E se il modo più veloce di consegnare la merce fosse… farla prelevare dai propri acquirenti? È una delle strade che Amazon sta sperimentando in questo periodo: dopo la consegna via drone, di cui abbiamo già parlato, ecco che il gigante di Seattle scopre un’altra strada. Che passa per il mall, il grande magazzino all’americana.
Il modello Amazon, alla rovescia
Non è la prima volta che Amazon fa una svolta U a sorpresa. Pensate alle librerie fisiche che ha aperto pochi anni fa negli USA: proprio il sito che ha sconvolto il settore costringendo molte librerie a chiudere, dopo qualche anno, apre una libreria. Sembrerebbe un azzardo, quasi un atto umiliante per i competitor. E invece è il sunto della filosofia di Jeff Bezos: provare tutto, velocemente, e vedere cosa funziona.
E quello che l’azienda ha scoperto è che le librerie “fisiche” di Amazon funzionano, per alcuni utenti in alcune aree. Lo stesso potremmo dire dei negozi Amazon Go (quelli senza cassa all’uscita, pieni di telecamere e IA), per non parlare della recente acquisizione della catena di supermercati Whole Foods. Ecco, oggi potremmo essere davanti alla terza fase di questa inversione, il ritorno al grande magazzino.
Amazon grande magazzino?
Sono due i fattori che spingono l’azienda a provarci, almeno nel suo Paese natale, e sono di natura logistica. La prima è legata alla semplicità d’uso e alla convenienza, due dei principi fondativi di Amazon. Certo, con l’offerta Prime gli utenti possono avere praticamente tutto entro 24 ore, ma la consegna, specie per quanto riguarda l’ultimo miglio in città, rimane problematica. Ritardi, disagi, congestioni. Per questo l’azienda pensa di eliminare l’ultimo miglio creando grandi magazzini in cui gli utenti possono recarsi e ritirare i propri prodotti. Il tragitto della merce andrebbe quindi da un magazzino Amazon (quello dove i dipendenti prelevano la merce) all’altro (quello dove i clienti ricevono la merce).
In un colpo solo l’azienda risolverebbe due problemi: quello logistico appena spiegato e un altro, più legato alla user experience. Su Amazon, come sappiamo, c’è di tutto, ma non tutti i prodotti sono facilmente acquistibili online. Secondo quanto raccontato dall’Atlantic, è un problema che riguarda soprattutto i casalinghi, i vestiti e i prodotti elettrici. Insomma, proprio tutte quelle cose che, prima di Amazon, si compravano al centro commerciale.
Un tipo di esperienza, quello del super-centro commerciale, che sembra soddisfare i clienti di questi settori più dell’ordine online. Pensiamo ai vestiti, alla possibilità di vederli di persona e di provarli, per sicurezza.
I mall come le librerie: prima la crisi, poi l’arrivo di Amazon
In Italia e molti altri Paesi l’azienda utilizza da tempo i Locker, degli armadietti in cui i corrieri Amazon lasciano i prodotti acquistati dagli utenti. I quali, invece di farseli mandare a casa, li ritrovano comodamente all’entrata del loro centro commerciale di fiducia. Ecco, c’è da pensare che quei Locker siano stati solo un primo, timido passo di Amazon verso un sistema molto più grande e capillare.
Insomma, dopo aver mandato a gambe all’aria il business model di questi mall, ora Amazon se ne serve per amplificare il proprio giro d’affari. Proprio come con le librerie, insomma, Amazon sembra pronta a colonizzare il settore che ha contribuito a rovinare. Il tutto, ovviamente, nel nome dell’efficienza.