Con la sua montatura nera e il cappellino arancione indossato con la visiera all’indietro, che poi d’inverno viene sostituito da un berretto di lana dello stesso colore, Edoardo Righini suscita simpatia ancora prima di sentirlo parlare. Su TikTok, dove ha quasi 150.000 follower e 5.5 milioni di like, racconta problemi, soddisfazioni e sogni della sua generazione, quella dei trentenni, ma c’è da scommettere che piace anche a chi quella fascia d’età l’ha già superata, grazie a un potente effetto nostalgia. Lui li chiama “i tentennamenti di un trentenne” e li racconta ogni giorno, dal lavoro alla vita privata.
Chi è Edoardo Righini
Edoardo Righini, 33 anni, ferrarese d’origine e milanese d’adozione, di professione fa il copywriter: “Mi diverto un sacco a realizzare progetti e campagne che raccontino qualcosa di diverso dal solito – racconta sul suo profilo Linkedin . – Leggo più che posso, colleziono battute di spirito e mi perdo a osservare i carrelli delle altre persone mentre faccio la spesa”.
Il suo spirito di osservazione e la sua ironia sono alla base del suo successo personale su TikTok, uno spazio tutto suo, che si è ritagliato insieme a quello del podcast “Trentennamenti”, nato durante la pandemia.
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Come nasce l’idea
Edoardo Righini ha imboccato la strada della scrittura e della comunicazione seguendo una sua passione innata e, abbandonando, come spesso accade, il settore in cui invece si è laureato, ovvero Giurisprudenza. Il suo guizzo si è così trasferito dalle aule dei tribunali a TikTok, dove tutti possono seguirlo nei reel in cui commenta fatti del giorno oppure fa riflessioni sulla vita quotidiana.
Per chi vuole vederlo in carne ed ossa, e non solo attraverso lo schermo dello smartphone, a breve ci sarà anche questa possibilità, perché a settembre Righini condurrà il TedX Ferrara.
Edoardo Righini, su TikTok la sua vita da trentenne
Edoardo Righini su TikTok racconta di tutto un po’, dalla difficoltà di trovare casa a Milano all’organizzazione del Ferragosto, dal viaggiare quando sei povero alla “sfiga” di essere fratelli maggiori, da Taylor Swift a Temptation Island.
In questi giorni, per esempio, insiste su un suo tormentone, ovvero la contentezza per l’arrivo dell’autunno, una stagione vecchi, che si legge trentenni, contrapposta all’estate, periodo ideale dei ventenni: “Finalmente – dice – sono uscito a fare la passeggiata mettendomi la felpa”, non venendo l’ora di inaugurare un periodo fatto di vellutate, tisane, serate trascorse a casa con gli amici a fare giochi di società. Che bello dire addio alla “stagione del caldo, della frenesia fino a notte fonda, del pranzo con una fetta di cocomero per stare leggeri”. E ancora: “A vent’anni bevi l’idraulico liquido e stai bene, a trenta esci dall’ufficio e ti basta un gin tonic per sentirti un Rolling Stone, per poi andare a casa, direttamente a letto, con la coscienza a posto”.
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Poi ci sono le riflessioni filosofiche, come quella che nasce durante la visita al Louvre, “il museo più irritante della storia, l’all you can eat dell’arte, dove entri e ti danno due Caravaggi al prezzo di uno, e la Nike di Samotracia come resto”. Ed è qui che Edoardo Righini snocciola una delle sue perle: “Ho capito una cosa”, annuncia. “Tu nella vita puoi sforzarti, impegnarti al massimo, fare il lavoro più bello della tua vita… Ma se poi quel lavoro, per cui tu hai fatto straordinari, hai lavorato notte e giorno, ti sei messo mille deadline e sei andato in burnout per rispettarle, viene messo nella stessa stanza della Gioconda… Bè, allora non serve praticamente a niente, potevi fare a meno di impegnarti. In tutto questo penso ci sia una lezione di vita: non so quale, ma credo ci sia…”. Tentennamenti di un trentenne, insomma.