Home Economy Oasis e dynamic pricing, Trotta: “Così si porta al collasso la filiera della musica”

Oasis e dynamic pricing, Trotta: “Così si porta al collasso la filiera della musica”

Oasis e dynamic pricing, Trotta: “Così si porta al collasso la filiera della musica”

Lo storico organizzatore di eventi Claudio Trotta commenta le recenti tendenze e dinamiche nella vendita dei biglietti per i concerti finite sotto i riflettori dopo il caso-Oasis: “Così si uccidono la creatività, il talento e le speranze del futuro della intera filiera della musica pop e rock internazionale”. L’intervista

La storica band Oasis, composta dai fratelli Noel e Liam Gallagher, ha annunciato una reunion e un tour nel 2025, scatenando l’entusiasmo dei fan. Le prevendite per le 17 date nel Regno Unito sono andate rapidamente esaurite, ma ciò che ha sorpreso i fan è stato l’aumento vertiginoso dei prezzi dei biglietti, che durante l’acquisto su Ticketmaster sono passati da 135 sino a 350 sterline. Per analizzare la questione di quello che tecnicamente si chiama dynamic pricing, pratica ora finita anche sotto i riflettori delal Commissione europea, abbiamo intervistato Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts e Slow Music, produttore indipendente  italiano, storico organizzatore di concerti, musical e show. 

Trotta, come commenta la vicenda della vendita dei biglietti degli Oasis?

In coincidenza con il consolidamento del controllo delle intere industria e filiera incluso il ticketing nelle mani di poche società multinazionali, stiamo assistendo ad una escalation di modalità per incassare sempre di più. Da almeno 20 anni il mondo dello spettacolo dal vivo internazionale è oggetto di un processo  speculativo ai danni delle passioni del pubblico di cui non sia vede la fine. Non solo il Secondary Ticketing che oltre ad essere un crimine perseguibile in molti Paesi, fra cui l’Italia grazie alla legge sull’applicazione del biglietto nominale, analizzandone le caratteristiche  appare come una “scientifica” anticipazione del Dynamic studiata anche e soprattutto per creare il panico della impossibilità di acquistare i biglietti per aumentarne a dismisura la sensazione di doverli possedere e quindi essere disponibili a pagarli cifre insensate. Vi è anche un aumento incontrollabile dei prezzi dei biglietti non sempre giustificato dai reali aumenti di costi. Un florilegio di advance sales spesso onerose ,pacchetti vip di tutti i generi e il Dynamic Pricing adottato con regolarità già da qualche anno in Usa ed in alcuni Paesi europei. Mi risulta che il Dynamic è attuato sempre in pieno accordo con l’artista e/o con i suoi rappresentanti e diversamente dal Secondary che non li gratificava economicamente se non quei molti collusi, premia invece le finanze e l’ego degli artisti.

Quali sono state le principali problematiche riscontrate nella vendita dei biglietti per i concerti degli Oasis che hanno portato ora anche all’indagine dell’Autorità della concorrenza e dei mercati?

Credo che si debba fare una considerazione sulla natura stessa del spettacolo da vivo che di fatto ora è diventato parte di un sistema che è abituato evidentemente a sposare le “leggi” economiche e finanziare senza guardare al di là di esse. Ossia: io faccio i conti, punto! Come i medici che ti “curano” la parte rotta ma non guardano il fisico in generale . Come quelli che hanno visioni limitate delle cose. Limitate alla conoscenza dei numeri. Ma non li interpretano. Non importa come si fanno i soldi. L’importante è farli e averli. Il punto sul concetto di presunta “efficienza” è fondamentale. In un mondo che si deve nutrire di diversità e accessibilità alle cose per sviluppare un gusto collettivo e personale non può essere adottato un metodo simile nel nome della efficienza. Il Dynamic insieme ad altri fattori fra cui il sempre più limitato utilizzo di musicisti e strumenti musicali potrebbe portare al collasso della intera filiera e della Bellezza della Musica popolare uccidendo la creatività, il talento e le speranze del futuro della intera filiera della musica pop e rock internazionale. È solo una questione di tempo ma l’estinzione culturale che stiamo già vivendo da tempo è anche alimentata da queste modalità.

Ci sono innovazioni tecnologiche o logistiche che il mondo dell’organizzazione di eventi sta considerando per migliorare l’esperienza di acquisto dei biglietti per i futuri concerti?

Si tratta senza ulteriori indugi di passare alla smaterializzazione dei biglietti che senza dubbio garantirebbe maggiore trasparenza ed eviterebbe molto probabilmente la possibilità della rivendita illegale. Si tratta, tuttavia, anche e soprattutto, di garantire le informazioni relative a cosa si acquista e quanto si paga prima della messa in vendita. Quando si parla di Dynamic Pricing paragonare la vendita di biglietti per i concerti con quella di biglietti per aerei o treni o sistemazioni alberghiere è improprio. Si vuole sentire un determinato artista che si esibisce in una location ed in una data definiti. Mentre si può viaggiare con compagnie diverse, in orari e giorni diversi e si può dormire in sistemazioni alternative. È anche necessario che soprattutto gli artisti più conosciuti e richiesti pongano un freno alla ulteriore crescita, sviluppo e utilizzo di algoritmi e tool che omologano, come sempre succede verso il basso la qualità del loro lavoro, utilizzati solo ed unicamente come sono per aumentare a dismisura i loro ricavi senza alcun limite etico e sociale e in ultima analisi senza  credo ricordarsi di rispettare i propri fan della prima ora. Quelli che andrebbero considerati i veri “shareholder” della loro vita professionale. Quelli che li hanno seguiti dagli inizi a fronte di sacrifici economici e psico-fisici non indifferenti.

Come influirà, secondo lei, l’indagine dell’Autorità sulla concorrenza e dei mercati del Regno Unito sulle future vendite di biglietti per eventi di grande portata come questi concerti?

Spero che ci sia la capacità e volontà di andare finalmente alla radice dei problemi e non ci si limiti a tecnicismi e casi particolari. Già da alcuni anni in USA, Canada e alcuni altri Paesi ci sono parti del sistema politico, giudiziario e istituzionale che hanno messo in atto azioni di vario genere su questi temi. La mia sensazione purtroppo è che sia troppo tardi e che il futuro  per il pubblico che vuole fruire di musica dal vivo e non solo consumare acriticamente e per i giovani presenti e futuri artisti, maestranze e creativi sarà molto difficile.