parte delle norme sugli animali approvate dopo la riforma costituzionale hanno determinato un preoccupante arretramento. Eppure la ratio dell’attuale articolo 9 della Costituzione è molto chiara. Il legislatore è tenuto ad adeguare verso l’alto le forme di tutela degli animali e a spostare l’asse del bilanciamento degli interessi in gioco in modo da garantire il massimo rispetto verso gli animali, evitando loro inutili sofferenze.
Su questo è importante portare avanti le proposte di modifica del codice penale per l’integrazione e armonizzazione della disciplina dei reati contro gli animali. Ma anche intervenire in tutte le discipline “settoriali” che riguardano il nostro rapporto con gli animali, dagli allevamenti alla sperimentazione. Promuovendo anche una riflessione sulla legittimità etica di alcune pratiche. Penso all’utilizzo degli animali nei circhi, privati di ogni dignità e frequentemente oggetto di maltrattamento. O all’anacronistica attività venatoria, certo non necessaria per il sostentamento di chi la pratica, la cui sostanziale soddisfazione è quella di provocare sofferenza e morte ad esseri senzienti. Con il corollario di pratiche crudeli come l’utilizzo di richiami vivi, una vera e propria barbarie contro cui ci batteremo in tutti i modi.
Quale dovrebbe essere il ruolo del governo e delle istituzioni nel prevenire atti di violenza contro gli animali come quello avvenuto a Lanusei?
Partirei da una riflessione. Il nostro rapporto con gli animali è molto vasto e complesso e bisogna fare attenzione a non avere un atteggiamento semplicistico e specista, come fanno alcune forze politiche. Infatti, se da un lato si promuovono leggi per l’uccisione – inutile e gratuita – di grandi carnivori come orsi e lupi, per la sostanziale legalizzazione del bracconaggio, per rendere leciti i maltrattamenti e le sofferenze negli allevamenti, declassando a “res” alcuni animali e dall’altro si annunciano sanzioni per chi maltratta e uccide altri animali, rischiamo di dare vita ad una dinamica schizofrenica e irrazionale. Una dinamica in cui il discrimine tra l’orrore e l’accettabilità sociale dipende dal rapporto instaurato con l’animale. Se è “da compagnia” va tutelato. Mentre se è selvatico o “da reddito”, viene privato di ogni dignità. Abbiamo quindi un problema culturale. Ed è su quello che dobbiamo intervenire. Con iniziative di informazione e sensibilizzazione, partendo dalle scuole. Bene, quindi, un quadro penale chiaro e rigoroso. Ma ancora più importante è promuovere quella cultura del rispetto della natura e degli animali che abbiamo fortemente voluto con il nuovo articolo 9 della nostra Carta Costituzionale.