Ignazio La Russa lo ha detto a True-News nemmeno troppo di nascosto. A Napoli? “Avremmo preferito un altro candidato”. Ma una coalizione è una coalizione e a volte si fa un passo indietro. Ma mentre prendono forme i risultati definitivi della tornata di amministrative italiane del 3-4 ottobre (salvo ballottaggi) dentro il centrodestra è l’ora della resa dei conti. Che parte dai fatti. Luca Bernardo a Milano lo hanno voluto Matteo Salvini e la Lega e mai si era vista una debacle di queste dimensioni. Il magistrato Catello Maresca per il post De Magistris a Napoli, anche, e l’ex ministro Gaetano Manfredi con la larga coalizione giallo-rossa passeggia al 60% nonostante la concorrenza interna per esempio di Antonio Bassolino. A Bologna ancora una volta si perde male dopo i precedenti (anche alle Regionali), nonostante Pd e Italia Viva se le siano suonate di santa ragione durante le primarie, lasciando ferite forse non sanabili dalla sola vittoria per distacco di Matteo Lepore, ex delfino del sindaco Merola.
Tutt’altra storia dove l’ultima parola l’hanno avuta gli alleati, interni ed esterni, di Matteo Salvini. A Varese, con il nome di Matteo Bianchi in quota Giorgetti, Lega e centrodestra vanno al ballottaggio con ampie chances di riconquista di un feudo del Carroccio, dopo averlo perso 5 anni fa a favore. A Roma il semi sconosciuto Michetti se la gioca fra due settimane con l’ex Ministro Gualtieri al ballottaggio. Il tutto mentre Vittorio Sgarbi prova a ingraziarsi da subito Carlo Calenda e i suoi voti – che comunque ci sono anche nel quarto posto dell’ex ministro dello Sviluppo – per rendere meno impari la sfida. E potrebbe pure funzionare. Ma al di là delle bandierine sulle città rimane un fatto. Salvini non ha azzeccata una. Giorgetti e Meloni più di una. Con questa aritmetica, bisognerà farci i conti.