Il blocco degli sfratti in pandemia è legittimo. Lo ha deciso la Corte costituzionale che ha esaminato il 20 ottobre le questioni di incostituzionalità sollevate dai Tribunali di Trieste e di Savona rispetto alla legittimità costituzionale delle norme (articolo 13, comma 13, del dl n. 183/2020 e articolo 40-quater del dl n. 41/2021, entrambi convertiti in legge) che hanno prorogato, per alcuni provvedimenti di rilascio di immobili, la sospensione disposta a causa dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Sfratti, blocco legittimo. La Corte Costituzionale: “Misure progressive da parte del legislatore”
Si attente il deposito delle motivazione da parte della Consulta per capire con quali motivazioni – sanitarie, economiche o altre – la Corte abbia ritenuto non fondate le censure rispetto alla misura presa sin dalle prime settimane della pandemia Covid dal governo Conte-bis e poi prorogato con modifiche dal governo Draghi.
Sfratti, attesa per le motivazioni della Consulta
In particolare i giudici costituzionali hanno ritenuto di segnalare come il legislatore abbia “progressivamente ridotto, con l’attenuarsi della pandemia” l’ambito di applicazione della sospensione degli sfratti. Cessione destinata comunque a cessare definitivamente il 31 dicembre 2021.
Sfratti, esulta l’Unione Inquilini
“La Corte Costituzionale ha dichiarato infondate le eccezioni di costituzionalità in merito alla sospensione delle esecuzioni degli sfratti durante la pandemia” esulta il sindacato Unione Inquilini in una nota inviata a pochi minuti dalla decisione dei giudici. “Attendiamo, naturalmente, di conoscere le motivazioni della pronuncia – fa sapere la sigla – ma non possiamo che esprimere una valutazione molto positiva della sentenza oggi intervenuta. Come Unione Inquilini avevamo presentato una memoria scritta a sostegno della tesi che riteneva gli interventi di sospensione delle esecuzioni durante la pandemia assolutamente giustificate dalla necessità primaria della tutela della salute pubblica”.
Unione Inquilini: “Ora piano di edilizia pubblica, in autunno decine di migliaia di sfratti”
Dal sindacato guidato da Walter De Cesaris ribadiscono come “la sentenza di oggi può fare finalmente chiarezza sulla legittimità di interventi di sospensione e/o graduazione delle esecuzioni degli sfratti in modo da tutelare la salute pubblica e di garantire il passaggio da casa” considerandola “una indicazione questa molto importante per Prefetture, Regioni e Comuni per una gestione sanitariamente e socialmente sostenibile nei territori, tenuto conto che la proroga delle esecuzioni è ormai definitivamente in scadenza e che già da questo autunno diverse decine di migliaia di sfratti sono già eseguibili: una vera bomba ad orologeria pronta ad esplodere dentro le viscere delle nostre città, mettendone ulteriormente a rischio la coesione sociale”.
Sfratti, 90% per morosità
“Ricordiamo infatti – prosegue il comunicato – che oltre al fondamentale tema della tutela sanitaria, la pandemia ha acuito una violentissima crisi economica e sociale, fotografata dall’aumento della povertà assoluta e dal conseguente fatto che ormai 9 sfratti su 10 hanno come causa la morosità, segnale evidente dell’incompatibilità del mercato privato degli affitti con i redditi reali delle famiglie. Al di là e oltre gli interventi di sospensione e/o graduazione delle esecuzioni, serve una risposta strutturale: un vero piano casa di incremento dell’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, senza consumo di suolo e con il recupero e il riuso ai fini abitativi dell’enorme mole di patrimonio immobiliare in disuso, vuoto e in degrado. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ne può e deve essere il volano”.