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Brescia, caos scuola: 3mila docenti nominati e poi respinti

Brescia, caos scuola: 3mila docenti nominati e poi respinti

Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Nonostante l’alto numero di cattedre vacanti, nella provincia di Brescia le e i 3mila docenti nominati per l’anno scolastico 2024-25 non hanno potuto firmare la presa di servizio. L’Ufficio scolastico ha bloccato la procedura senza comunicazioni pubbliche ufficiali e tutti restano in attesa. Rachele Bosio (Assenze ingiustificate): “Inaccettabile, l’ennesima beffa alla nostra già grave situazione di precariato lavorativo e quindi anche esistenziale”

Brescia, le nomine in tarda serata e poi lo stop

È accaduto tutto in poche ore. Le nomine per la supplenza annuale da GPS (Graduatorie Provinciali di Supplenza) sono arrivate – grazie al lavoro di un algoritmo – a più di 3mila insegnanti sabato 31 agosto alle 20, ben oltre gli orari di apertura dell’Ufficio scolastico territoriale (UST). La presa di servizio era prevista per lunedì 2 settembre alle 8.00. Inderogabile. Si sa che nemmeno chiamando le segreterie e spiegando la propria situazione si può firmare il contratto in un altro momento. Tantomeno a distanza.

Di conseguenza le più di 3mila persone nominate si sono organizzate. Tante hanno fatto i bagagli di corsa, si sono messe in viaggio per poter arrivare nella scuola a cui sono state assegnate in tempo. La presa di servizio, però, non c’è stata.

Sempre lunedì 2 settembre, infatti, l’UST di Brescia ha inviato una sintetica convocazione alle scuole: “Buon dì, si invitano i dirigenti a sospendere momentaneamente la presa di servizio per ulteriore verifica delle operazioni del 31.08.2024. Cordiali saluti”.

Brescia, 3mila insegnanti nel limbo in attesa di chiarimenti

Sembrano esserci stati degli errori – non meglio definiti – sulle assegnazioni delle cattedre e quindi sui contratti che determineranno per un anno scolastico la vita lavorativa (ma in tanti casi anche privata) sia di chi ha ricevuto la nomina, sia di chi spera di ottenerla nelle prossime settimane.

Nonostante le ore ormai trascorse dalla presa di servizio mai svolta, non si sa ancora nulla. Non ci sono novità né comunicazioni pubbliche ufficiali. Il sito dell’UST di Brescia resta silente. Qualche docente è riuscito a sentire l’ufficio al telefono – che ha avuto la linea staccata quasi tutta mattina – ma senza ricavarne troppe informazioni. Anche i sindacati sono nel caos.

C’è l’insegnante che ha guidato di notte per arrivare a Brescia in mattinata. Quello che ha pazientato per ore davanti alla segreteria della scuola in cui forse insegnerà quest’anno finché non ha firmato un contratto che “mal che vada verrà stracciato“. Chi è stato rimandato a casa e chi si è dovuta giostrare tra istituti a 60km di distanza per capire come procedere.

“La dignità di questa professione viene ogni giorno calpestata”

Rachele Bosio, insegnante del collettivo Assenze ingiustificate, commenta: “Quello che è successo stamattina a Brescia è inaccettabile ed è solo l’ennesima beffa alla nostra già grave situazione di precariato lavorativo e quindi anche esistenziale, dalla quale la nostra categoria è schiacciata da tempo e – per giunta – in maniera sempre crescente. Il caos di questa mattina non arriva dal nulla, certo, ma non fa altro che aumentare i motivi di rabbia e frustrazione. Alle ore 20.00 (circa) di sabato 31 agosto a moltə docenti arriva via mail la convocazione per supplenza GPS da parte del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) – prima o poi Valditara ci spiegherà cosa intendesse dire con la parola ‘merito’, visto che a noi sembra solo di ricevere calci sui denti”.

Bosio prosegue: “In questo tipo di graduatoria provinciale di supplenza si possono ottenere incarichi terminanti il 31 agosto (la situazione più desiderata), oppure al 30 giugno. Al 30 giugno significa chiedere la disoccupazione in estate per fare lo stesso identico lavoro svolto dai colleghi, che invece hanno il contratto più cool. Inoltre da questo tipo di graduatoria possono arrivare anche i cosiddetti spezzoni.  Praticamente può arrivarti la mail di assunzione che ti comunica che “Evviva! Sei statə preso in una scuola per fare 7 ore!”. Se c’è disponibilità di posti ti possono arrivare anche più di uno spezzone, in modo tale da poter completare l’agognato monte ore massimo che coincide con lo stipendio pieno di un insegnante, che comunque sappiamo bene non essere una fortuna.  Si specifica che tutti gli spezzoni sono, per motivi a noi sconosciuti, fino al 30 giugno 2025. Quindi non solo gli/le insegnanti che vengono assunti su spezzoni dovranno probabilmente correre da una scuola all’altra con tutti i disagi connessi (!) ma si troveranno anche all’1 di luglio, con un bel calcio nel sedere, in disoccupazione“. 

Esistono insegnanti di serie B?

L’insegnante del collettivo Assenze ingiustificate aggiunge: “Quindi esistono insegnanti di serie B? Eppure svolgono lo stesso identico lavoro degli altri, magari da anni. Si vuole andare al risparmio? Il Ministero sceglie deliberatamente di “tenere a mano” (come si dice a Brescia) sugli e sulle insegnanti trattandolə come fossero numeri, come se non avessero una vita da costruire. Abbiamo notato, oltre tutto, che la tendenza è aumentare le assunzioni degli spezzoni di poche ore (addirittura, per chi ha una cattedra di ruolo, c’è il supplizio dell cattedre COE, a completamento esterno) a sfavore delle ore di “potenziamento”, che vanno sempre diminuendo e che sono invece fondamentali nella scuola per la progettazione. Esempio: in una scuola servono solo 13 ore per una determinata materia e non di più, le restanti, per arrivare al monte ore totale, una volta venivano date a disposizione della scuola. Per fare cosa? Per esempio il corso di italiano L2 per gli e le alunne non italofone o per fare un qualsiasi tipo di progetto per studenti e studentesse. Invece no: meglio sballottarci a tappare buchi su più scuole come trottole, in modo da spendere di meno e assumere meno insegnanti

“Infine, su questo tema, è interessante notare come possano anche arrivare due spezzoni per due scuole a 60 km di distanza tra loro (circa 1 ora) lasciando sottinteso che un*insegnante debba usare ⅓ del suo stipendio solo in trasporti e senza contare le ore buttate in auto. Se è così, volete fornirci di una macchina aziendale? Cosa sta diventando fare l’insegnante? Pedine lanciate da una parte all’altra giocando sempre a ribasso sulle spalle di lavoratori e lavoratrici, di vite? E questo era solo il preambolo. Non finisce qui.  Dopo che gli/le insegnanti ricevono la convocazione hanno 48 ore di tempo per palesarsi nella scuola in questione per fare la cosiddetta “presa di servizio”, che è qualcosa che ricorda l’investitura medievale e si può fare solo dal vivo entro quel lasso di tempo, pena l’esclusione dalle graduatorie per tutta la decorrenza prevista (1 o 2 anni). Quindi che tu abiti dietro la scuola o che abiti in Sardegna poco conta: le ore a disposizione per venire a firmare sono quelle. Ma tanto è risaputo che i treni, gli aerei e la benzina a noi la regalano. Possibile che per poter dichiarare la volontà di prendere servizio non si possa usare lo SPID, visto che siamo nel 2024? Sia mai. Vuoi insegnare? Allora devi correre e non badare a spese. Facciamo notare però come non ci sia la medesima fretta nella firma del contratto, quello no. Per quello c’è la calma totale. A volte passano anche i mesi. Dipende”.

La situazione di stamattina a Brescia è clamorosa

Queste le conclusioni: “Ciò che è successo nello specifico stamattina a Brescia è clamoroso. C’è gente che è corsa da tutto lo stivale per andare a firmare questa benedetta presa di servizio ma tutto è stato bloccato per degli errori dell’algoritmo stesso. Tutto annullato.

Quindi i casi sono stati tre:

  • insegnantə in coda mandati a casa;
  • insegnanti tenutə a scuola “sotto sequestro” per ore mentre le segreterie capivano il da farsi;
  • insegnanti a cui è stato fatto firmare la presa di servizio dicendo “in caso se è un errore la stracciamo”.

Cioè gente che ha attraversato l’Italia per sentirsi dire “No grazie, guarda che abbiamo sbagliato”. Praticamente uno show che è costato un sacco di soldi, tempo e che ci lascia sospesə senza sapere come muoverci.

Questo è quello a cui siamo arrivatə. La dignità di questa professione viene ogni giorno calpestata, non riconosciuta e ridicolizzata. Purtroppo tra tantə colleghi e colleghe la ricerca di un lavoro diverso o di un piano B sta diventando non più una scelta ma una necessità. Questo sistema ci mette in una situazione realmente insostenibile.

A cominciare dai ritardi di stipendi (anche di 4 mesi) che avvengono regolarmente per gli/le insegnanti precari3 che vengono assunt3 da graduatoria di istituto, passando per i corsi abilitanti da 2000-2500 euro a spese nostre e arrivando al sistema di reclutamento. E questa è una descrizione davvero sommaria e incompleta di quanto accade. Stiamo parlando di più di 250.000 persone – in tutta Italia – trattate a pesci in faccia.

Che Paese è un Paese che non investe nell’istruzione, nei suoi/nelle sue insegnanti e quindi in studenti e studentesse? Questa non è la scuola che vogliamo, è lo smantellamento dello stato sociale. Serve altro per alzarsi e protestare? Basta”.