Tutto è partito con il post del consigliere regionale Dem, Pietro Bussolati: “Per recuperare medici e infermieri per l’ospedale in Fiera, pare che il duo Fontana-Gallera voglia chiudere il pronto soccorso e il punto nascita dell’ospedale di Sesto San Giovanni e trasferire tre anestesisti e sei infermieri. Il pronto soccorso sarebbe spostato al Bassini e il punto nascita a Niguarda. Un fatto gravissimo che nasce dalla necessità di Regione di recuperare 153 medici intensivisti e 459 infermieri, operatori che non ci sono e che la Regione vuole sottrarre ad altri ospedali, già allo stremo, indebolendone la capacità di cura. Il tutto per attrezzare una struttura che non può contare su nessuna specializzazione e può quindi in realtà curare solo i malati meno gravi. Prima hanno smembrato la sanità territoriale per accentrare tutti i servizi negli ospedali, e adesso vogliono sguarnire gli ospedali per investire in un unico hub? Regione faccia subito retromarcia!”
Al post di Bussolati è seguita a stretto giro la replica dell’assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera che in una nota ha precisato: “Bussolati non è informato. O forse non ha ancora digerito la straordinaria utilità dell’ospedale in Fiera. Regione Lombardia, sui servizi e le prestazioni dell’Ospedale di Sesto San Giovanni, non ha assunto alcuna decisione sul Pronto soccorso e sul punto nascita. La struttura della Fiera permette di concentrare e accogliere i pazienti più gravi aumentando sicurezza ed efficacia della cura. Sarà gestito dagli ospedali HUB, ciascuno dei quali ‘adotta’ un modulo garantendo la presenza di personale qualificato in base al numero delle persone ricoverate. E’ naturale che gli Spoke supportino gli ospedali HUB in questo percorso, da un lato attivandosi per accogliere i pazienti meno gravi e dall’altro fornendo personale qualificato per la gestione delle terapie intensive. Ribadisco inoltre che non ci sono documenti della Giunta o della Direzione Generale Welfare che stabiliscano la chiusura del punto nascita o del Pronto soccorso dell’ospedale di Sesto San Giovanni”.
“Vorrei ricordare a Bussolati che ogni struttura sanitaria lombarda – conclude l’assessore Gallera – sta rimodulando la propria attività per rispondere in modo adeguato alle esigenze di ricovero e cura che si stanno determinando, continuando a garantire prestazioni non differibili oppure legate alle attività oncologiche e alle reti tempo-dipendenti. Tutti gli ospedali lavorano all’unisono, anche con equipe multidisciplinari e interaziendali, in ottemperanza del piano ospedaliero regionale approvato dalla Giunta il 16 giugno scorso e validato dal Governo due settimane dopo”.