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Liguria, così il centrosinistra ha sbagliato un rigore a porta vuota

Liguria, così il centrosinistra ha sbagliato un rigore a porta vuota

Il viceministro leghista Edoardo Rixi commenta per True News il voto in Liguria: “Tutti i bookmaker tre mesi fa ci davano sicuri perdenti, io invece la vittoria me l’aspettavo”. Il neo consigliere regionale M5S Stefano Giordano: “Il no a Renzi? Coerenza: contano i contenuti, non il numero di squadre”. La senatrice di Italia Viva Raffaella Paita: “Senza il centro non si vince, Conte non è arrivato nemmeno al 5%“. Le interviste

Marco Bucci è il nuovo governatore della Liguria. Con un tête-à-tête all’ultima scheda con il candidato di centrosinistra Andrea Orlando, il sindaco di Genova vince con il 48,8% dei voti. 8400 voti in più rispetto al 47,4% ottenuto dall’ex ministro.

«Sarò il sindaco della Liguria, per una Regione che immagino internazionale», sono le prime parole del neopresidente eletto. La chiave del successo sarebbe «un’alleanza coesa, esattamente quello che non è successo dall’altra parte», ha dichiarato Bucci ai microfoni del Tg2. Considerazione che tuttavia viene confermata anche dall’avversario Orlando: «Il centrosinistra deve darsi un assetto stabile, in questo modo si avvantaggia solo la coalizione avversaria». A determinare un record storico per queste elezioni è stato un dato drammatico. L’affluenza registrata alle urne è stata pari al 45,9%, in forte calo rispetto al 53,4% delle regionali 2020, che hanno visto vincitore l’ex governatore Giovanni Toti.

Rixi (Lega): “Se il centrosinistra non ha vinto questa volta non so quando potrà farlo”

«Il centrosinistra ha tirato sul palo un rigore a porta vuota», ha commentato a True News il viceministro del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi. «Tutti i bookmaker tre mesi fa ci davano sicuri perdenti, io invece la vittoria me l’aspettavo. Abbiamo fatto un’ottima campagna elettorale e Marco Bucci si è dimostrato un ottimo candidato presidente. È un momento di trasformazione per la regione, con moltissimi cantieri, quindi, anche con tensioni difficili da gestire. In più c’era l’inchiesta che ha destabilizzato l’elettorato, soprattutto di centrodestra, rinvigorendo la sinistra». L’opposizione solleva il dubbio sulla vittoria di Orlando a Genova, città amministrata da Bucci. «Il tema è che molti cittadini volevano che rimanesse sindaco. E se il centrosinistra non ha vinto questa volta non so quando potrà farlo».

Giordano (M5s): “Il no a Renzi? Coerenza: contano i contenuti, non il numero di squadre”

Tuttavia, per il centrosinistra il problema rimane l’astensionismo: «Se le elezioni si basano su oltre il 50% di astensionismo vuol dire che qualcosa non funziona», ha commentato a True News il coordinatore provinciale del M5s di Genova, Stefano Giordano, neoeletto consigliere regionale. «Come Movimento 5 Stelle, nati sulla partecipazione attiva dei cittadini e sulla condivisione del confronto, dobbiamo ripartire da quei principi che ci hanno sempre contraddistinto».

Per Giordano, si tratta di un momento delicato per il partito: «La sfida è importante perché vede il Movimento in un momento molto delicato con la costituente, che forse è l’atto più importante di democrazia che il movimento ha messo in atto da quando è nato. Questo darà l’opportunità di costruire un movimento più forte, un movimento più chiaro e più delineato nel percorso politico che hai chiamato a fare tutti i giorni».

«Sicuramente il primo obiettivo che ho all’interno del Consiglio regionale è quello di fare ritornare la casa del popolo al popolo, perché ritengo che ci siano troppe distanze tra chi fa politica, chi decide e chi la subisce – continua il coordinatore provinciale –. In questi anni hanno subito troppo la politica e hanno anche allontanato al voto i cittadini. Le porte devono essere aperte e non sigillate».

Alla domanda sul veto imposto dal Movimento su Italia Viva, Giordano risponde con la coerenza: «La coerenza vuol dire condividere dei progetti politici. Io non posso condividere un progetto politico con chi fino all’altro ieri era dall’altra parte della barricata. Sediamoci intorno a un tavolo e costruiamo un progetto politico, ma è come dire ad un partigiano di allearsi con un nazista perché alleandosi può creare le condizioni per gestire un Paese. Questo non è possibile. Non è il numero di squadre che compongono la vittoria, ma i contenuti di chi gioca all’interno e che cosa comunicano».

Paita (Italia Viva): “Senza il centro non si vince, Conte non è arrivato nemmeno al 5%”

La senatrice spezzina di Italia Viva, Raffella Paita, commenta la strategia adottata dai pentastellati: «Senza i riformisti e il centro non si vince, né in Liguria, né nel paese. Il centrosinistra non va lontano se non costruisce una coalizione autorevole, in cui la parte riformista ha un suo ruolo importante. Ci sono temi cruciali per la crescita, come le infrastrutture e lo sviluppo, che non possono essere lasciati da parte». Secondo Paita, lasciare in panchina il partito guidato da Matteo Renzi non è più un’opzione: «Non si può escludere Italia Viva se si vuole essere competitivi. I veti non hanno pagato, il Movimento 5 stelle in Liguria non è arrivato nemmeno al 5%».