Home Economy L’Italia a lenta velocità: la difficile estate per chi ha scelto i treni

L’Italia a lenta velocità: la difficile estate per chi ha scelto i treni

L’Italia a lenta velocità: la difficile estate per chi ha scelto i treni

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Ritardi, chiusure, guasti: il mese di luglio è stato uno dei più travagliati degli ultimi anni in Italia per chi ha scelto di viaggiare con i treni. Ma quello di agosto si preannuncia ancora più difficile. Cosa sta succedendo?

A volte ci si mette anche la sfortuna, se davvero di sfortuna si tratta: dopo un venerdì di passione per i treni, quello del 19 luglio scorso, all’interno del nodo di Firenze a causa di un guasto, sabato 20 luglio è stato un uomo intento a passeggiare tra i binari della stazione di Campo di Marte a paralizzare il traffico ferroviario. E così, per due giorni di fila, tutti i treni alta velocità transitanti dal capoluogo toscano, quelli per intenderci che percorrono la dorsale tra Milano e Napoli, hanno accumulato fino a oltre cento minuti di ritardo. Ma, per l’appunto, la sfortuna non può essere l’unica indiziata: il mese appena concluso è stato di autentica passione per i viaggiatori, tanto a nord quanto a sud.

Il nodo di Firenze come emblema della situazione italiana

Non è certo un caso se i disagi maggiori vengono registrati all’ombra della cupola del Brunelleschi. Firenze è uno dei principali snodi ferroviari del Bel Paese: da qui transitano i treni alta velocità, non tutti fermano a Santa Maria Novella ma tutti devono quantomeno attraversare il nodo fiorentino. Nodo che è anche un riferimento per l’intera Toscana e il traffico regionale proveniente dal Tirreno e dall’appennino.

Un groviglio, più che un nodo: “Quello che accade a Firenze è emblematico – dichiara ai nostri microfoni un funzionario di Rfi, la società del gruppo Fs che si occupa dell’impiantistica ferroviaria – il traffico è cresciuto ma le infrastrutture sono le stesse di tanti anni fa”. La necessità, secondo l’esponente dell’azienda, è quella di togliere la “strozzatura” del nodo di Firenze e fare in modo che alta velocità e traffico locale non scorrano più lungo gli stessi binari: “Ci sono già dei lavori in corso per questo – ha sottolineato il funzionario – si sta realizzando il cosiddetto sottoattraversamento di Firenze che sarà esclusivo per i treni AV”.

Il riferimento è alla doppia galleria che attraverserà il sottosuolo di Firenze, progettata proprio per dare all’alta velocità binari esclusivi e per far fermare i convogli in una nuova stazione sotterranea. Il problema però è che la consegna dei lavori è prevista per il 2028. In questi cinque anni però cosa accadrà? La domanda sta crescendo, l’offerta pure, proprio nel nodo di Firenze circolano oggi 51.358 treni alta velocità all’anno, nel 2009 il dato era fermo a 16.000. Il problema è proprio questo: sempre più italiani e turisti si affidano al treno, ma a Firenze come altrove le strozzature in Italia sono ancora tante e l’infrastruttura fatica a reggere il peso del traffico.

Le chiusure estive da nord a sud

Quello di Firenze, per l’appunto, è solo un esempio. Sono infatti poche le regioni che possono vantare una situazione diversa dal nodo del capoluogo toscano. A luglio il problema è letteralmente esploso in gran parte della nostra linea ferroviaria. Secondo i dati del Codacons, soltanto dal 16 al 25 luglio in Italia sono stati contati 74 interruzioni o rallentamenti della circolazione per motivi diversi dalle cause di forze maggiore. E non è finita: agosto sarà ancora peggio.

Diverse linee a lunga percorrenza a breve subiranno chiusure o ridimensionamenti dell’offerta per via di lavori di potenziamento infrastrutturale. Cantieri che non culmineranno con l’inaugurazione di nuove tratte, ma con l’inserimento di opere necessarie per controllare meglio il traffico e modernizzare le strutture. E quindi da Milano a Bologna, ad esempio, dal 12 al 18 agosto si impiegheranno 120 minuti in più, fino al 20 agosto invece raggiungere Venezia dal capoluogo meneghino serviranno 80 minuti in più.

Facciamo sempre così”

La lista di cantieri in tutta Italia è molto vasta e comprende non solo linee a lunga percorrenza, ma anche valichi e rami secondari. In Sicilia, ad esempio, ha chiuso a giugno e riaprirà solo a settembre il collegamento diretto tra Palermo e Agrigento, solitamente frequentato da turisti in piena estate. La domanda che sorge spontanea è proprio questa: come mai fermare molte linee, primarie e regionali, proprio durante la bella stagione?

“Vede, in ogni azienda occorre fare delle scelte – è la risposta ai nostri microfoni del rappresentante Rfi – se occorrono lavori di aggiornamento infrastrutturale, dobbiamo decidere se sacrificare il traffico dei pendolari o quello turistico. Purtroppo è così e ovviamente, tra le due opzioni, si sceglie sempre di sacrificare il traffico turistico”.

Una scelta però che non soddisfa molti. Anzi, lungo lo stivale (e nelle isole) è un diluvio di contestazioni e di segnalazioni: “È innegabile – si legge in una nota sempre del Codacons – che le modifiche alla circolazione dei treni a lunga percorrenza causeranno disagi a coloro che avevano programmato di raggiungere le località di villeggiatura in treno e ai tanti turisti che ad agosto visiteranno il nostro Paese”.

Si continuerà a scegliere i treni in futuro?

C’è anche chi se la prende con chi pianifica le manutenzioni e, in particolare, con il sistema di appalti e subappalti a terzi: “Sarebbe inammissibile – ha tuonato da Napoli nei giorni scorsi Costanzo Jannotti Pecci, numero uno degli industriali campani – che la pratica dei subappalti, e della ricerca di una riduzione dei costi senza adeguata attenzione alla qualità delle prestazioni rese, fosse diventata la prassi per il gestore Rfi”.

Tra guasti e chiusure prolungate, viaggiare in treno nel periodo estivo sta diventando problematico. Un guaio per quest’anno, ma soprattutto per il prossimo: in quanti, tra turisti e cittadini in viaggio, sceglieranno nella prossima bella stagione il treno dopo la cattiva pubblicità derivante dai disagi odierni? Una domanda che ne attiva, a catena, un’altra forse ancora più inquietante sullo stato dell’arte delle nostre ferrovie: in Italia, Paese del g7, saremo costretti a pianificare nuovamente lunghi viaggi in auto?