Durante le vacanze estive, si intensifica un fenomeno che interessa le spiagge della Sardegna: i ladri di sabbia e conchiglie predano le coste isolane, depauperandole delle risorse ambientali. Solo nel mese di luglio, l’Agenzia delle Dogane di Sassari ha fermato un cospicuo numero di persone, che partivano dall’aeroporto con il ricco bottino. Ma a preoccupare è anche la presenza di mercati di sabbia internazionali, frequentati da collezionisti che ambiscono spesso alle arene rosa della Sardegna.
Ladri di sabbia e conchiglie fermati all’aeroporto in Sardegna
In Sardegna, all’aeroporto di Alghero, sono stati fermati e sanzionati dai funzionari dell’Agenzia delle dogane di Sassari numerosi viaggiatori. Si tratta dei ladri di sabbia e conchiglie, che intendevano portare a casa il bottino rubato alle spiagge isolane. Un’abitudine che i turisti sembrano non voler abbandonare, pur essendo vietata dalla legge.
In tutto, nel mese di luglio, sono stati recuperati 1,4 chili di sabbia contenuta in bottiglie di plastica, 743 ciottoli di mare, 43 conchiglie e una roccia del peso di 1,2 chili. Rispettivamente, e illecitamente, prelevati dagli arenili sardi Is Aruttas, nella penisola oristanese del Sinis, dalle Saline di Stintino e dalla spiaggia del Lazzaretto di Alghero. I passeggeri hanno dichiarato di ignorare la normativa ambientale, ma per loro è scattata la sanzione amministrativa.
Il mercato della sabbia e le rarità sarde
A preoccupare non sono soltanto i cattivi comportamenti dei cittadini in visita, che rubano le conchiglie per portare con sé un pezzetto di vacanza. È anche la presenza di un vero e proprio mercato internazionale che ha oggetto la sabbia. Questo spinge i collezionisti a predare le spiagge per nuove ragioni, ma perfino a violare ulteriori leggi. Avventurandosi, per esempio, in litorali interdetti agli uomini per recuperare arene particolarmente ‘preziose’.
Gli ‘amanti’ della sabbia si ritrovano in rete. È sui social che si scambiano il materiale: buste etichettate che viaggiano dagli States al Giappone, dalla Spagna all’Italia. Tra le rarità più introvabili, e più ambite dai collezionisti, c’è la sabbia rosa dell’isola di Budelli nell’Arcipelago della Maddalena, in Sardegna. A scovarli nel web è stata l’associazione Sardegna Rubata e Depredata, impegnata da tempo nella tutela dei litorali. Questa denuncia i furti che continuamente depauperano le risorse ambientali sarde, e prova a spiegare cosa ci sia alla base del fenomeno.
“Spesso, a commento dei nostri post, in tanti non si spiegano l’esigenza di rubare e portarsi a casa sabbia, sassi e conchiglie al rientro dalle vacanze in Sardegna, rischiando peraltro una sanzione da 1000 euro. La maggior parte delle persone in verità non ha una ragione precisa – illustra l’associazione su Facebook – Alcuni lo fanno probabilmente perché è tale il senso di disagio nel dover lasciare l’Isola che tentano in maniera disperata, ma purtroppo vana, di portarsene via un pezzetto tra le mani anziché conservare i ricordi nella memoria e nel cuore. Di sicuro in mezzo a questi disagiati c’è la categoria dei collezionisti“.
Come funziona il mercato online
I ladri di sabbia, e i collezionisti, non attingono soltanto alle piattaforme online. Si appoggiano anche in gruppi su Facebook, rigorosamente privati. Qui, almeno a detta degli amministratori, si “commercia solo con la sabbia“. Dunque, niente denaro, “anche per mantenere l’integrità del gruppo e rendere la raccolta della sabbia così eccitante”.
Al 6 agosto risale uno degli ultimi post. È una foto che ritrae un sacchetto di plastica etichettato “Budelli”, seguito dal ringraziamento alla persona che ha spedito il contenuto. Perché “hard to get” (“difficile da ottenere”). Non solo, però, prelevare sabbia va contro la legge ed è punibile con salate sanzioni amministrative. Ma l’ingresso nel litorale di Budelli è anche vietato dalle norme di salvaguardia.