Per l’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, si tratta del “più grande investimento in edilizia sanitaria mai effettuato in regione”. Gli ospedali post covid? “Più spazi per ottenere flessibilità e modularità” è la formula che usa con True-News Alessandro Stecco, presidente della Commissione Sanità in Regione Piemonte, oltre che Responsabile della Struttura semplice di Neuroradiologia dell’Azienda ospedaliera universitaria “Maggiore della Carità” di Novara e professore associato all’Università del Piemonte Orientale. È il piano per l’edilizia sanitaria del Piemonte che verrà. E vale oltre due miliardi di euro. A cui andranno aggiunti – eventualmente – i fondi dedicati del Recovery Plan a cui la Regione potrebbe accedere attraverso i bandi ministeriali.
Un piano che conta due diverse “Città della Salute e della Scienza”. A Torino e a Novara, da realizzare in partnership pubblico-privato (PPP). L’Inail pronto a investire un miliardo e 642 milioni di euro su otto diverse strutture ospedaliere della Regione. “Mai così tanti cantieri per la Sanità piemontese” ha detto l’assessore Luigi Icardi parlando del piano che guarda al futuro post pandemia. Un futuro che però trae alcune delle sue lezioni dal presente e più ancora dal passato. “È indubbio – dice a True-News il professor Alessandro Stecco – che alcuni vecchi, anche vecchissimi, ospedali con spazi enormi hanno ottenuto una migliore gestione in pandemia, potendo sdoppiare funzioni, posti letto, piani e reparti”. Un esempio? “Vercelli – dice Stecco – ospedale anni Sessanta con delle cubature spropositate rispetto al proprio impegno”. La lezione da imparare? “Più spazi per avere flessibilità di utilizzo e modularità. La concezione di fondo dei prossimi ospedali deve partire da ciò che fino a due anni fa, con la razionalizzazione degli spazi e senza necessità di cubatura attorno al posto letto, non si faceva”. Certo, anche gli addetti ai lavori sanno che pur trovando le risorse per modificare e ampliare i progetti rimane aperto un nodo: quello del personale. Ma intanto è una linea guida da cui partire.
Città della Salute di Torino, al via il cantiere per la bonifica dell’area
Servirà per realizzare la nuova “Città della Salute e della Scienza” di Torino dove la settimana del 28 settembre è partito il cantiere per la bonifica della ex area industriale Fiat-Avio di via Nizza. È il più consistente cantiere di edilizia sanitaria in regione, con un investimento complessivo di oltre 450 milioni di euro, che comprenderà le nuove sedi ospedaliere delle Molinette, del Cto e dell’ospedale Sant’Anna.
Città della Salute a Novara: a che punto siamo?
Più travagliato, ma sembrerebbe in fase di risoluzione, l’iter per la “Città della Salute e della Scienza” di Novara: 220 milioni di euro, di cui 5 dalla Regione, 95 dai fondi del Ministero della Salute per l’edilizia sanitaria (ex art. 20) e 120 dai privati. Lo scoglio si è avuto quando nell’ultimissima fase di selezione del partner privato, i due finalisti si sono ritirati facendo andare deserta la gara. Il motivo? I costi lievitati, soprattutto rispetto all’approvvigionamento di materie prime, rispetto a quando il capitolato era stato realizzato. L’inflazione globale su energia e materie prime si abbatte anche su capitoli apparentemente lontani, come la realizzazione di un grande polo clinico, universitario e di ricerca.
Ora l’advisor esterno selezionato da Regione per la revisione del capitolato economico-finanziario ha 30 giorni di tempo per fare una stima di quanto siano effettivamente lievitati gli oneri. La stima passa poi al Comitato di valutazione del Ministero che “ha assicurato una risposta entro due o tre mesi” spiega il Presidente della Commissione Sanità. “Si sta lavorando per far sì che il ritardo creatosi non influisca sulla data di consegna” afferma Stecco sottolineando però come in questo, o altri casi anche extra regionali, non sia una perdita di tempo “valutare attentamente i prezzi al metro quadrato e a posto letto di ciò che andremo a costruire contestualmente alla situazione macro economica che si sta verificando nel post pandemia”.
Il maxi investimento dell’Inail per il Piemonte
Oltre a Torino e Novara, c’è il maxi investimento messo nero su bianco dall’Inail. L’Isituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro da tempo considera un ottimo investimento per le proprie risorse l’edilizia ospedaliera dalla quale poi deriva un flusso di cassa garantito dai canoni di locazione. Nel solo Piemonte ha messo sul piatto sei nuovi ospedali, più la conferma per due ospedali già in programma, con un investimento complessivo di 1 miliardo e 642 milioni di euro. In autunno saranno inseriti dalla giunta Cirio e dal consiglio regionale dei documenti di programmazione infrastrutturale, ma ci sono già le cifre. Nel dettaglio vengono confermati infatti i 202 milioni di euro per la costruzione in toto del nuovo ospedale dell’Asl Torino5 e i 155 milioni per quello dell’Asl Verbano Cusio Ossola.
Compaiono invece per la prima volta nei piani di investimento immobiliare dell’Inail i nuovi ospedali dell’Asl Città di Torino (185 milioni), dell’Asl TO4 (140 milioni), dell’Asl VC (Sant’Andrea di Vercelli, 155 milioni), dell’Asl CN1 (ambito saviglianese, 195 milioni), dell’Azienda Ospedaliera Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria (300 milioni) e dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo (310 milioni).
In tutti questi casi la realizzazione delle opere sarà a totale carico dell’Inail ma a questi progetti si aggiungeranno quelli finanziati dal Fondo sanitario nazionale, sui quali si sta contestualmente lavorando. “Abbiamo bisogno di strutture nuove, tecnologiche e con spazi adeguati, capaci di rispondere alle esigenze emergenti – ha commentato l’insieme di interventi l’assessore Icardi – Il patrimonio immobiliare della Sanità è tra i più vetusti d’Italia, c’è l’assoluta necessità di riportarlo al passo con i tempi. Questi nuovi cantieri, insieme a quelli del Parco della Salute di Torino e del Parco della Salute di Novara di imminente apertura, rappresentano il più consistente investimento di edilizia sanitaria mai effettuato in Piemonte”.