Home Economy Il “termometro” del Prime Day per Amazon e l’economia Usa

Il “termometro” del Prime Day per Amazon e l’economia Usa

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Il Prime Day di Amazon ha un’importanza che va oltre il semplice shopping dei consumatori che si ritrovano a livello internazionale a celebrare il rito collettivo dell’acquisto in saldo, ma è sempre più un “termometro” della salute del sistema economico. Soprattutto negli Stati Uniti. La risonanza dei consumi del Prime Day è ritenuta solida negli States, traino di una due giorni di vendite dove le stime dei consuntivi per Amazon parlano di incassi destinati a posizionarsi tra i 13,3 e i 14 miliardi di dollari.

La sfida di Amazon

Le vendite del Prime Day contano per il 2% del fatturato annuale del gruppo di Seattle e permettono di sdoganare al meglio le economie di scala di Amazon. Spingendo al contempo i dati macroeconomici sul gruppo americano. “Le analisi delle performance del Prime Day forniscono dati fondamentali per capire le dinamiche del mercato, monitorare la concorrenza e adattare le offerte in tempo reale”, commenta Gabriel Debach di eToro. Aggiungendo che “le vendite massicce e l’alta partecipazione degli utenti non sono solo un segnale di successo per Amazon, ma anche un riflesso dello stato di salute del mercato dei consumi”.

Del resto, è palese constatare che “un Prime Day particolarmente positivo può indicare una fiducia crescente dei consumatori nell’economia, mentre un calo nelle vendite potrebbe suggerire preoccupazioni più ampie riguardo alla stabilità economica”. Quest’anno Amazon fa vendite destinate a salire del 6% anno su anno, e questo è un dato importante soprattutto per gli Stati Uniti: “Il consumo è il cuore della crescita economica americana, rappresentando circa il 67% del PIL degli Stati Uniti”, ragiona Debach.

Per Bnn Bloomberg l’obiettivo di Amazon dovrebbe esser quello di spingere l’attenzione degli investitori sul fatto che l’azienda fondata da Jeff Bezos può generare marginalità e efficienza crescente anche nel suo storico core business. Non dimentichiamo che a trainare Amazon, oggigiorno, in termini di utili è soprattutto la divisione cloud, Amazon Web Services. Ma “gli analisti di Jefferies hanno scritto che una maggiore efficienza nel business retail di Amazon avrebbe più che quadruplicato i margini Ebit del gigante dell’e-commerce, passando dal 2,4% del 2022 al 9,9% di quest’anno”.

Obiettivo: 2 trilioni in borsa

Al contempo, il gruppo di Bezos mira a valorizzare ogni sua componente di business anche, se non soprattutto, per risalire la classifica dei gruppi più capitalizzati al mondo che vede, oltre a Microsoft e Apple storicamente dominanti, anche la sempre esplosiva Nvidia superare Amazon in cima alle classifiche di Wall Street per capitale di mercato. Amazon si muove sulla soglia dei 2 trilioni di dollari, dietro Google e davanti Saudi Aramco al quinto posto delle classifiche mondiali delle aziende per capitalizzazione. Una spinta crescente sul business ove l’azienda simbolo globale dell’e-comemrce è esplosa darebbe possibilità a Amazon di essere sempre più attrattiva. Del resto, in una fase storica in cui la logistica si sta dimostrando vitale per l’economia globale non ricordare l’importanza di questo business sarebbe, per Amazon, quantomeno penalizzante.