Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Dopo l’arresto di Luigi Mangione per l’omicidio di Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare, il web è esploso. Il sospettato è stato acclamato a gran voce come vendicatore verso un sistema sanitario ingiusto e reso un vero e proprio sex symbol.
La vicenda
Il delitto è avvenuto mercoledì 4 dicembre a New York. Alle 6.45 Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare – una delle maggiori compagnie assicurative sanitarie statunitensi -, è stato ucciso di fronte all’ingresso dell’hotel Hilton Midtown. Le telecamere di sorveglianza posizionate nei pressi dell’albergo hanno catturato la scena: un uomo si avvicina a Thompson, estrae una pistola dotata di silenziatore e spara più colpi.
L’aggressore, che indossava una giacca scura con cappuccio e aveva parte del viso coperto, si è poi allontanato rapidamente in bicicletta in direzione di Central Park, riuscendo inizialmente a far perdere le proprie tracce, dopo quello che la polizia di New York ha definito “un attacco mirato” e pianificato nei dettagli. Le fotografie dell’uomo sono state diffuse in modo capillare per coinvolgere la cittadinanza nello svolgimento delle indagini. La ricompensa per chi avrebbe trovato il sospettato era di 60mila dollari. Lunedì 9 dicembre un dipendente di un Mc Donald’s di Altoona, Pennsylvania, ha segnalato un individuo che corrispondeva alla descrizione e Luigi Mangione è stato arrestato.
Chi è Luigi Mangione
I bossoli ritrovati avevano incisi i termini deny, defend e depose [negare, difendere e destituire], una citazione del volume del 2010, scritto dal giurista Jay Feinman, in cui vengono descritte le strategie delle compagnie assicurative per non rimborsare la clientela o respingere le loro richieste in sede giudiziaria. L’obiettivo polemico di questo delitto, infatti, sono proprio le compagnie assicurative, sulle quali si basa il sistema sanitario statunitense. Mangione, proveniente da una famiglia italo-americana di Baltimora impegnata nel settore immobiliare, laureato in informatica alla UPenn (un’università della Ivy League), soffre fin dall’infanzia di spondilolistesi, una patologia che provoca la degenerazione artrosica delle vertebre lombari. Il dolore cronico non è stato risolto dall’operazione chirurgica affrontata. L’ipotesi è che questo fatto abbia radicalizzato la sua posizione fortemente critica verso la sanità statunitense.
Mangione è stato definito – dopo un’analisi dei suoi profili social – un tech bro. La sua visione politica condivisa online “è un miscuglio dichiaratamente apartitico e volutamente ‘razionale’ di conservatorismo declinista, pseudo-scienza maschilista, una visione storica orientata alla ‘bro-culture’, un simultaneo ottimismo e pessimismo tecnologico, e stoicismo legato all’auto-miglioramento – non di sinistra, ma nemmeno (ancora) reazionario”. Il documento di tre pagine scritto a mano che aveva con se durante l’arresto – rinominato Luigi Mangione’s Manifesto – ha invece dei toni ben più radicali. Online circola una versione ripresa dalle principali testate internazionali in cui si legge: “Questi parassiti se la sono cercata“.
Acclamato sui social
La reazione immediata all’arresto di Mangione è stata, per la maggior parte dell’utenza dei social, di solidarietà e sostegno all’accusato. Innanzitutto da un punto di vista di ideali, denunciando l’inefficienza della sanità statunitense e gli ingenti costi che la popolazione deve affrontare per ricevere le cure mediche. Come? Pubblicando le proprie fatture mediche.
Scattano poi le ricostruzioni dell’omicidio, tramite GTA, pubblicando le clip sia dal punto di vista dell’assassino che della vittima, quest’ultimo accompagnato dalla descrizione “POV: sei il CEO di una compagnia assicurativa e stai pensando come fregare migliaia di persone quando all’improvviso senti un rumore dietro di te”.
Sono stati prodotti gadget celebrativi di ogni tipo, di cui Amazon ha bloccato la vendita. Un esempio sono le candele con l’immagine di Magione in tunica e aureola come “patrono dei non assicurati“.
Sono stati postati dei video girati durante alcune feste in cui si vede la folla entusiasta all’apparire delle foto di Mangione sulle note di He Could Be the One di Miley Cyrus. O ancora filmati di persone che si recano fuori dal carcere in cui è detenuto per ballare The Apple Dance di Charli xcx, celebrando il suo essere brat. Sono stati scritti dei brani musicali per raccontarlo come il vendicatore di una saga epica, tra il serio e il parodico. Tra i versi di Hey There Luigi si legge: “So che per quando arrivi in prigione hai qualcosa in mente per Diddy, sì, ce l’hai. Sei il mio piccolo giustiziere”.
Un altro brano – Luigi’s got an Alibi – è scritto sulla falsa riga dei post che numerose e numerosi utenti social hanno condiviso per esprimere il proprio sostegno a Mangione, fornendogli dei finti alibi: “Luigi era nel sud della Francia, mi ha comprato delle mutande di seta, abbiamo riso tutto il giorno, di notte abbiamo ballato. Bonjour, lui era con me”.
Visto come una sorta di Robin Hood della sanità, è stato paragonato a personaggi finzionali considerati dei giustiziere da chi subisce i soprusi ma incompresi da chi occupa posizioni apicali nella società, come Katniss Everdeen in Hunger Games o Elphaba in Wicked. Luigi Mangione non viene solo glorificato per le azioni che gli vengono imputate, ma anche per via del suo aspetto. Le foto a torso nudo, quelle di nudo integrale probabilmente generate con l’AI, bloccato dalla polizia durante l’arresto, in posa in giacca e cravatta. Ogni scatto diventa l’occasione per una forte sessualizzazione sia da parte degli uomini gay che delle donne etero, fenomeno alimentato anche dalle ipotesi sulla sua bisessualità.
Mangione è diventato quindi un sex symbol, idealizzato a tal punto da giustificare non solo il crimine per cui è indagato ma anche il suo posizionamento politico ambiguo, da un lato anticapitalista e radicale, dall’altro intriso di conservatorismo. La costruzione dell’eroe-Luigi è stata talmente immediata tanto che c’è chi si è tatuato addirittura il motto “Deny, defend, depose”.
Mentre l’hashtag #freeluigi continua a essere usato, a Washington è stato organizzato un United Healthcare CEO shooter lookalike contest, per il quale un gruppo di uomini incappucciati come l’uomo che ha ucciso Thompson ed è stato ripreso dalle telecamere in loco.
Tutte queste iniziative sono ben accolte dall’utenza social e le poche persone che si sentono dire di smettere di glorificare un criminale rispondono “Lo è anche il nostro Presidente e lo sarà anche il prossimo“.