Home Elezioni Usa 2024 “Il più progressista dai tempi di Roosevelt”: Sanders elogia Biden e spinge Harris

“Il più progressista dai tempi di Roosevelt”: Sanders elogia Biden e spinge Harris

“Il più progressista dai tempi di Roosevelt”: Sanders elogia Biden e spinge Harris

Bernie Sanders scende in campo per Kamala Harris chiedendole di portare avanti la politica di Joe Biden nei settori-chiave della politica americana. L’82enne politico progressista e senatore del Vermont, punto di riferimento dei rappresentanti più a sinistra del Partito Democratico americano, con cui fa caucus a Capitol Hill da indipendente, ha parlato apertamente del tema al settimanale del suo Stato, Vermont Public.

La sfida del senatore radicale

Sanders ha dichiarato che “la strada migliore per la vittoria di Harris contro il candidato repubblicano Donald Trump è quella di sostenere un programma progressista che affronti le preoccupazioni della classe operaia” a cui guardano i conservatori d’America, a maggior ragione dopo la candidatura del senatore dell’Ohio JD Vance a vicepresidente.

Sfidante di Biden nel 2020 e ultimo a lasciare la corsa alle primarie che incoronarono come candidato il futuro vincitore di novembre, Sanders ha visto parte della sua piattaforma ripresa dal moderato e pragmatico presidente che ha abbandonato la corsa il 21 luglio, aprendo la strada alla sua vice. Per Sanders Biden “è stato probabilmente il presidente più progressista del nostro paese da Franklin Delano Roosevelt negli Anni Trenta”.

L’elogio di Sanders a Biden

Con Biden, nota Sanders, “dopo anni e anni di chiacchiere, siamo finalmente riusciti a investire un sacco di soldi nella ricostruzione delle nostre infrastrutture in rovina, a investire nel contrasto al cambiamento climatico“. E non solo. Sanders sostiene che l’amministrazione Biden sia riuscita a tagliare del 40% la povertà infantile e a ridurre i prezzi dei farmaci. Rivendicando le componenti del proprio programma che sono state trasformate in iniziative nel quadriennio di Biden.

Sanders ha detto che farà “di tutto” per rendere Harris presidente invitandola a guardare in faccia le sfide dell’America: Sanders chiede l’espansione di Medicare e una politica dei redditi in un’America dove il 60% dei cittadini ha difficoltà a affrontare spese impreviste perché vive “mese per mese”. Nell’intervista Sanders rivendica: “dobbiamo aumentare il salario minimo a un salario dignitoso. Abbiamo bisogno di una vera riforma fiscale in modo che i miliardari inizino a pagare la loro giusta quota di tasse”.

Harris guarda a Sanders?

La mossa del navigato Bernie Sanders ha valenza politica e strategica: la sinistra radicale ha blindato Biden fino al ritiro e ora vuole presentarsi come il partito interno della continuità tra i Democratici. Ovvero come la parte, che si ritiene decisiva alle urne, che premia programmi e progetti prima di singoli nomi. Una manovra per ricordare a Harris quanto la progettualità progressista aiutò a plasmare la grande coalizione democratica che nel 2020 consentì la sconfitta di Trump. E che ora si vuol tenere coesa: elettorato urbano e giovanile scolarizzato, trasversale sostegno alle minoranze, abitanti delle periferie delle metropoli, colletti blu dei settori a alta intensità tecnologica, percettori dei servizi di assistenza sociale spesso sotto attacco repubblicano.

Harris sarà chiamata a tenere assieme quest’anima complessa. E per farlo avrà bisogno dell’appoggio della Sinistra. A cui ha già strizzato l’occhio snobbando il discorso al Congresso di Benjamin Netanyahu, in attesa che la convention dem di Chicago, in partenza il 19 agosto, decida il programma ufficiale del partito. E il nome del vicepresidente, su cui è inevitabile i progressisti getteranno gli occhi…