Home Politics Sangiuliano è salvo grazie a Fitto e al “metodo Santanché”

Sangiuliano è salvo grazie a Fitto e al “metodo Santanché”

Sangiuliano contro Virginia Raffaele

Perché leggere questo articolo? Non c’è pace per il ministro Sangiuliano. In soccorso della sua poltrona accorrono le vicende di altri due ministri: Fitto e Santanché. Questione di contingenze e di metodo: il rimpasto di governo sembra lontano.

Non c’è pace per il ministro Sangiuliano. Non bastava lo scazzo col suo detestato Sottosegretario Vittorio Sgarbiprotagonista di una vicenda surreale che ruota intorno a un furto di quadri. Cos’altro poteva capitargli dopo le gaffe sul Premio Strega, Piccadilly Circus e i “250 anni di Napoli” costati il posto al povero social media manager? Non c’è limite ai guai per il povero titolare della Cultura. Ci mancava solo l’affaire Boccia. A salvare il povero Sangiuliano, però, potrebbe accorrere la fuoriuscita di un altro ministro dal governo.

Il caso Sangiuliano tra gossip e politica

Da giorni il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è al centro di un caso politico legato al ruolo di una donna di 41 anni, Maria Rosaria Boccia, che sostiene di essere una sua collaboratrice. Una vicenda tra il rotocalco e l’affare di Stato, che lasciamo volentieri approfondire ad altri – se proprio proprio non resistete, qui trovate un riassunto delle precedenti puntate della soap opera.

Dal gossip, però, la vicenda potrebbe avere rilevanza politica. Con ricadute anche pesanti sull’esecutivo. Per questo motivo la premier ha provato a mettere una pezza a una querelle che sta assumendo toni imbarazzanti. In un intervento televisivo – in un contesto tutt’altro che incalzante, come il salotto di 4 di sera su Rete4 – Giorgia Meloni si è detta rassicurata dalle spiegazioni che Sangiuliano le ha fornito, smentendo dunque le ipotesi su una possibile sostituzione del ministro. A tenere saldamente il titolare della Cultura attaccato alla poltrona in realtà sono le vicissitudini di altri due ministri del governo Meloni: Fitto e Santanché. Uno per contingenza, l’altro per metodo.

Se Fitto va a Bruxelles, Sangiuliano resta a Roma

Per il governo è scattata l’operazione stabilità. In queste difficili settimane di rientro, l’esecutivo è già alle prese con frizioni interne ai partiti della maggioranza su questioni programmatiche e sulle scadenze dell’incombente Manovra di Bilancio. Meloni dovrà già sistemare una casella che a breve si renderà vacante. La nomina di Fitto a Bruxelles, in sostanza, salverà la poltrona di Sangiuliano.

Il quotidiano tedesco Die Welt ha rilasciato alcune anticipazioni che vedono il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR non solo in commissione, ma confermerebbero la sua vicepresidenza esecutiva con delega su economia e aiuti alla ricostruzione per il Covid, per un valore di oltre 700 miliardi di euro. Una nomina prestigiosa in Europa, ma che obbliga Meloni a redistribuire le pesanti deleghe che il ministro per gli Affari europei gestiva (il Sud, le politiche di coesione e il PNRR).

Il metodo Santanché contro il rimpasto di governo

In soccorso di Sangiuliano c’è un altro esponente di punta del governo Meloni finito al centro della bufera: Daniela Santanchè. La ministra del Turismo è finita indagata in due inchieste per truffa ai danni dell’INPS e per falso in bilancio – e risulta in qualche modo coinvolta in altre due vicende. Nonostante le pressioni, Meloni ha sempre evitato di rimuovere la ministra, che ha superato anche una mozione di sfiducia (bocciata dalla Camera lo scoro aprile). Un precedente che muove in direzione contraria al temuto rimpasto di governo. Il ministro Sangiuliano può tirare un sospiro di sollievo, per il momento.