Otto anni fa il terremoto che devastò il centro Italia. A che punto è la ricostruzione e come sono stati utilizzati sino ad ora i fondi a disposizione? Ne ha parlato, intervento alla 24esima edizione di Italia Direzione Nord il 25 novembre alla Triennale di Milano, il senatore Guido Castelli, Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016. Con una superficie interessata di 8mila km², 320mila edifici danneggiati e 600.000 residenti, il cratere supera le dimensioni dell’Olanda. “Negli ultimi due anni abbiamo registrato un cambio di passo significativo: il 58% dei 5,4 miliardi di euro spesi per la ricostruzione privata sono stati liquidati in questo periodo.” L’obiettivo ambizioso è eguagliare il record del Friuli, che completò la ricostruzione in 19 anni. “Abbiamo ancora 11 anni per riuscirci.”
Accanto alla ricostruzione fisica, il governo ha affidato a Castelli il compito di rivitalizzare il tessuto sociale ed economico. “Senza energia vitale nei territori, la ricostruzione edilizia non avrebbe senso,” ha spiegato. Tra le iniziative, il progetto Next Appennino punta a rendere il territorio più connesso, sicuro e competitivo. Un esempio è l’accordo con il Ministero dell’Agricoltura per promuovere l’agricoltura di precisione e la valorizzazione del legno, con l’obiettivo di sviluppare filiere locali per bioedilizia e pellet.
La modernizzazione del settore edilizio e lo spopolamento dei piccoli centri
“Con 28 miliardi di euro stanziati, dobbiamo modernizzare il settore edilizio,” ha sottolineato Castelli. Progetti come la digitalizzazione dei processi costruttivi e l’introduzione di esoscheletri per ridurre lo stress fisico nei lavoratori segnano un cambio di paradigma. “In collaborazione con INAIL, stiamo incentivando tecnologie innovative per migliorare sicurezza e produttività nei cantieri.”
Un altro tema cruciale è lo spopolamento dei piccoli centri. “La demografia è una questione nazionale,” osserva Castelli, che promuove la telemedicina, la connettività avanzata e servizi di trasporto flessibili per rendere i territori più attrattivi. “La ‘restanza’, come dice l’intellettuale Vito Teti, deve essere una scelta attiva e stimolante per chi decide di vivere in queste aree”. “L’obiettivo è creare le condizioni affinché chi verrà dopo di me possa proseguire nel miglior modo possibile,” conclude il senatore. La sfida è complessa, ma gli sforzi di oggi potrebbero garantire un futuro prospero e sostenibile ai territori colpiti.