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Decreto carceri, Bonelli (AVS): «Non risolve nulla, Nordio si dimetta»

Decreto carceri, Bonelli (AVS): «Non risolve nulla, Nordio si dimetta»

È stato approvato il nuovo decreto carceri promosso dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. L’aula della Camera si divide con 153 sì, 89 no e 1 astenuto. La riforma prevede il regime carcerario anche per le detenute madri, l’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari tra il 2025 e il 2026, la semplificazione del procedimento per la concessione della liberazione anticipata e l’istituzione di un Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria Inoltre, è stata inserita la creazione di un elenco delle strutture residenziali per l’accoglienza e il reinserimento sociale dei detenuti adulti e l’aumento del numero dei colloqui telefonici a disposizione dei carcerati. Nordio non era presente in aula perché si trovava con la premier Giorgia Meloni a discutere sui prossimi passi da compiere per affrontare l’emergenza del sovraffollamento carcerario, tra le mura di Palazzo Chigi.

In Italia, il 31 luglio dell’anno scorso risultavano 61.133 detenuti, a fronte di una capienza effettiva delle carceri di poco più di 51mila posti letto. Al termine del vertice, il ministro ha dichiarato di aver chiesto un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella proprio per «proporre modifiche alle norme sulla custodia cautelare». Ne abbiamo parlato con Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi e Sinistra. «Il decreto non affronta assolutamente la drammatica situazione in cui si trovano le carceri italiane. Nordio? In un Paese normale si sarebbe già dimesso». L’intervista.

Bonelli, un commento sul decreto carceri?

Il decreto non affronta assolutamente la drammatica situazione in cui si trovano le carceri italiane. Questi problemi sono sovraffollamento e i suicidi, che sono arrivati a 66 da inizio anno, di cui 8 agenti di polizia penitenziaria. La cosa inaccettabile è che ieri abbiamo approvato definitivamente il decreto carceri voluto da Nordio, ma mentre eravamo in aula Nordio stava prospettando alla premier Meloni le soluzioni a medio e a lungo termine per affrontare la crisi nelle carceri. La domanda è: perché non l’ha messa nel decreto carcere? Questa mossa è stata un’autocertificazione del fallimento della riforma. Inoltre, quello che trovo inaccettabile è l’approvazione dell’ordine di giorno che prevede la riforma della custodia cautelare. La richiesta di scudo penale avanzata da Salvini sui politici e sugli amministratori non è altro che un apripista. Insomma, è la visione della giustizia dei potenti contro i deboli di questa maggioranza.

L’ordine del giorno del Pd su detenuti madri invece è stato bocciato. Qual è la sua posizione in merito?

Abbiamo già presentato vari emendamenti, Alleanza Verdi e Sinistra è assolutamente contro alla presenza di bambini nelle carceri.

Mille assunzioni sono sufficienti a tamponare il problema della carenza di personale penitenziario?

C’è il sovraffollamento delle carceri e il governo si rifiuta di adottare le misure alternative alla pena. L’ordine del giorno di Azione sulla custodia cautelare insieme alla destra è l’ennesima dimostrazione che c’è un problema molto serio dal punto di vista della visione sul rapporto tra questo partito e la maggioranza.

Qual è la soluzione di Avs sul sovraffollamento delle carceri?

Innanzitutto, quella di valutare e approvare le misure alternative alla pena per i reati minori. Abbiamo fatto una proposta in questo genere che non prevede la libertà ma lavori socialmente utili, così da consentire l’eliminazione del sovraffollamento, che nella stragrande maggioranza dei casi è causato dai reati minori. Il problema di questo governo è che da quando si è insediato ha approvato 20 nuove fattispecie di reato, dando prova di come la sua strategia sia il collasso delle carceri italiane.

Si potrebbe pensare anche ad una soluzione edilizia come, ad esempio, nuove costruzioni?

Ci sono alcune strutture che sono fatiscenti e che andrebbero messe a posto, ma come si sa, per costruire una nuova struttura ci vogliono degli anni, e nel frattempo la situazione è critica: ci sono suicidi, condizioni igieniche drammatiche che riguardano anche chi vive nel penitenziario e non solo chi è detenuto. Da questo punto di vista c’è disinteresse. Ripeto, quello che è successo ieri è di una gravità inaudita. Abbiamo sempre pensato che il decreto carceri fosse inutile, e questa inutilità è stata manifestata dal Ministro andando a partecipare alla riunione con la premier. In un Paese normale questo ministro si sarebbe già dimesso.