Il candidato vicepresidente dem Tim Walz ha idee molto aperte su aborto e diritti LGBTQ+. Pur definendosi membro della Chiesa evangelica luterana d’America, difficilmente conquisterà i cuori dell’America cattolica
di Sallustio Santori
La stampa internazionale, ma soprattutto quella italiana, lo ha presentato come il bravo papà, il politico dalla faccia buona e affidabile che porterà un sacco di voti a Kamala Harris nel Midwest e soprattutto rappresenterà il contraltare a JD Vance, uno che si è fatto da sé e rappresenta l’America cristiana più profonda, quella stessa del Midwest che però in Dio ci crede ma vengono considerati Hillbillies, terroni e buzzurri. Parliamo di Tim Walz, attuale governatore del Minnesota scelto come running mate, candidato alla vicepresidenza degli Usa qualora il 5 novembre la Harris dovesse risultare vincitrice. Candidato è una parola grossa per entrambi, visto che ancora la Convention democratica, in quel di Chicago al via il prossimo 19 agosto non si è tenuta: ma loro già si sentono investiti della nomination. E via andare a parlare di aborto e diritti LGBTQ+. Quello che ai Repubblicani ed all’America profonda non piace.
Walz, abortista senza frontiere
Proprio sul cristianesimo Walz perde colpi. Di lui tratta il National Catholic Register, quotata agenzia stampa cattolica yankee, che ne tratteggia un ritratto il 6 agosto scorso. Nato in una famiglia cattolica, si presenta come membro della Chiesa evangelica luterana d’America. Non solo: è uno che ha idee estreme su molti temi, in forte opposizione agli insegnamenti della Chiesa cattolica. Un esempio? È così abortista ed estremista che persino Nancy Pelosi, l’ex speaker della Camera gli ha detto di darsi una bella calmata. È a forte favore del cambio di sesso per i transgender e in Minnesota ha approvato leggi che rappresentano grossi passi avanti sul tema, e già che c’è spinge per politiche culturali divisive nelle scuole. Aborto libero e finanziato pubblicamente, dunque. Insieme alla possibilità per il Minnesota di diventare un santuario transgender dove chiunque possa cambiare sesso. E nel 2023 è entrato in urto con le organizzazioni religiose, non avendole esentate dalle spese per il cambio di sesso.
A chi tocca pagare?
Spieghiamo meglio. Siccome in America ci vuole l’assicurazione medica per accedere a interventi complicati e questa viene pagata dal datore di lavoro, ecco che per esempio un infermiere di un ospedale cattolico potrebbe tranquillamente chiedere all’ospedale di farsi pagare la transizione con annesso intervento. Una cosa che, malgrado il tono conciliatorio di Papa Francesco verso il mondo LGBTQ+, non è approvata dal Catechismo. Ancora. Nel gennaio 2023 Walz ha approvato una legge che codifica protezioni per i cosiddetti diritti riproduttivi. Ossia contraccezione, sterilizzazione, anticoncezionali, maternità, aborto, pianificazione famigliare e servizi per la fertilità (quindi anche l’utero in affitto, par di capire), counseling sulla tutela dei diritti riproduttivi. È inoltre vietato al Governo di emanare norme che disciplinino la possibilità di una persona di esercitare liberamente il proprio diritto fondamentale alla tutela dei diritti riproduttivi.
Prendere voti cattolici? Per Walz sarà difficile…
Certo, Walz si è schierato a tutela degli immigrati e ha varato norme che aiutino le famiglie a crescere i figli, pur opponendosi alle scelte genitoriali in tema di figli. Pare anche che quando viene approcciato dagli esponenti delle religioni in Minnesota su temi delicati lui allenti le briglie e divenga non dico malleabile ma certo più ragionevole. E c’è chi lo vede come un potenziale percettore di voti cattolici. Ma è difficile che un abortista sfegatato possa avere un tale impatto su chi si recherà a votare il 5 novembre. A proposito. Ma si può condurre una campagna elettorale rendendo prioritario un tema come l’aborto quando c’è gente che dorme nei cartoni la notte? Ah saperlo…