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Campo largo, Pastorella (Azione): “Noi ne siamo fuori, valuteremo caso per caso”

Campo largo, Pastorella (Azione): “Noi ne siamo fuori, valuteremo caso per caso”

Giulia Pastorella: “Azione è fuori dal campo largo, abbiamo una posizione terza distinta da quella di destra e sinistra. L’elettorato che due anni fa ha premiato il terzo polo dandoci quasi l’8% dei consensi esiste ancora”. L’intervista

Torna l’ipotesi campo largo nel centrosinistra, mentre il centrodestra candida il sindaco di Genova Marco Bucci in vista delle elezioni regionali in Liguria. Il suo sfidante sarà Andrea Orlando del Pd, ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali sotto il governo Draghi. Bagarre nell’opposizione per il sostegno al candidato dem, con il Movimento 5 stelle guidato da Giuseppe Conte che ha finalmente optato per il . A spaccarsi sul fronte ligure invece è Italia Viva, vista l’indecisione del leader Matteo Renzi di aderire o meno al progetto di coesione. Fino a pochi giorni fa, il partito dell’ex premier sosteneva il candidato del centrodestra Bucci. Dopo l’ipotesi del campo largo, ha aperto la possibilità di un progetto più ampio. Scelta che ha fatto infuriare i membri del partito, tra cui Luigi Marattin, fedelissimo di Renzi che ha annunciato la sua uscita di scena dopo le recenti prese di posizione.

A restare in sospeso è anche il partito di Carlo Calenda. Azione rifiuterebbe l’idea di campo largo nazionale, ma valuterebbe ogni possibile situazione, in questo caso regionale. Ne abbiamo parlato con la deputata di Azione Giulia Pastorella. “Campo largo? Siamo fuori, ma valutiamo caso per caso“. L’intervista.

Pastorella, come reputa la visione di Azione sul campo largo?

Azione è fuori dal campo largo, abbiamo una posizione terza distinta da quella di destra e sinistra. Come avvenuto anche in passato, a livello territoriale valutiamo caso per caso ascoltando i dirigenti di partito locale, dialogando con destra e sinistra e cercando di dare il nostro contributo al candidato che reputiamo più capace e disposto a portare avanti programmi e progetti che servono a territorio.

Ha commentato positivamente l’uscita di Marattin sulla creazione di un partito liberal democratico. Ci sono possibilità?

Continuo a pensare che l’elettorato che 2 anni fa ha premiato il terzo polo dandoci quasi l’8% dei consensi sia ancora lì. C’è uno spazio elettorale da riempire e penso che sia doveroso per noi di Azione, unico partito rappresentato in Parlamento che ha questo posizionamento, continuare a lavorare a un soggetto capace di riempirlo al meglio. È quel “soggetto repubblicano” di cui Carlo Calenda parla da prima delle elezioni europee e intorno a cui siamo convinti si debbano aggregare anche gli altri movimenti e associazioni liberal-democratiche.

Quali sono le ragioni, secondo lei, per cui l’elettorato riesca a riporre fiducia in un nuovo soggetto unico rispetto al campo largo, presidiato da grossi partiti?

Perché noi vogliamo dare voce a una fetta di popolazione che non si sente rappresentata dalle posizioni espresse dal centro sinistra italiano. Sull’Ucraina, sulle alleanze internazionali, sugli approvvigionamenti energetici, sulla giustizia, sul merito, per dirne alcune, abbiamo idee abissalmente distanti da quelle di Conte e di Schlein. Siamo convinti di non essere i soli. Ci sono tanti cittadini che, pur non essendo conservatori, non vogliono rassegnarsi a un’alternativa in cui a dettare l’agenda siano Tarquinio e Giuseppe Conte. Cerchiamo di conquistare la loro fiducia.