Italiano, storia, geografia, diritto… per i nostri politici gli errori e le gaffes sono sempre in agguato. Non è una questione di destra, centro o sinistra, perché davvero pochi ne rimangono indenni. Con l’avvento dei social poi, le figuracce si collezionano e rimangono indelebili sul web.
Le traccIe di Valeria Fedeli
Clamorosa la gaffe del Ministero dell’Istruzione, diretto dal ministro Valeria Fedeli, che nel 2017 diffuse un comunicato – a poche ore dall’inizio degli esami di maturità – sulle “traccie” con una “i” di troppo nella pagina dedicata alla prima prova degli esami di Stato che il web non ha mai perdonato: immortalato con vari screenshot, ha fatto il giro della rete tra sfottò, sarcasmo e ironia.
La tavola degli elementi? Marco Bussetti e la “tavola di Mendel”
Sempre all’istruzione, è passato alla storia il comunicato del ministro leghista Marco Bussetti che in occasione della “Settimana della Cultura scientifica e tecnologica”, attribuiva la tavola degli elementi al genetista Mendel anziché al chimico russo Mendeleev.
Maria Stella Gelmini e il tunnel Svizzera-Abruzzo
I ministri all’Istruzione devono avere un dono particolare nel collezionare gaffes. Una, in particolare, è diventata un cult: è quella della forzista Maria Stella Gelmini, quando era ministro, sul “tunnel tra il CERN e il Gran Sasso”. Era il 24 settembre 2011. Nel comunicato diffuso dall’ufficio stampa c’era il riferimento – errato – alla costruzione di un ipotetico tunnel Svizzera-Abruzzo e all’investimento milionario del Miur, in realtà finalizzato agli esperimenti. Entusiasta la ministra dichiarava: “Alla costruzione del tunnel tra il CERN e i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”.
Tutte le gaffe di Luigi Di Maio: Pinochet in Venezuela e il triplo tweet (sbagliato) in italiano
Bocciato in italiano l’attuale ministro degli Esteri grillino Luigi Di Maio, che su twitter riuscì a sbagliare per tre volte di fila, finendo vittima dell’ironia del web. Il primo scivolone fantozziano è stato sul tema del cyberspionaggio. “Se c’è il rischio che i soggetti spiano massime istituzioni qual è il livello di sicurezza che si garantisce a imprese e cittadini?” twittò. Pochi minuti e il cinguettio finisce triturato dagli sfottò della rete. Di Maio ritentò, ma la pezza fu peggio del buco: “Se c’è rischio che massime istituzioni dello Stato venissero spiate qual è livello di sicurezza che si garantisce alle imprese e cittadini?” scrisse. E sfidando il detto “non c’è due senza tre” azzardò pure un post su Fb, sbagliando per la terza volta. “Se c’è il rischio che due soggetti spiassero le massime istituzioni dello Stato qual è il livello di sicurezza che si garantisce alle imprese italiane e ai singoli cittadini?”. Durante la campagna referendaria del 2016, Di Maio attaccò il premier Matteo Renzi e su Fb scrisse “Renzi ha occupato con arroganza la cosa pubblica, come ai tempi di Pinochet in Venezuela”. Peccato che Pinochet fosse in Cile.
Roberta Lombardi e l’età del Presidente della Repubblica
“Dove c’è scritto che il presidente della Repubblica deve avere una certa età?”. ”Una certa età anagrafica? Non mi pare che sia scritto in Costituzione…”. A non conoscere la Costituzione, all’articolo 84, che stabilisce che il presidente della Repubblica per essere eletto debba avere 50 anni di età è la deputata grillina Roberta Lombardi intervistata da Radio Radicale. La parlamentare, corretta dalla giornalista, provò a ridimensionare aggiungendo: ”Vabbè’, non è che c’è scritto dagli 80 anni o dai 70 anni in su che poi è l’età media dei candidati…”.
Il maestro Dibba: Ebola in Nigeria e Napoleone ad Auschwitz
L’ex grillino Alessandro Di Battista nel Luglio 2017, durante un’interrogazione al ministro degli Interni Minniti sull’emergenza migranti affermò “Macron piace a tutti quanti voi come se fosse Napoleone ma almeno quello combatteva sui campi ad Auschwitz e non nei cda delle banche d’affari”. Voleva dire Austerlitz, probabilmente… Nel giorno in cui la maggioranza chiede al governo di mettere la fiducia sul Rosatellum bis per blindarlo, Alessandro Di Battista arringa la piazza sbagliata “Grazie, grazie di essere qui, siete voi la nostra forza, noi siamo qui per voi….”e viene contestato dagli ex Forconi di Pappalardo che gli urlano: “abusivo, esci dal palazzo”.
Il New York Times nel 2015 ha inserito un’affermazione di Dibba dal palco del Circo Massimo per la festa M5s: “Nigeria, vai su Wikipedia: 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola“. Oppure famosa è quella sulla Grecia: “In Grecia cittadini disperati si iniettano il virus dell’Aids per prendere il sussidio”.
I numeri di Silvio Berlusconi: Obama “abbronzato”, Martin Schulz e gli incidenti diplomatici
Numerose e famose le gaffes rimediate dall’inossidabile presidentissimo Silvio Berlusconi. Nel settembre del 2009, durante un intervento alla Festa Nazionale della Libertà a Milano, raccontò del suo incontro con il presidente americano e la first lady: “Vi porto i saluti di uno che si chiama… uno abbronzato… Ah, Barack Obama”. “Voi non ci crederete, ma sono andati a prendere il sole in spiaggia in due, perché è abbronzata anche la moglie”.
Nel 2003, quando era presidente del Consiglio e inaugurava al Parlamento europeo la presidenza di turno italiana, l’allora capogruppo dei socialisti, il tedesco Martin Schulz, chiese se avesse intenzione di varare la procura europea. La sua secca risposta “in Italia stanno preparando un film sui campi di concentramento nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò” fece il giro del mondo e generò una crisi diplomatica tra Roma e Berlino. Undici anni dopo Berlusconi, in campagna elettorale contro un Martin Schulz diventato presidente del Parlamento europeo, candidato dei socialisti alla presidenza della Commissione, ripeté la scena, con un’aggiunta: “Non volevo offenderlo, ma apriti cielo perché per i tedeschi i campi di concentramento non sono mai esistiti“.
Problemi diplomatici anche con la Finlandia che convocò il nostro ambasciatore. A Parma per inaugurare l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, il Cavaliere spiegò come fosse riuscito, “esercitando le mie arti da playboy oramai lontane nel tempo”, a convincere la premier finlandese Tarja Halonen ad assegnare l’agenzia alla città di Parma anziché ad Helsinki. “Ebbi a fare anche la corte alla presidente della Finlandia, quando ci si impegna per raggiungere un obiettivo tutti i mezzi sono buoni e dunque rivolsi alla presidente finlandese le mie amorevoli cure”, dichiarò. Non soddisfatto finì con un’altra gaffe: ” Credo che Barroso gradirà molto di più il culatello della renna affumicata”. È rimasta negli annali degli strafalcioni politici anche al vertice di Pratica di Mare attribuì la fondazione di Roma a «Romolo e Remolo”.
Roberto Fico, un uomo sotto “l’egidia dell’Onu”
In fatto di errori, anche la terza carica dello Stato Roberto Fico, non sta indietro. Ospite alla trasmissione TV di Lucia Annunziata affermò: “La missione deve essere sotto l’egìdia dell’Onu”. Fico intendeva “ègida”, ma sbagliò l’accento aggiungendo una “i” in più. “Non voglio sottrarmi alla domanda – dichiarò nell’incontro con i giovani di Atreju – ma la mia risposta non ha tutti i dati di quello che può succedere se ci sarebbero due aliquote”. Anche con i cognomi non va meglio. Riuscì a sbagliare il nome della presidente del Senato, chiamandola Castellati e quello del deputato di Forza Italia, Giacomoni, che diventa Giacomini. Il deputato non la prese bene replicando sprezzante, “Grazie Fica”.
Le Salvinate (Treccani): “Il migrante è un gerundio”
Le Salvinate ovvero le gaffes del leader della Lega Matteo Salvini hanno meritato un posto tra i neologismi perfino nella Treccani che così recita “salvinata (Salvinata) s. f. (iron.) Trovata, uscita tipica del politico Matteo Salvini”. Come quando commentò: “Il migrante è un gerundio. Quando migri, c’è un migrante”. Peccato che si trattasse di un participio presente. Immediata la vendetta della rete, che lo sommerse di battute. Una per tutte “Migrante è gerundio, Salvini è imperfetto”.
«Una volta a Washington – disse Matteo Salvini all’ambasciatore italiano negli Stati Uniti – Armando Varricchio andammo alla scalinata di Rocky»,. Ma la scalinata è a Philadelphia, proprio di fronte al Museum of Art. Nell’Aprile del 2016 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene alla 50esima edizione del Vinitaly, a Verona. «Da prodotto antico a chiave di modernità – affermò il capo dello Stato – il vino italiano, col suo successo nell’export, conferma come il destino dell’Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino». Salvini interpreta a modo suo le parole del Presidente e in un tweet cinguetta: «Mattarella al Vinitaly: “Il destino dell’Italia è legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino”. “Come a dire avanti tutti, in Italia può entrare chiunque… Se lo ha detto da sobrio, un solo commento: complice e VENDUTO».
Giorgia Meloni, Dublino e l’Inghilterra
“Certo sono stata in Inghilterra, sono stata a Dublino…“. Questa la gaffe di Giorgia Meloni durante il suo intervento a Otto e mezzo su La7. La leader di Fratelli d’Italia rispondendo a una domanda di Beppe Severgnini va un attimo in confusione. Severgnini allora la punzecchia: “Quando è stata in Inghilterra ma non a Londra?“. “A Londra molto spesso“, risponde Meloni. Che poi aggiunge: “Ultimamente sono stata a Dublino e in Scozia“. Severgnini le fa quindi notare che Dublino e la Scozia non si trovano in Inghilterra ma nel Regno Unito. E lei con garbo si scusa.
“Ahi ahi ahi, mi è caduto sull’uccello”, fu una delle repliche più simpatiche dell’ex premier Matteo Renzi che durante gli Stati generali della lingua italiana a Firenze, volle citare Baudelaire ma scambiò l’albatros della celeberrima poesia con un airone.
Un vizio chiamato Antonio Razzi
L’ex senatore di Forza Italia Antonio Razzi ha una collezione di gaffes da fare invidia al grandissimo e indimenticato Mike Bongiorno. Tra le migliori, quando intervenne alla “La Zanzara” su Radio 24, sostenendo che i lager in Corea del Nord non esistono: “Ma mi faccia il piacere, mi faccia il piacere come dice Totò. Tutto inventato, sono sette anni che vado lì. I lager c’erano negli anni ’40. Dove sono oggi questi lager? Non ci sono. Questo vuole fare i soldi alle spalle della gente”. Il senatore ha poi affermato: “La gente abbocca e compra i libri, questo ha imparato la furbizia. Io il libro non lo compro”. Riferendosi a Shin Dong-hyuk, l’unica persona che è nata in un campo di internamento della Corea del Nord ed è riuscita a scappare.
Il leader del PD Enrico Letta, diede dei “Fascisti, fascisti!” ai grillini, gli stessi con i quali ora è alleato. Da milanista destò stupore la sua uscita contro il bomber Piatek, poco fortunato nella sua militanza rossonera, contro il quale – al termine di un partita – riservò una frase che lascio tutti senza parole: “Torni da dove è venuto“. Una gaffe sportiva. Indimenticabile poi lo scivolone linguistico quando twittò così: “Le frontiere non hanno bloccato il virus. Così come la polluzione e altri fenomeni che cambiano le nostre vite”. Anche in storia il Letta nazionale non va meglio: “Ho visitato e molto apprezzato all’Ara Pacis la mostra su Claudio primo Imperatore straniero a Roma, primo di una lunga serie. Quanto erano più lungimiranti di noi i romani, bravi a integrare e prosperare…”. Claudio in realtà nacque a Lione, ma da una famiglie nobile romana, appartenente alla dinastia giulio-claudia, una delle più antiche della storia romana.
“Sarò breve e circonciso, il cieco che non vuol vedere”
Meritano poi una menzione particolare: “Sarò breve e circonciso” del deputato grillino Davide Tripiedi. “Sarà un nuovo ponte fra l’Italia e l’Australia e quindi troveremo molti canadesi in giro per Varese” di Renzo Bossi, ex consigliere Lega Nord in Regione Lombardia. “Non c’è niente di peggio che il cieco che non vuole vedere” di Antonio Di Pietro. “Vadano avanti, lavorino, concorrino al clima di pacificazione” di Pierferdinando Casini, leader Udc. “Sono cose fatte in fretta velocissime sono cose un modo di comportarsi no, il Darfur non è…per il mangiare se non mi sbaglio” di Gianfranco Fini. “Non si tratta di fare guerre, con gli elicotteri (i caccia bombardieri F35) si spengono incendi, si trasportano malati, si salvano vite umane” di Francesco Boccia, deputato Pd.