La sempre compassata Politico.eu non ha mancato di uscire dal suo tradizionale tono di gola profonda dei palazzi comunitari per punzecchiare Ursula von der Leyen sul sostanziale flop del tentativo di ottenere una Commissione Europea all’insegna dell’equità di genere. “La festa della salsiccia”, scrive con poco aplomb la testata di Bruxelles sottolineando come la richiesta di Frau Ursula ai Paesi europei di indicare per la carica di commissario un uomo e una donna per permetterle in un secondo momento di scegliere sia stata ignorata. E dei ventidue commissari su ventisette già nominati solo sei, inclusa la presidente, sono “rosa”.
L’ironia sulla “festa della salsiccia”
“Allo stato attuale, i paesi hanno proposto 16 uomini per i posti nel prossimo Collegio dei Commissari di von der Leyen, il team esecutivo che proietta l’immagine dell’Unione europea nel mondo e gestisce settori chiave tra cui la concorrenza, il commercio e la politica digitale”, ricorda Politico.eu aggiungendo che due mosse “hanno fatto pendere ulteriormente la bilancia, quando la Romania ha confermato che avrebbe nominato Victor Negrescu, poi il Lussemburgo ha proposto Christophe Hansen per il ruolo di prim’ordine. Se Danimarca e Italia seguiranno l’esempio nominando uomini, come ci si aspetta ampiamente che facciano, diventerà probabile che due terzi dei 27 commissari dell’UE saranno uomini”.
Da qui l’ironia sulla “festa della salsiccia” e sull’autogol di von der Leyen, che nel 2019 senza chiedere un target esplicito aveva scelto una Commissione Europea composta quasi per metà da donne: erano 13 su 27, compresa la Presidente, le donne ai vertici dell’esecutivo comunitario.
I numeri non dicono tutto
Fumo negli occhi per la presidente socialista della Commissione del Parlamento Europeo sui Diritti delle Donne e l’Equità di Genere, la spagnola Lina Galvez. L’esponente del partito di Pedro Sanchez, da sempre in prima linea sulle battaglie femministe, ha ammonito che sarebbe “impensabile” per il Parlamento Europeo sostenere una Commissione così sbilanciata.
Ma, a ben guardare, il numero racconta solo una parte della verità. La realtà dice anche che la presidente è stata confermata come una donna e che dopo Josep Borrell sarà una donna, l’ex premier estone Kaja Kallas, a gestire la politica estera europea. Così come sono donne le titolari degli altri due incarichi apicali dell’Unione, Christine Lagarde e Roberta Metsola. Abbondano gli uomini, ma in larga parte prendono indicazioni, dunque. E la “festa della salsiccia” è anche quella della de-responsabilizzazione dalle decisioni più scomode.