Perché leggere questo articolo? Il dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump è stato serrato. La vicepresidente ha avuto la meglio, lo dicono anche i sondaggi e le reazioni a caldo dei due sfidanti. Il confronto, però, non è stato decisivo. La sfida resta aperta.
E’ andata esattamente come voleva Kamala Harris. Nel confronto televisivo tra Harris e Trump non ci sono stati colpi da ko, ma la candidata dem ha assestato i colpi migliori. I novanta minuti di dibattito sono stati aspri, serrati e carichi. Alla fine della contesa Kamala Harris sembra essere uscita meglio di Donald Trump. Ma è presto per cantare vittoria, anche perchè – a sorpresa – tra i due contendenti alla Casa Bianca potrebbe esserci un secondo round.
Harris è andata meglio di Trump
E’ bene ribadirlo: raramente nella storia americana i confronti televisivi decidono la corsa alla Casa Bianca. Il penultimo dibattito che ha portato al ritiro di Joe Biden è stato un’eccezione. Che potrebbe essere stata smentita dal primo confronto – al contempo significativo ma quasi certamente non storico – tra Kamala Harris e Donald Trump. Fatta questa premessa, è indubbio che la candidata democratica abbia avuto la meglio.
Kamala Harris ha condotto il dibattito esattamente nella maniera in cui sperava. Dall’inizio – quando è andata incontro a Trump per stringergli la mano – fino alla conclusione – quando il suo staff ha sfidato quello di Trump proponendo un secondo confronto, “se ne ha il coraggio“. Nel mezzo, Harris ha dato l’impressione di una performance decisamente migliore di quella di Trump. Lo testimonia il semplice fatto che – per la prima volta in sette dibattiti presidenziali – il candidato repubblicano si sia presentato ai microfoni della stampa per rilasciare interviste post-confronto. Una sorta di “chi vince festeggia, chi perde spiega”.
Come è andato il confronto
Harris ha centrato il suo obiettivo. Non ha fatto gaffe, è riuscita a evitare gli argomenti più spigolosi – su tutti, economia ed esteri – e soprattutto ha fatto innervosire Trump. Che ha dato alcune risposte confuse su quelli che solitamente sono i suoi temi preferiti. Harris è sembrata più equilibrata e moderata rispetto alle primarie nel 2019, al contrario Trump ha perso la pazienza.
Trump è partito dando della “marxista” a Harris, che è riuscita a passare all’attacco nella prima e solitamente decisiva mezzora del confronto. Gli affondi di Trump all’amministrazione Biden sull’immigrazione, l’economia, la politica estera non sono andati a fondo. Harris è sempre stata abile a distogliere l’attenzione di Trump con provocazioni e critiche personali. L’ex presidente è andato poi in difficoltà sul tema dell’aborto: ha sostenuto mentendo che ci siano stati dove è possibile abortire “dopo la nascita”. E’ quindi stato corretto dai moderatori, e si è quindi rifiutato di impegnarsi a mettere il veto su un eventuale divieto nazionale di interrompere la gravidanza votato dal Congresso. Ha sostenuto, ancora mentendo, di non sapere cosa sia il Project 2025, il controverso programma di governo per un’ipotetica amministrazione di destra, da cui Trump e il suo staff hanno fatto di tutto per distanziarsi.
Harris ha disinnescato Trump
Harris è riuscita anche a evitare di essere messa in difficoltà sui temi in cui è più debole. Per esempio quando si è parlato di immigrazione. Trump ha rilanciato la storia secondo cui in Ohio gli immigrati clandestini rubano cani e gatti per mangiarseli, e al moderatore Muir è toccato precisare che queste accuse sono state definite non provate. Scivoloni che possono aver fatto felici i Democratici, ma che potrebbero non aver cambiato molto lo scenario. Trump è sembrato più interessato a parlare ai suoi elettori e a ripetere davanti a milioni di americani le accuse che lancia a ogni comizio. I suoi concetti sono apparsi più semplici e più diretti, anche se come al solito ha evitato di citare numeri e entrare nei dettagli dei suoi progetti. Di contro Harris ha citato spesso numeri. Sulla sanità l’ex presidente ha detto di non avere un piano, ma “princìpi di un piano”.
Harris ha puntato a ridicolizzare il suo avversario in politica estera, accusandolo di “aver svenduto l’America in cambio di lusinghe” al presidente russo Vladimir Putin. “I leader del mondo ridono di te, ti considerano un disastro”. Trump si è rifiutato di dire che spera che l’Ucraina vinca la guerra contro la Russia e ha espresso ammirazione per il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Harris lo ha incalzato: “Quanto velocemente ti arrenderesti per fare un favore a quella che pensi sia un’amicizia con un conclamato dittatore , che ti mangerebbe a pranzo?“. Trump ha anche rivendicato di aver concluso l’accordo con i talebani, che portò al ritiro statunitense dall’Afghanistan, attribuendosi quindi la responsabilità di quello che i Repubblicani ritengono un grave insuccesso di Biden.
I sondaggi premiano dicono 63% Harris e 37% Trump
Per la maggioranza degli spettatori che hanno assistito al dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump la performance della candidata dem è stata migliore. E’ il risultato di un sondaggio fatto da Cnn con Ssrs poco dopo la fine del confronto. Il 63% contro il 37%, crede che Harris abbia fatto meglio sul palco di Philadelphia. Prima del dibattito, gli stessi elettori erano equamente divisi 50-50. Complessivamente le opinioni sui punti di forza di ogni candidato sulle diverse questioni hanno continuato a riflettere comunque le dinamiche viste nei sondaggi nazionali, con Trump in vantaggio su economia, immigrazione e il ruolo di comandante in capo, e Harris più affidabile su aborto e protezione della democrazia. Nel dibattito presidenziale di giugno, gli elettori erano stati al 67% a favore di Trump e il 33% di Biden.