Home Future TikTok come Linkedin, il lavoro ora si cerca qui. Ma attenti a questi 3 hashtag

TikTok come Linkedin, il lavoro ora si cerca qui. Ma attenti a questi 3 hashtag

TikTok come Linkedin, il lavoro ora si cerca qui. Ma attenti a questi 3 hashtag

Cercate lavoro? Alle agenzie interinali con le vetrine affacciate sulla strada è da un bel po’ di tempo che abbiamo detto addio, ma adesso dovete salutare anche Linkedin. Non è più questo il punto di riferimento sul web, almeno se siete giovani, perché il nuovo social in cui andare a caccia di una svolta nella carriera è TikTok. 

Cercare lavoro su TikTok

Ancora una volta il social di origine cinese si impone tra le nuove tendenze che stanno cambiando la società, non solo per quanto riguarda il divertimento. Provate ad aprilo e a cercare un hashtag molto gettonato da qualche tempo, ovvero #CareerTok, accompagnato da tutta una serie di altre parole chiave come #careers, #careertips, #jobsearchtips e #careersadvice. Scoprirere di tutto un po’: troverete di tutto un po’, dai consigli per stendere il cv a quelli per chiedere l’aumento di stipendio. Secondo uno studio di EduBirdie del 2023, per esempio, negli Stati Uniti il 70% dei GenZ intervistati si è rivolto a TikTok per ottenere consigli sulla carriera.

Lavoro su TikTok: attenti a 3 hashtag  

A usare TikTok in campo lavorativo, comunque, non sono solo i giovani, ma anche le aziende, che ne approfittano per cercare informazioni sui possibili candidati. Attenzione, quindi. Bisogna anche stare attenti a come si usa TikTok nella vita privata, come sempre, d’altronde, quando si parla di social network.

A ribadire questo avvertimento su Newsweeke è Jasmine Escalera, esperta di carriera presso la società Zety, che mette in guardia da alcuni comportamenti che potrebbero danneggiare la reputazione professionale di una persona.

White fonting, quit Tok, bare minimum Monday 

Per esempio, attenti a praticare il “white fonting”. Che cos’è? E’ la pratica, che viene spesso consigliata su TikTok, di inserire nel cv determinate parole chiave in caratteri bianchi, che risultano quindi invisibili a occhio nudo, ma sono rilevabili dagli Applicant Tracking Systems (ATS), ovvero i sistemi utilizzati per semplificare il reclutamento e l’assunzione. L’obiettivo del white fonting è bypassare proprio questi sistemi per forzare la propria candidatura oltre lo screening automatico iniziale, assicurandosi un colloquio.

Ma Escalera avverte: “Sebbene sembri una soluzione intelligente, usare il white fonting può ritorcersi contro chi lo usa. I reclutatori sono a loro volta consapevoli di questo trucco e spesso lo vedono come ingannevole, il che può portare a una perdita di credibilità e fiducia”, ha dichiarato l’esperta a Newsweek.

Un’altra tendenza discutibile, ma molto diffusa, è quella che risponde all’hashtag di “Quit Tok” e consiste nella condivisione video del momento in cui una persona si dimette. Questi video spesso ottengono un’attenzione virale, perché fanno sognare moltissime persone a loro volta insoddisfatte del loro lavoro, ma così si rischia di lasciare un’impronta digitale duratura.

“Pubblicare le proprie dimissioni su TikTok potrebbe attirare momentaneamente l’attenzione di tanti follower, diventando così motivo di gratificazione, ma contemporaneamente solleva anche preoccupazioni sulla discrezione e la professionalità di una persona”, ha spiegato Escalera. “I potenziali datori di lavoro che trovano questi video potrebbero chiedersi se il candidato mostrerà un comportamento simile nella loro azienda”.

Infine, avete mai sentito parlare del Bare Minimum Monday? Su True-News.it ve lo abbiamo già raccontato tempo fa: in italiano suona come “il minimo indispensabile del lunedì”. Una tendenza che spinge le persone a mostrarsi in ufficio il primo giorno della settimana, mentre svolgono la minore qualità di lavoro possibile come forma di cura di sé. Anche questa può diventare un’arma a doppio taglio, quindi attenzione: “Sebbene prendersi cura di sé sia importante, fare costantemente il minimo indispensabile può creare una percezione di pigrizia o disimpegno da parte di eventuali datori di lavoro in cerca di candidati per un posto vacante”.