Si chiama “Désir d’enfant”, desiderio di un figlio, il salone che si tiene a Parigi sulla maternità surrogata. Nella capitale francese, è giunto alla sua seconda edizione, con tanto di conferenze e stand di cliniche private che offrono diversi trattamenti, a diversi prezzi, ai clienti. Dal catalogo dei donatori, attraverso cui si possono “comporre” le caratteristiche del futuro figlio dei genitori intenzionali, alle opzioni per risparmiare. La gestazione per altri, fenomeno anche noto come “utero in affitto”, è però vietata in Francia e in Italia. Nonostante tutto, sono già previste delle date per la fiera che si terrà sul suolo nostrano, per la prima volta, a Milano: “Un sogno chiamato bebè”.
L’utero in affitto è illegale, ma in Francia si fanno affari
A raccontare la seconda edizione parigina di “Désir d’enfant” è Avvenire, che, con un’inchiesta redatta da una corrispondente, svelta i dettagli della manifestazione. Si tratta di un salone organizzato in diverse città europee. Nelle giornate dedicate ai “genitori intenzionali” si organizzano conferenze e incontri, e si allestiscono numerosi stand di cliniche private, pronte a offrire i propri trattamenti ai clienti. Nello specifico al “Désir d’enfant”, accanto a pratiche ammesse come la fecondazione assistita, se ne propongono altre che in Francia, come in Italia, sono proibite. Si tratta dell’utero in affitto, fenomeno anche noto come gestazione per altri (Gpa).
In Italia, non solo è vietato portare avanti tali pratiche, ma anche “in qualsiasi forma, realizzare, organizzare o pubblicizzare la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità“. Cosa che viene fatta con totale disinvoltura durante la manifestazione. Il reato è punibile con multa e carcere, eppure nel calendario della nuova edizione del salone compare anche la prima data italiana. “Un sogno chiamato bebè, Milano, 14-15 maggio 2022 (lancio)“, si legge.
Com’è il “Désir d’enfant”, il salone pro-utero in affitto
Intanto, nelle edizioni già realizzate i futuri genitori possono passeggiare tra gli stand che esibiscono fotografie di famiglie felici, donne incinta, bebè sorridenti tra le braccia di coppie radiose. Per poi prendere parte alle conferenze in cui neo papà e mamme raccontano del loro percorso con l’utero in affitto.
“La procedura viene descritta dal giovane papà come un’idilliaca avventura, un percorso umanamente straordinario. I suoi occhi brillano, ci dice di essere il padre felice di due bambini, nati ovviamente grazie all’utero in affitto. Ci descrive questa avventura come magica, ci dice che lui e il suo compagno considerano la madre surrogata come «un membro della famiglia», e ovviamente a supporto delle sue considerazioni mostra su uno schermo foto con i figli, il compagno e lei. Sono tutti sorridenti e sembrano davvero una famiglia felice”. Prontamente, poi, si assiste agli interventi di avvocati che, pur ricordando che la Gpa è illegale in Francia, sono in grado di illustrare in quali altri Paesi non lo sia.
I cataloghi e il commercio dei gameti
Al salone pro-utero in affitto si possono chiedere informazioni alle cliniche specializzate in maternità surrogata. Ce ne sono molte americane, come testimonia Avvenire, alcune spagnole che offrono consulenze sulla fecondazione in vitro, e altre leader nel trasporto di materiale genetico.
Chi si occupa di utero di Gpa dà l’opportunità, ai neo genitori, di scegliere i donatori di gameti maschili e femminili su un catalogo. Altrettanto vale per la madre surrogata, le cui caratteristiche e inclinazioni sono schedate in un database a disposizione del cliente. Quest’ultimo, in tale modo, potrà “comporre” il proprio futuro figlio, scegliendo perfino il colore degli occhi, se sarà in grado di spendere di più.
Trattandosi di un’operazione costosa, non mancano le consulenze ad hoc per chi non ha grande disponibilità economica. “È così che mi viene detto dalla rappresentante di una clinica americana, senza ritegno alcuno, che se voglio spendere di meno posso chiedere una madre surrogata canadese, ‘perché in Canada’, prosegue, in teoria dovrebbero ricevere solo un ‘rimborso spese, ma in realtà è un pagamento’. Essendo però la legge nel Paese nordamericano più restrittiva, le madri sono pagate meno e quindi questo permetterebbe ai genitori intenzionali di ridurre un po’ i costi“.
Avere un bambino: questione di soldi e di avanguardia
È quello che si sono inventate alcune cliniche statunitensi durante la pandemia da Covid-19, per non fermare il commercio. Si tratta del congelamento dello sperma, che consentirebbe anche di risparmiare sul viaggio del donatore.
Ci sono poi numerose opzioni per portare avanti la pratica dell’utero in affitto. “Una donna single che non ha a disposizione un donatore di sperma può scegliere di utilizzare un embrione già preparato“, riporta Avvenire. Quest’ultimo costerebbe un terzo di un embrione non pronto, il cui costo si aggira intorno ai 50mila dollari. Ciò perché è presente anche una sorta di mercato di ‘seconda mano’ dell’utero in affitto. Infatti, gli embrioni in “eccesso”, utilizzati durante le fecondazioni in vitro, vengono congelati e messi a disposizione di chi non può permettersi l’embrione nuovo.
Il denaro impiegato per pagare l’operazione non si sa ancora come venga esattamente ripartito. “La madre surrogata si mette in tasca all’incirca 45mila dollari, e gli altri 105mila dollari a chi vanno? Qual è il reale profitto delle cliniche?“.
L’appuntamento italiano
Oltre a Berlino, Colonia, Parigi, Amsterdam, tra le tappe del salone spunta anche quella italiana. Si terrà a Milano il salone sulla maternità surrogata, nonostante vada contro la legge, nella versione “Un sogno chiamato bebè“. Come segnala Avvenire, esiste già un sito internet dell’evento, un modulo di iscrizione e una newsletter a cui è possibile abbonarsi. Si terrà il 15 e il 16 maggio 2022, per la prima volta alla luce del sole.