Home Primo Piano Khelif, pugile intersex e non transgender. E tutt’altro che invincibile…

Khelif, pugile intersex e non transgender. E tutt’altro che invincibile…

Khelif, pugile intersex e non transgender. E tutt’altro che invincibile…

Perchè leggere questo articolo? Olimpiadi 2024, Vitto Pascale, attivista GBTQ+ commenta la sconfitta della pugile azzurra Angela Carini da parte dell’algerina intersex Imane Khelif. E le polemiche che ne sono scaturite: “Putiferio tutto italiano. Da Meloni parole svilenti”

Olimpiadi 2024, la sconfitta di Angela Carini contro Imane Khelif ha aperto le porte alle più aspre polemiche, cavalcate soprattutto dalla destra italiana. Da Salvini a Roccella passando per Meloni. Se da una parte abbiamo la premier che definisce l’incontro “impari per questioni fisiche” dall’altra c’è chi difende la vittoria dell’algerina che, va specificato rispetto alla confusione di questi giorni, non è una donna transgender ma una persona intersessuale. Abbiamo chiesto a Vitto Pascale, attivista del movimento LGBTQ+, di fare un po’ chiarezza sulla vicenda.

Facciamo chiarezza, Imane Khelif è una donna nata come tale ma intersessuale o una donna transgender? Che differenze ci sono?

Partiamo subito dal chiarire una cosa. Imane Khelif è una donna che è nata con un livello di testosterone più alto della media. Quando ciò accade si parla di persone “Intersessuali” che vengono socializzate in base ad attente analisi mediche o come donne, come in questo caso, o come uomini. La situazione delle persone Intersessuali è delicata perché potrebbe accadere che, durante la crescita, manifestino caratteristiche del genere opposto che è stato assegnato loro da un dottore o da un medico. Una persona transgender è una persona assegnata “maschio” alla nascita che sceglie, a causa di un ventaglio di motivi personali o psicologici o di disforia, di intraprendere un percorso di affermazione di genere (ex. transizione) per riassegnare il proprio genere. E modificare il corpo in base ai propri desideri. E non è questo il caso

Ma allora perché tutti parlano di persona transgender?

Quando non si conosce a fondo un argomento e, mi si permetta, il mondo della politico di queste persone è pieno, accade che si possa scambiare una corda per un serpente. Viviamo in un periodo buio in cui la mancanza di chiarezza e di luce su determinati argomenti genera mostri. Inoltre a maggior ragione Imane Khelif non può aver intrapreso un percorso di affermazione di genere perché in Algeria – sorpresa – l’omosessualità e l’esser transgender sono considerati illegali.

Manlio Converti, psichiatra e presidente di Amigay aps ha dichiarato: “L’inclusione è molto più importante di una differenza fisica lieve che può essere paragonata a quella tra le diverse etnie: un africano in alcune discipline è senza dubbio avvantaggiato rispetto a un cinese ma a nessuno verrebbe in mente di non farli competere”. Lei cosa ne pensa?

Trovo corrette queste riflessioni in quanto potrebbero esserci differenze tra persone di diverse etnie, come giustamente sottolinea Converti. Calando la risposta sulla vittoria di Imane Khelif sulla pugilessa italiana, consideriamo che l’atleta algerina è stata sconfitta nei quarti di finale alle Olimpiadi di Tokyo del 2021. Anno in cui non era di certo scoppiato questo putiferio. Tutto, ahimé, italiano. Quindi non stiamo parlando di una dea invincibile perché ha dei livelli di testosterone stratosferici (ricordo che comunque sono stati controllati dal comitato olimpionico e ci è rientrata). Può accadere che, semplicemente, un’atleta si più preparata di un’altra, che si alleni da più tempo, che abbia una forza di volontà maggiore.

E le dichiarazioni della premier Meloni?

Trovo svilente che la nostra presidentessa abbia speso parole per questa faccenda anziché fare una dichiarazione sulla recente e violenta aggressione ai due ragazzi romani da parte di 4 persone per ragioni chiaramente omofobe. E trovo altrettanto svilente come La Russa “tifi per le donne” solo in questo caso.