Grande è la confusione che regna sopra all’aumento previsto delle bollette energetiche. Del resto, l’annuncio del Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani di un aumento del 40% dei costi per l’autunno non poteva che scatenare il panico tra i cittadini.
Aumento bollette luce e gas, è partita la ricerca di una causa (o di un colpevole)
Così, mentre il governo lavora per mitigare gli effetti di questi aumenti, molti ne hanno approfittato per additare il presunto colpevole di questa crisi: la transizione ecologica stessa. O, per dirla in parole più semplici, l’ambientalismo.
Al centro di questa tesi ci sono i crediti di carbonio, di cui ci siamo già occupati, con cui i governi cercano di spingere le energie rinnovabili, rendendo più esose quelle basate sui combustibili fossili. Ebbene, questi crediti hanno un’inevitabile peso anche nelle nostre bollette ma, secondo Selectra, servizio che studia e confronta le offerte di energia, gas e internet, “l’incremento è moderato”. Non solo: il suo impatto si registra sulla prima parte dell’anno, e quindi si è già fatto sentire nei trimestri precedenti, come spiega Adnkronos.
“La tempesta perfetta” del 2021 dopo l’annuncio dell’aumento delle bollette
La verità è ben più complessa e inquadra un’annata particolarmente sfortunata per il settore: tutto quello che poteva andare storto, più o meno, è andato storto. A trainare gli aumenti, com’è noto, è il costo del gas naturale, proveniente dalla Russia, il cui prezzo è raddoppiato da inizio giugno. Sempre secondo Selectra, gli aumenti di questi giorni sono dovuti a questo tipo di risorsa “al 97%”. I crediti, insomma, stanno a zero. O quasi.
C’è poi un fattore puramente logistico: in un periodo di crisi per le supply chain di mezzo mondo, anche l’energia ne risente. Secondo gli esperti, i consumi stanno tornando a una sorta di “normalità” pre-pandemica. La produzione e distribuzione, però, no.
Poco vento, poca energia eolica: ecco perchè i costi aumentano
C’è poi lo zampino del cambiamento climatico. E non per via dei crediti verdi, ma per le sue conseguenze reali ormai riscontrabili dappertutto. Il 2021, per esempio, è stato un anno poco ventoso: sembra un dettaglio ma circa il 18% del fabbisogno energetico europeo (PDF qui) viene proprio dall’eolico.
E le cose non vanno meglio al di fuori dall’Europa. Gazprom, gigante russo del gas naturale, ha registrato cifre record nell’esportazione di risorse verso la Cina. Da inizio anno l’azienda ha aumentato la produzione di gas del 17,9%, provocando la crisi dei prezzi.
Negli Stati Uniti, invece, fenomeni atmosferici sempre più estremi hanno indebolito di molto la produzione di gas e petrolio. Nel solo Golfo del Messico, area cruciale a livello energetico, il recente uragano Ida da costretto a interrompere prima e a limitare poi le estrazioni di gas, fino al 40%. Una bella botta, visto che circa la metà del consumo di gas naturale del paese viene proprio dal Golfo.
Aumento bollette luce e gas, rinnovabili alla prova del nove
Se questa vicenda ha insegnato qualcosa sulle rinnovabili, quindi, non è tanto che siano costose ma che devono essere il più possibile varie. Ammettiamo idealmente che una nazione, la Danimarca ad esempio, riesca ad alimentarsi quasi solo con l’eolico: che succede se il vento, semplicemente, non tira?
Il settore deve quindi imparare a diversificare, sperando che il progresso consenta la produzione di sempre più batterie, con cui immagazzinare l’energia per i momenti di crisi.