Home Politics La strana estate Pd: perde l’1% nonostante il caos del centrodestra

La strana estate Pd: perde l’1% nonostante il caos del centrodestra

Il caso Salis conferma: le correnti Pd non se ne sono mai andate

Perché leggere questo articolo? Dopo l’estate militante di Elly Schlein il Pd perde un punto nei sondaggi. Il caos nel centrodestra sembra togliere focus sull’opposizione.

Se il centrodestra piange, il centrosinistra non ride. Lo sa bene il Partito democratico che non riesce a sfruttare l’estate bollente della maggioranza – tra processi, gossip e ipotesi di rimpasto – per guadagnare consensi. Al contrario, il partito di Elly Schlein anziché crescere arranca. Nelle ultime rilevazioni perde oltre un punto percentuale. Un dato preoccupante, in un momento in cui l’affanno dovrebbe colpire lo schieramento avverso.

Lo strano calo nei sondaggi del Pd

Il Pd regista un calo di un punto percentuale (21,6%), e la segretaria Elly Schlein – nella classifica dei leader – perde in un mese due punti di indice di approvazione. La fotografia dell’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli del Corriere della Sera desta più che qualche preoccupazione dalle parti del Nazzareno. Qualcosa in casa dem non funziona, in maniera inattesa dopo “l’estate militante” promessa dalla segretaria.

Proprio la stagione di feste e raduni nelle piazze promessa da Schlein non sembra aver incontrato il beneplacito della base. La scomparsa per qualche settimana della segretaria – in vacanza in Svizzera per un po’ di meritato riposo – deve essere suonato come un “armiamoci e partite”. I sondaggi lo rilevano: nella caduta del Pd ha un ruolo significativo l’assenza mediatica della leader. 

Il caso Sangiuliano non incide, Renzi sì (ma in negativo)

La luce dei riflettori se l’è invece presa il “nemico-amico” Matteo Renzi. La sua pesante ricomparsa in scena ha complicato i rapporti del Pd con gli alleati principali: su tutti Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi & Sinistra. Ma anche all’interno del partito la corrente sinistra non ha preso bene il riavvicinamento con l’ex segretario. Lo scarso apporto elettorale dei renziani mette invece ancor più in bilico le fondamenta del campo largo, che appaiono piantate sulla sabbia.

C’è un problema di linea politica. Si sottovaluta la tenuta di Giorgia Meloni che, per quanto appannata dal caso Sangiuliano, continua a tenere un filo diretto con il Paese. Il governo ha un indice di approvazione di 44, un punto in più rispetto a luglio, la stessa performance della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il suo partito, Fratelli d’Italia, resta in prima posizione, con il 27,5%, sei punti sopra il Pd. ù

A unire l’area progressista non c’è granché. La scuola pubblica, il salario minimo e non tanto di più. Gli elettori sembrano essersi accorti delle divisioni su politica estera, dall’Ucraina al Medio Oriente, si vacilla un po’ anche sull’europeismo. Addirittura non si è uniti sulle presidenziali americane, e non è scontato che si stia tutti con Kamala Harris e non piuttosto con Donald Trump. I più sembrano ottimisti sul fatto che alla fine la grande alleanza si farà. Ma la paura è che somiglierà più all’Unione che all’Ulivo.

Il governo se la balla e se la suona, togliendo attenzione al Pd

Un mistero aleggia sopra Palazzo Chigi. Lo scandalo Boccia, il divorzio tra Arianna Meloni e Lollobrigida, il patteggiamento di Toti e la condanna a Salvini non hanno tolto un voto a Fratelli d’Italia. La maggioranza pare fare tutto in casa, sia il governo che l’opposizione interna, catturando l’attenzione che viene sottratta al Pd. Sono solo sondaggi, per il momento. Tra meno di un mese si torna alle urne per le Regionali, quando il mistero potrebbe risolversi o infittirsi.