L’estate pazza del Psg che ha fatto collezione di figurine ha certificato la morte del Fair Play finanziario dell’Uefa che già non godeva di ottima salute, essendo stato congelato temporaneamente causa pandemia. Se la mossa di sospendere il monitoraggio poteva avere un senso, visto il crollo di ricavi che ha colpito i club europei che sarebbero stati tutti a rischio sanzione, quanto accaduto negli ultimi mesi ha decretato l’impossibilità di mettere in pratica norme di contenimento condivise. Non che prima succedesse, come dimostra l’esplosione di costi e ricavi dello stesso Psg e del Manchester City, al centro di più di una polemica e accusati di aver aggirato le regole a proprio piacimento con la complicità della Uefa.
Fair Play finanziario, come saranno le nuove regole
Il Fair Play Finanziario così come lo abbiamo conosciuto dal 2011 non esisterà più. Al suo posto una serie di prescrizioni molto più flessibili per lasciare libertà di investimento, ma che dovrebbero inseguire un equilibrio competitivo che fin qui è mancato. La ricetta è quella del tetto salariale imposto (potrebbe essere calcolato sul 70% degli introiti di un singolo club) con libertà per i proprietari di mettere mano al portafoglio per coprire eventuali perdite di bilancio o sforare il salary cap. Qualora accadesse, le stesse società dovrebbero pagare una tassa ribattezzata luxury tax da redistribuire all’interno del sistema così da dare strumenti a tutti per cercare di ridurre il gap.
Nuovo Fair Play finanziario, benvenuti petrodollari
Il nuovo Fair Play Finanziario – o come verrà chiamato in autunno – risponderebbe così alla necessità di non chiudere la porta al denaro proveniente dal Medio Oriente. Fin qui i petrodollari erano visti come il diavolo, ora che la crisi morde si lascia spazio alle spese senza fondo di emiri e sceicchi obbligandoli a rispettare almeno alcuni parametri. Sarà possibile? Intanto bisogna superare le resistenze della Commissione Europea, tradizionalmente contraria ad importare in Europa il modello dello sport professionistico made in USA. E poi bisognerà misurare la capacità della Uefa di esercitare l’arte del controllo senza fare figli e figliastri.
Con il vecchio FFP, forte con i deboli e debole con i forti, l’obiettivo è stato raggiunto solo in parte anche se le misure hanno avuto l’indubbio merito di raffreddare la corsa all’indebitamento e al passivo di bilancio. Nyon si gioca tutto su questo secondo passaggio, anche perché il Psg collezionista di figurine rischia di diventare un benchmark insostenibile per tutti.