Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il K-Pop, il genere musicale originario della Corea del Sud, è ormai diventato un fenomeno globale. È una macchina da soldi in grado di alimentare un business di oltre 5,5 miliardi di dollari. Considerando soltanto concerti ed eventi dei singoli artisti, le stime parlano di un giro d’affari di 20 miliardi entro il 2031. La febbre del Korean Pop è sempre più contagiosa. Ne sa qualcosa Milano, dove si sono appena esibiti gli Stray Kids, una delle band sudcoreane più famose.
Mentre tutti i riflettori erano puntati su San Siro in vista del super live di Taylor Swift, lo scorso 12 luglio, all’Ippodromo La Maura, andava in scena un’esibizione, forse passata in secondo piano, ma a suo modo storica. Stiamo parlando del concerto degli Stray Kids.
Non la conoscete? È la band simbolo del K-Pop, abbreviazione di Korean Pop, un genere musicale originario della Corea del Sud, che comprende diversi stili come pop, hip-hop, R&B, elettronica e oltre, e che ha ormai contagiato l’intero Occidente. Europa e Italia comprese.
Ad ascoltare gli otto artisti sudcoreani per l’unica data europea del loro tour – oltre a Londra – c’erano infatti 68mila persone. Quasi tutte italiane, visto che soltanto il 22% dei biglietti venduti è stato comprato al di fuori dell’Italia. Altro che fenomeno di nicchia, il K-Pop è ormai diventato maturo a tal punto da lanciare il guanto di sfida all’industria musicale occidentale…
Il giorno in cui il K-Pop ha ufficialmente conquistato l’Italia
Premessa: già prima del concerto degli Stray Kids a Milano il K-Pop stava riscuotendo un eccellente successo tra giovani e giovanissimi italiani. L’evento andato in scena a Milano, semmai, ha ufficializzato l’ingresso del Korean Pop nell’olimpo dei grandi generi musicali considerati tali dall’opinione pubblica.
I componenti del gruppo di Seoul sono sbarcati a Malpensa già lunedì per un tour milanese tra hotel e boutique dei principali brand di moda, sempre tallonati dai fan. Hanno quindi cantato le loro canzoni, offrendo al pubblico uno show 100% coreano, tra luci e coreografie organizzate alla perfezione.
Poco importa se i nomi dei protagonisti – Bang Chan, Changbin, Lee Know, Han, Hyunjin, Seungmin, Felix e I.N – sono degli scioglilingua: il pubblico italiano li ama, li adora, li venera come star.
Le regole del gioco
Gli Stray Kids, così come tutti i loro colleghi, rispondono alle rigide norme non scritte che regolano l’industria del K-Pop: vita quasi ascetica, bellezza androgina, interazione costante con i fans attraverso i social, ovviamente filtrati e controllati da un preparatissimo team, zero scandali e tanto allenamento. E, durante gli incontri con i giornalisti, interazioni spesso banali e risposte generiche e scontate.
A proposito del pubblico, i fans vedono i loro beniamini alla stregua di idoli. Contribuiscono al loro successo riproponendo ovviamente i brani in streaming, acquistando i prodotti ufficiali (maglie, libri, spille e altri gadget), partecipando ai concerti e, in generale, creando una comunità.
A Milano il pubblico si è presentato all’Ippodromo ore prima dell’inizio dell’evento, sopportando anche una pioggia incessante. Quando gli Stray Kids sono saliti sul palco hanno cantato ogni brano a memoria, quelli in inglese ma pure in coreano.
Febbre made in Korea
Quella del K-Pop è una febbre che viene da lontano, precisamente dalla Corea del Sud. Qui è in atto un processo da studiare a fondo: la cultura pop sudcoreana è cresciuta d’importanza fino a diventare un importante motore della cultura globale.
Al centro della scena c’è il suddetto K-Pop, ma intorno si sviluppano tanti altri prodotti culturali: dal cibo al cinema, dalle serie televisive all’industria cosmetica.
Restando alla musica, possiamo affermare che il Korean Pop sia diventato un vero e proprio fenomeno mondiale grazie al suo mix di melodie coinvolgenti, coreografie raffinate ed elevati valori di produzione. Oltre ad una marea di attraenti performer che trascorrono anni e anni negli studi di registrazione imparando a cantare e ballare in perfetta sincronia. Gli Stray Kids sono soltanto la punta di un iceberg enorme. Anche l’Italia si è accorta di loro.