“Sfide” e “opportunità”: venti miliardi di buoni motivi per parlarne. È la “Missione Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza l’argomento al centro “#NextGen Healthcare”, evento organizzato il 28 ottobre 2021 da Inrete con il contributo non condizionante di General Electric Healthcare e Daiichi-Sankyo. I.A., digitalizzazione e sinergie pubblico-privato come opportunità per il rilancio del sistema salute; il Pnrr come “grande occasione per ‘dimenticare’ la pandemia, affrontare nuove sfide e continuare a garantire la sostenibilità economica del sistema sanitario”. Ecco alcuni dei temi che trovano spazio all’iniziativa organizzata a Roma, a partire della ore 18, nella cornice di Palazzo Colonna (Piazza SS. Apostoli 67). A confronto alcuni dei nomi di maggior rilievo per il settore a livello nazionale e regionale. Tra i nomi coinvolti, moderati dal giornalista di Rainews24 Gianluca Semprini, spiccano quelli del Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, Andrea Costa e dell’Assessore alla Sanità e all’Integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato, per discutere delle sfide future e della partecipazione delle Regioni al Pnrr .
Protagonisti invece dell’Open Talk “Cosa fare? Tra I.A e digitalizzazione, le opportunità per il rilancio del sistema salute” sono il Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, Andrea Laghi, membro del Consiglio Superiore di Sanità, Maurizio Stumbo, Direttore Sistemi Informativi di LazioCrea, Francesco Enrichens, Project Manager PonGov Ict di Agenas e il Direttore Generale dell’Asst Settelaghi e Varese Gianni Bonelli.
In chiusura, il secondo Open Talk “Come farlo: sinergie pubblico-privato per ottimizzare le risorse del Pnrr”, animato dal Responsabile del Recovery Plan e Progetti per la Pa di Consip, Luca Mastrogregori, in dialogo con Massimo Annicchiarico, Direttore Generale Sanità e Integrazione socio-sanitaria di Regione Lazio, Carlo Picco, il Direttore Generale della Asl Città di Torino, l’amministratore delegato di GE Healthcare, Antonio Spera e Massimo Grandi, ad di Daiichi-Sankyo.
Pesi massimi del settore sanitario pubblico, dell’industria e delle istituzioni per un confronto sul Pnrr ma anche sulle “lacune” emerse con la pandemia Covid-19, al fine di spendere meglio le risorse. Un confronto che deve insistere e approfondire proprio il perché il Covid-19 abbia avuto un impatto così devastante in un sistema che, malgrado sia sempre stato tra i migliori al mondo e contornato da professionisti di eccellenza, ha dimostrato di avere criticità che adesso più che mai vanno corrette in prospettiva futura.
Come usare allora i circa 20 miliardi di euro destinati alla salute? Due i grandi obiettivi che ha messo in luce Mario Draghi durante il suo discorso alla Camera: il rafforzamento della prevenzione e dei servizi sanitari sul territorio e la modernizzazione e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale, per garantire a tutti un accesso equo alle cure.
Proprio la tecnologia nell’accezione più ampia del termine ha raggiunto oggi livelli altissimi e può essere il motore trainante in diversi ambiti, inclusa la prevenzione. Ma per far sì che l’evoluzione digitale (e sanitaria) prenda piede è necessario che tutti gli attori all’interno dell’ecosistema della salute collaborino: dai clinici alle strutture amministrative, tenendo in considerazione come prerequisito fondamentale che siano adeguatamente formati alla digitalizzazione, gestione e trattamento dei dati.
Come cruciale diventa il tema dell’interoperabilità tra le Regioni e le diverse banche dati, che devono avere a disposizione ogni mezzo per comunicare fra loro senza differenze e annullando le distanze, fisiche e logistiche che oggi impediscono sinergie virtuose. Il tutto per fare vita a un nuovo paradigma culturale che si basa sull’approccio olistico e di cooperazione, allargandosi sempre più a tutti gli stakeholders della sanità: della Ricerca e dell’industria tecnologica. Non solo dal punto di vista dei dati, ma anche da quello dei macchinari più avanzati e delle infrastrutture.
È il tassello fondamentale per sviluppare le nuove competenze che la transizione tecnologica richiede, ammodernando le strutture in modo che anch’esse possano essere adeguate. Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale, telemonitoraggio, strutture all’avanguardia e macchinari altamente tecnologici necessitano di interventi infrastrutturali, ed è noto quanto l’Italia da questo punto di vista sia indietro soprattutto nelle aree rurali e nel Sud del Paese.
La deduzione è che l’ecosistema salute, come si propone di realizzare il Pnrr grazie agli ingenti fondi stanziati, necessita di un grande lavoro di squadra, interoperabilità tra settori anche diversi, per lungo tempo distanti. Devono essere integrate culture e discipline per analizzare i vari aspetti che compongono la salute: clinici, sociali, economici, giuridici, tecnologici, informatici e telecomunicativi. Solo in questo modo si può parlare di ecosistema sanitario e non semplicemente di sistema, come siamo stati abituati finora e che la pandemia ha evidenziato in tutte le sue criticità.