Home Elezioni Usa 2024 Musk-Trump, l’unione che “potrebbe salvare la libertà di opinione in Occidente”

Musk-Trump, l’unione che “potrebbe salvare la libertà di opinione in Occidente”

Trump-Musk

Live su X l’intervista tra Donald Trump ed Elon Musk. Tanti gli argomenti di discussione e le polemiche. Per Alessandro Nardone, esperto di comunicazione politica e autore di “Mai arrendersi: il vero Donald Trump”, si è trattato di un momento che, con il suo miliardo di interazioni sul social, ha sancito la fine dei media mainstream. E sul candidato alla presidenza Usa: “Un candidato che si concede per due ore di intervista significa che è molto sicuro di sé, dei propri argomenti, della propria piattaforma politica e del proprio coraggio”

Lunedì 12 agosto, Donald Trump è tornato su X. Dopo il ban a seguito dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021, l’ex presidente degli Stati Uniti è tornato con prepotenza sul famoso social network. E lo stesso proprietario Elon Musk ha deciso di intervistarlo. L’intervista tra i due magnati è durata più di due ore e ha generato discussioni e polemiche. L’intervista all’esperto di comunicazione politica e scrittore Alessandro Nardone.

Tra ritardi e hackeraggi: il successo di un’intervista da miliardi di interazioni 

L’intervista tra Elon Musk e Donald Trump è però partita con qualche intoppo. Milioni gli utenti connessi ma per oltre mezz’ora neanche l’ombra del tycoon. Musk ha fin da subito parlato di “attacco hacker per provare a zittire Trump”. “Sul tecnicismo non mi posso addentrare perché non sono nei server di X. Se Musk ha detto che c’è stato un attacco dobbiamo credergli”, ha dichiarato Nardone.

L’interruzione è durata poco, “quindi tutto sommato accettabile e anche se fosse stata causata dall’enorme traffico farebbe poca differenza”. Importante però, secondo Nardone, è soffermarsi su un’altra questione. “Voglio sottolineare che il fatto che i media mainstream si stiano soffermando su questo dettaglio è perché vogliono omettere il vero significato di questa intervista”, ha affermato. Dal punto di vista delle interazioni infatti l’intervista è stata un successo. “I numeri dicono che nel giro di 12 ore ha totalizzato circa un miliardo di interazioni solo su X, che significa la fine dell’informazione mediata”, ha aggiunto. “Abbiamo assistito all’epilogo del suicidio dei media mainstream che sono diventati di parte e che hanno perso quasi tutta la loro autorevolezza e credibilità”.

Trump, un candidato “sicuro di sé e dei propri argomenti”

Tanti i temi trattati, dall’immigrazione all’istruzione, e tante le polemiche che sono nate. “A prescindere dall’opinione su quello che è stato detto, da questa intervista è uscito di buono che un candidato alla presidenza degli Stati Uniti ha dialogato con un grande imprenditore visionario per oltre due ore e che, concetto molto banale e che oggi viene messo in discussione, le persone hanno ascoltato e in base a questo si sono potute fare una loro opinione”, ha affermato Nardone.

Grande dimostrazione di coerenza e coraggio di Trump, secondo l’esperto. “Un candidato che si concede per due ore di intervista significa che è molto sicuro di sé, dei propri argomenti, della propria piattaforma politica e del proprio coraggio”. Tutte caratteristiche che invece non si notano in Kamala Harris “che fino a qualche giorno fa era considerata la peggiore vice che Biden potesse scegliere e che oggi magicamente è stata trasformata sempre dagli stessi media mainstream alla stregua di una nuova leader salvatrice della democrazia mondiale”.

Trump affaticato durante l’intervista. Troppo anziano? “Meglio più saggezza ed esperienza”

Quello che diversi utenti del social di Musk hanno notato a seguito di questa intervista è il tono di voce di Trump, risultato spesso troppo affaticato. Nardone però non crede che l’età possa essere un argomento boomerang per la campagna del tycoon ora che Joe Biden si è ritirato e ha lasciato spazio alla sua vice Harris. Anzi, è proprio Harris che potrebbe aiutare la destra statunitense. “A maggior ragione di fronte ad una candidata che è la peggiore per i democratici e la migliore per i repubblicani, di totale inesperienza e che rispetto a Trump non ha la consistenza per competere”. 

L’esperienza e la professionalità di Trump invece si notano anche dalla famosa immagine a seguito dell’attentato del 13 luglio scorso. “Ci sono molti giovani leader che sono arrivati alla guida di Nazioni, come Macron, Renzi e Trudeau che hanno fatto tanti danni”. L’unica eccezione, secondo l’esperto, è Giorgia Meloni. “Meglio più saggezza e esperienza che Trump ha dimostrato di avere sempre con i fatti. Durante la sua presidenza zero guerre ed economia ai massimi storici da 35 anni”, ha aggiunto.

Musk, da rivale a supporter di Trump

L’età dell’ex presidente Trump è stata anche oggetto di dibattito proprio per Musk. In un tweet del 2022 il capo di Tesla ha sostenuto il candidato DeSantis parlando del fatto che l’età del tycoon alla fine del suo secondo mandato sarebbe stata troppo avanzata per qualsiasi tipo di lavoro, soprattutto per quella di presidente. Cambio di traiettoria da parte di Musk che ora è uno dei principali supporter di Trump.

Elon Musk all’inizio di questa campagna elettorale non sosteneva Trump. Lui stesso si è ricreduto dopo l’attentato e dopo aver visto la reazione di Trump”, ha affermato Nardone. Il proprietario di X infatti ha voluto partire con l’intervista proprio parlando dell’attentato. “Anche lo stesso JD Vance, vicepresidente del ticket repubblicano, era un contestatore di Trump e poi ha cambiato idea”. L’esperto ha rivelato di rispettare le persone che cambiano idea. “Queste sono persone che si sono ricredute sulla base di fatti”.

Le (poche) divergenze tra i due magnati 

Poche le divergenze uscite tra i due durante l’intervista, una riguardo il riscaldamento globale. Trump infatti ha parlato di effetto positivo mentre Musk ha dichiarato che è una sfida reale da affrontare. Si parla però di coppia che potrebbe cambiare il mondo. “Di fatto ognuno a suo modo ha già cambiato il mondo. Elon Musk partito da PayPal, Tesla e Space X. Trump prima come imprenditore e poi come presidente che ritroveremo nei libri di storia”, ha aggiunto.

Una delle più famose divergenze tra i due riguarda le auto elettriche. Nonostante questo, Nardone è ottimista. “Io credo però che quando si uniscono persone di qualità possano venire fuori delle cose senza dubbio positive”. Diffidare però da chi inizia ad idolatrare queste figure. “Nessuno di loro è perfetto e io non condivido il 100% di quello che dicono. Però prendo il buono e, se è vero quello che hanno detto e che a Musk verrà affidato una sorta di commissione per controllare l’efficienza del governo, secondo me può essere solo una cosa positiva”. 

Trump-Musk, l’unione che può aiutare l’Occidente a rimanere il baluardo della democrazia

Quella che un mese fa sembrava una gara chiusa, a seguito del ritiro di Biden, pare essersi riaperta. I sondaggi infatti oggi danno Harris in vantaggio in diversi “swing States”, fondamentali da conquistare per ottenere la vittoria alle presidenziali. Nardone però nutre poca fiducia dei sondaggi. “I sondaggi sono tanti e fino all’ultimo non do nulla per scontato. Fanno sorridere questi sondaggi perché ribadisco che Kamala Harris non è in grado di competere con Trump. Con questo non sto dicendo che vincerà sicuramente Trump”. Da qui al 5 novembre potrebbe effettivamente succedere di tutto. “Purtroppo viviamo in un’epoca in cui l’informazione è controllata dalla propaganda. C’è questo tentativo costante di perorare una determinata causa, che è quella globalista della sinistra radicale”. Proprio nell’ottica dell’intervista del 12 agosto è trapelata la lettera di Breton, commissario Ue per il mercato interno, considerata da Nardone “abbastanza intimidatoria”. “Questo”, aggiunge, “la dice lunga proprio da che parte stia l’Unione Europea. È un periodo veramente cupo, quindi in gioco il 5 novembre c’è molto di più della presidenza Usa”.

Importante capire che contributo potrebbe dare questa “amicizia” tra Trump e Musk. “Io penso che questa unione possa aiutare non solo il popolo americano, ma l’intero Occidente a difendere un principio sacrosanto che è quello della libertà di parola e di opinione”. Il resto, dall’economia fino al sociale, va in secondo piano. “Siamo di fronte ad un bivio enorme, fra la dittatura woke e un mondo in cui invece chiunque possa essere libero di esprimere la propria opinione”. Situazione pericolosa oggi. “Vogliamo un Occidente cinesizzato o vogliamo continuare a vivere in un Occidente che rimanga il baluardo della libertà e della democrazia? È una questione che dovrebbe interessare tutti in egual modo, indipendentemente se ci sta simpatico o meno Trump”, ha concluso l’esperto.