Home Politics Dove va il M5s? Scontro Grillo-Conte su regole e nome

Dove va il M5s? Scontro Grillo-Conte su regole e nome

M5S, Conte e Grillo

Perché leggere questo articolo? Alla vigila dell’Assemblea Costituente volano gli stracci in casa M5s. Nome, simbolo e due mandati dividono Grillo e Conte.

Sul futuro del M5s si scontrano il passato e il presente. E’ scontro aperto tra Beppe Grill0 e Giuseppe Conte. Il fondatore del Movimento si scaglia contro l’Assemblea Costituente proposta dal leader politico. Un punto di non ritorno nel duello a distanza sul futuro del M5s. Lo scontro è a tutto campo sui tre pilastri del Movimento: nome, simbolo e vincolo dei due mandati. Conte valuta di metterli in discussione, ipotesi respinta al mittente da Grillo.

L’affondo di Grillo sul Dna del M5s

“Cari attivisti, portavoce e sostenitori del Movimento 5 Stelle, ci troviamo a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il Movimento 5 stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale”, scrive Beppe Grillo, il garante del M5s, sul suo blog.

“Il simbolo del Movimento 5 Stelle non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato”, è il warning di Grillo.

Il nostro nome, Movimento 5 Stelle, non è solo una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita. Movimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani”, scrive ancora il fondatore del M5s. “E poi c’è la regola del secondo mandato. Era l’8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l’introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio“, conclude il padre putativo del M5s.

La replica di Conte

Conte sembra aver raccolto il guanto di sfida lanciato dal garante del M5s Beppe Grillo. Se è quest’ultimo a iniziare la “guerra” sulla costituente di ottobre, l’ex presidente del Consiglio e del Movimento, non fa una piega. Anzi rilancia, forte della consapevolezza che il Movimento, è decisamente con lui. “L’assemblea costituente è sovrana“, ha spiegato Conte, lanciando l’avvio della fase costituente che avrà il suo culmine a fine ottobre e che vedrà gli iscritti decidere su proposte e obiettivi strategici senza che ci sia chi guida il processo dall’alto.

È il più grande esperimento di democrazia partecipativa mai realizzato in Europa da una forza politica. Bisogna guardare al futuro, non a un passato che non torna”. L’ex premier ha replicato che tutto è in discussione. Non ci può essere qualcuno che stabilisca a priori cosa si può modificare e cosa no. Due posizioni antitetiche, segnali di una rottura definitiva dalle conseguenze imprevedibili.

Lo scontro tra i due leader divide il M5s

La guerra aperta tra il presidente e il fondatore spacca la base del M5s. Il nuovo che avanza nel partito affronta i sostenitori del Movimento delle origini. Chi sta con chi? L’attuale gruppo dirigente è compatto intorno a Conte, che ha scelto l’attuale pattuglia pentastellata nelle istituzioni. Dietro il silenzio di Virginia Raggi e Alessandro Di Battista, si celerebbe dunque un assenso alla linea riformatrice di Conte. Aperta condivisione c’è da parte dei capigruppo a Camera e Senato, Francesco Silvestri e Maria Castellone. Tra le – poche a dire il vero – voci critiche che accolgono il j’accuse di Grillo ci sono l’ex ministro Danilo Toninelli e il figlio del fondatore Davide Casaleggio. Una minoranza, ma rumorosa.