I fatti sono ormai arci-noti. La pugile italiana Angela Carini si è ritirata durante il match con Imane Khelif alle Olimpiadi 2024, avversaria algerina che soffre di iperandrogenismo. Dopo un duro colpo sferrato dall’algerina, Carini si ferma e si rivolge al suo staff all’angolo. «Mi ha fatto molto male», afferma. E dopo pochi secondi, ferma l’incontro e Khelif vince a tavolino. Carini scoppia in lacrime dalla rabbia e dal dispiacere, dicendo più volte che l’incontro «non era giusto», rifiutando poi di stringere la mano alla boxeur. Via alle polemiche una volta che l’atleta azzurra è scesa dal quadrato, puntando il dito contro Khelif in quanto «persona transgender».
Carini – Khelif, la polemica sulla transessualità
Tuttavia, non è così. La pugile è stata definita transgender dalla stampa, affermando in questo modo il suo sesso biologico maschile alla nascita. Si è poi scoperto che Khelif soffre di iperandrogenismo, una malattia che sostanzialmente aumenta i livelli di androgeni, tra cui il testosterone. Ecco spiegata la sua corporatura muscolosa e «meno femminile». La premier Giorgia Meloni ha poi incontrato Carini, consolandola e dichiarando di «meritare una gara equa». Ne abbiamo parlato con Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia. «Non è così che si pratica l’inclusione. Khelif? Che il CIO verifichi la presenza di cromosomi maschili». L’intervista.
Montaruli, un commento sulla vicenda?
Angela Carini ha combattuto ad armi palesemente impari in questo modo. Non lo dice soltanto Giorgia Meloni, lo dicono perfino le associazioni che ieri sono intervenuti a difesa della stessa atleta, ammettendo un indubbio vantaggio della pugile algerina. Allora è giusto che una nostra atleta combatta in questa situazione? Io ritengo di no. E dopodiché, l’inclusione non si fa soltanto in questo modo. È stato detto da quelle stesse associazioni che non si fa inclusione soltanto nelle competizioni sportive, quindi con i muscoli, e ciò è verissimo. Nonostante Carini si sia ritirata, ha avuto il coraggio di salire sul ring ed affrontare una sfida impari. Solo per questo, per me la nostra atleta è la vera vincitrice.
Nonostante le conferme sul sesso femminile di Khelif, in molti sono ancora dubbiosi, lei crede che il sesso possa essere stato camuffato?
Io non mi permetto di dire questo, ma è stato detto che ha dei cromosomi anche maschili. Quindi, che il CIO verifichi anche questo aspetto e tenga in considerazione questi elementi per le competizioni future. Ovviamente non dico che questa persona non debba partecipare alle competizioni. Tuttavia, ritengo fondamentale che durante le gare, gli atleti debbano confrontarsi con gli stessi strumenti. Se anche su questo aspetto c’è un’alterazione, è giusto che il CIO faccia delle verifiche opportune per rendere i tornei equi.
Carini è stata criticata per il suo comportamento sul ring, da qualcuno ritenuta «debole» e condizionata da un pregiudizio che l’avrebbe spaventata più del dovuto.
Lo ha detto lei stessa nelle interviste in questi giorni, affermando di non aver più voluto proseguire dopo aver ricevuto un colpo molto forte, fermandosi anche per i suoi cari. E questo lo capisco. Mi sento solo di esprimere la mia piena solidarietà a quest’atleta. Se una persona qualunque si allena anni per arrivare alle Olimpiadi, per poi trovarsi costretta a gareggiare ad armi impari, è una vera ingiustizia, anche per il mondo dello sport. Paradossalmente si tratta di un’ingiustizia anche per la pugile algerina, perché il senso dello sport è appunto competere a pari opportunità, e questo non è avvenuto neanche per lei.