La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha annunciato il 18 settembre alla Camera dei Deputati durante il question time un’importante riforma per l’accesso ai corsi di laurea in medicina. Durante il dibattito in aula, Bernini ha risposto a un’interrogazione della deputata Annarita Patriarca (FI), confermando che i test di ammissione subiranno una profonda trasformazione, con l’obiettivo di valorizzare le competenze degli studenti basandosi su materie caratterizzanti e non su test casuali, spesso paragonati a un “lancio della monetina”. La Ministra ha spiegato che il nuovo sistema di selezione sarà predittivo, in grado di verificare oggi le abilità necessarie per il futuro, garantendo un percorso formativo in cui le conoscenze acquisite potranno essere reindirizzate in ambiti correlati qualora l’esame non venisse superato. “Stiamo lavorando per assicurare che gli studenti siano valorizzati sulla base delle loro competenze, con un periodo di studi comune per medicina, odontoiatria, veterinaria e altre discipline biomediche”, ha sottolineato Bernini.
La riforma ha già portato a importanti cambiamenti: a luglio si è tenuta la seconda prova d’ammissione con il nuovo sistema e, come confermato dalla Ministra, le graduatorie sono state pubblicate rapidamente grazie all’introduzione di una banca dati aperta e trasparente. Questo cambiamento ha permesso di eliminare quello che Bernini ha definito un “mercato parallelo” delle preparazioni private basate su dati non accessibili a tutti. La riforma, inoltre, non riguarda solo l’accesso, ma anche la qualità della formazione stessa. Il Ministero, ha spiegato Bernini, sta lavorando per individuare il fabbisogno reale delle strutture sanitarie e garantire che il sistema universitario possa formare professionisti altamente qualificati. A questo scopo, sono stati stanziati fondi aggiuntivi per migliorare le risorse dedicate alla formazione. Bernini ha poi ribadito l’importanza del diritto allo studio per chiunque voglia investire il proprio talento e le proprie energie in un progetto di vita significativo. “Non possiamo garantire un posto di lavoro a tutti, ma abbiamo il dovere di assicurare a chi ne ha le capacità la possibilità di formarsi e accedere alle professioni mediche”, ha concluso la Ministra, sottolineando la centralità della riforma per il futuro del settore sanitario.