I ministri intervenuti all’evento “I discorsi del coraggio’, della rassegna Direzione Nord, giunta all’undicesima edizione, promossa da Centro Studi Grande Milano e dall’Associazione Amici delle Stelline e organizzata da Inrete Srl.
Milano sta ripartendo, c’è nuova energia, ma perché questa ripartenza sia duratura e stabile, per la città, come per tutto il paese, serve un cambio di passo e il coraggio di investire, di modificare il rapporto pubblico-privato e la didattica universitaria, di dare nuovo valore al lavoro delle donne e avere un modello di difesa. Questo il messaggio lanciato dai ministri presenti alla manifestazione.
La ministra dell’Università e Ricerca, Cristina Messa, è partita rilevando la necessità di “un cambio di passo. Abbiamo bisogno di riportare in Italia competenze, giovani e lavoro, di farci conoscere nel panorama internazionale. Milano in questo può essere un esempio, grazie anche alla sua rete di università, in cui gli atenei sono in una sana competizione tra di loro ma anche in collaborazione”. Ci sono margini di miglioramento, rileva Messa, in particolare sul rapporto pubblico-privato, dove auspica che Milano faccia da pilota. “Vinceremo la sfida fondi dei fondi del Recovery fund e del Pnrr se riusciremo a superare questa separazione, ancora troppo evidente, tra pubblico e privato. Entrambi devono crescere e dare stabilità al sistema”. Dal punto di vista della formazione, ha aggiunto Messa, oltre a mantenere l’internazionalità che contraddistingue Milano, “bisogna lavorare per i giovani, anche fragili, che si sono formati in questo periodo, aprire le università il più possibile, e ideare nuovi programmi formativi. Bisogna scardinare un sistema di formazione delineato con troppi paletti, e Milano con le sue università può dare un grande esempio per inventare una nuova didattica e nuovi corsi di laurea nuovi”.
La ministra per la Famiglia e Pari Opportunità, Elena Bonetti, ha puntato il suo intervento invece sul coraggio per cambiare “il paese e il suo modello, grazie anche agli oltre 200 miliardi che si stanno investendo, altrimenti ci rimarrà un paese vecchio”. Tra le sfide da affrontare c’è quella di una “riforma strutturale sociale, organizzativa e di promozione per una piena parità di genere. Bisogna spostare l’asse del dibattito in questo settore. Le donne finora sono state considerate una piccola minoranza del Paese, mentre ne sono una parte essenziale. Il valore del loro lavoro è una leva infinita, e il protagonismo donne richiede scelte e nuovi approcci formativi”.
Infine il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, prendendo spunto dal grande coraggio mostrato dai militari italiani nel ponte aereo condotto in Afghanistan in agosto, che ha permesso di dare “un futuro di speranza a oltre 5000 cittadini afghani”, ha sottolineato il dovere cogliere la grande opportunità offerta dal Pnrr. “Al di là delle conseguenze immediate – ha detto – l’Italia dovrà scegliere di superare i nodi strutturali che ne hanno limitato la crescita, e preservare il suo grande patrimonio umano e competenze tecniche”. Per Guerini bisognerà investire nell’ammodernamento delle capacità operative e dei sistemi in uso, anche per far fronte alle “minacce geopolitiche che saremo chiamati ad affrontare. Lo faremo – ha concluso – come esportatori di sicurezza globale. La Nato dovrà avere un processo di revisione, per mettere a sistema le criticità emerse in Afghanistan, che non può tornare a essere paradiso sicuro per terroristi. L’Afghanistan ci aiuterà a plasmare nuova architettura di sicurezza, con una Nato più moderna e un’Unione Europea più forte. L’Italia dovrà essere all’altezza di questa sfida con coraggio”.
Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, intervenuta oggi ha indicato Milano come apripista per la strada delle riforme necessarie “intraprendenza, generosità e voglia di non arrendersi l’abbiamo vista nel salone del mobile di Boeri, ma la pandemia ancora non è superata. Pandemia e ripresa economica sono temi collegati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, una straordinaria opportunità che l’Europa ha data all’Italia, Milano su questa partita può indicare la strada, che non è solo quella di spendere le risorse nei tempi indicati, ma quella del riformismo. È il momento di mettere a fuoco delle criticità e risolverle. Bisogna rivedere, ad esempio, l’abuso d’ufficio per i sindaci e restituire forza e strumenti a loro che hanno un ruolo straordinario. La riforma del titolo V non ha funzionato, avere soppresso le province non è stata una scelta felice perché ha svuotato una parte di congiunzione importante con un ruolo e un significato precisi. Certo non c’è il tempo per pensare ad una riforma costituzionale, ma una riforma del Testo Unico degli Enti Locali è doverosa. Il Pnrr deve essere un’occasione per costruire abiti su misura per i territori disagiati, per il colmare il divario nord- sud, per dare attenzione alle piccole isole. Abbiamo davvero la possibilità di colmare dei gap del nostro Paese e restituire ai giovani delle possibilità”.