Sciopero a Trieste: la protesta prosegue: «Non ci arrendiamo, in sciopero fino al 21 ottobre». La decisione presa dopo l’annuncio della visita del ministro Patuanelli. Intanto arriva l’appello anche di monsignor Crepaldi.
Nella mattina di lunedì 18 ottobre ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia durante la protesta. La minaccia di uno sciopero ad oltranza dal 15 ottobre è diventata realtà. Continuano le proteste di migliaia di lavoratori contro l’obbligo del green pass. Disordini e feriti tra lavoratori e agenti.
Sciopero dei portuali a Trieste
Lo sciopero dei portuali iniziato venerdì 15 ottobre è continuato ad oltranza e il governo non si è tirato indietro. Lunedì 18 ottobre in tarda mattinata, la polizia ha iniziato lo sgombero dei manifestanti nel primo lunedì dopo l’introduzione del Green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro.
A Trieste, alcuni mezzi della polizia sono giunti al presidio davanti al Varco 4 dall’interno del Porto. I manifestanti li attendevano seduti dall’altro lato del Varco lungo la strada seduti a terra intonando “La gente come noi non molla mai” e “Libertà”. I poliziotti sono scesi dai mezzi in tenuta antisommossa.
Presente anche Stefano Puzzer, inginocchiato: “Sono in lacrime – ha detto il leader del coordinamento dei portuali, tenendo la mano di un manifestante che stringe un rosario -. Sono triste per queste persone. Stiamo pregando. Siamo tutti qui tranquilli“.
Sciopero Trieste: ferito un lavoratore dagli idranti della polizia.
Nel porto di Trieste è iniziato lo sciopero a oltranza. La Certificazione Verde Covid-19 è diventata obbligatoria per lavorare. I dipendenti portuali protestano contro il green pass e i tamponi gratis.
Un lavoratore durante le proteste della mattina del 18 ottobre è rimasto ferito. “Prima che arrivassero il varco era aperto perché c’erano dei camion che stavano entrando. Adesso sono arrivati loro e si è bloccato tutto”, ha raccontato al Primato un manifestante. “Stanno usando gli idranti anche contro donne e persone anziane”.
Nello spiazzo antistante al Varco c’erano alcune centinaia di persone che stazionavano. La polizia ha costituito una sorta di barriera tra uomini e mezzi e conta di avanzare lentamente spingendo lavoratori e No Green pass lontano dal Varco stesso. In tenuta antisommossa hanno azionato gli idranti per disperdere i manifestanti.
Poco prima di azionare nuovamente gli idranti, i poliziotti hanno tentato vanamente di alzare da terra i portuali che si tenevano per mano. Un secondo lavoratore ha accusato un lieve malore, la barriera di agenti allora si è aperta per farlo passare ed entrare nel porto per essere soccorso. Intanto, sono giunte altre persone nel piazzale – soprattutto a sostegno dei manifestanti – dovesi trovavano già un migliaio di persone.
Sciopero Trieste: feriti anche tre agenti di polizia
La tensione sembrava essersi placata, dopo che le forze di Polizia, nella mattinata del 18 ottobre, avevano utilizzato gli idranti per sgomberare il presidio. E invece nel pomeriggio e in serata sono proseguiti i disordini al porto di Trieste. Lacrimogeni, bottiglie, idranti, lancio di oggetti, cassonetti ribaltati: i tafferugli tra polizia e manifestanti sono continuati. Il sito locale TriestePrima parla anche di un arresto. Diversi camion intanto, in entrata al porto, sono rimasti bloccati. Tre feriti tra gli agenti di polizia.
No green pass: l’appello di monsignor Crepaldi ai lavoratori
A Trieste, dopo gli scontri e le proteste è arrivato l’appello anche di monsignor Giampaolo Crepaldi: “Seguo con crescente preoccupazione l’evolversi della situazione che da questa mattina si è venuta a creare, con lo sgombero attuato dalle Forze dell’Ordine del varco 4 del Punto Franco Nuovo di Trieste e che continua ora con partecipate manifestazioni nelle strade della città e in Piazza dell’Unità”.
Continua il messaggio: “Come Vescovo della Chiesa di Trieste sono a invitare tutti – in particolare le Istituzioni e i manifestanti – a ricercare soluzioni pacifiche alle questioni sul tappeto, liberando il campo da atti di forza che non portano a nulla se non a esacerbare gli animi, già molto provati, e a possibili strumentalizzazioni”.
Conclude l’arcivescovo Crepaldi: “La strada da percorrere non è quella della forza e della dura e irriducibile contrapposizione, ma quella del dialogo, del reciproco ascolto delle ragioni dell’altro nella ricerca di soluzioni veramente rispettose della persona umana, del bene comune e della democrazia. Nella preghiera incessante che in questi momenti rivolgo al Signore pongo tutti sotto la protezione di Sant’Andrea Apostolo, Patrono del Porto di Trieste, affinché questo periodo così complicato e doloroso serva, attraverso un nobile e disinteressato discernimento, a far maturare per la nostra amata città una stagione di rinnovata e operosa amicizia sociale e civile”.