Anche il Governo, col premier Giuseppe Conte e col ministro Nunzia Catalfo, sembra guardare al lavoro delle donne con un’attenzione diversa. L’idea del premier (per nulla nuova a dire il vero) sarebbe quella di “promuovere l’occupazione femminile anche tramite agevolazioni per le donne e madri lavoratrici, definire un assegno unico universale per ogni figlio a carico, in accordo con una più organica riforma fiscale, potenziare l’accesso ai servizi per la prima infanzia favorendone in particolare il riequilibrio territoriale”. Bene, vedremo i fatti. Il Ministro del Lavoro, nella giornata contro la violenza sulle donne, ha sollevato un tema importante: “In Italia c’è una forma di violenza che, nonostante la sua gravità e diffusione, continua a far poco notizia: quella dei ricatti sessuali che le donne subiscono sul posto di lavoro”.
Con la legge di Bilancio poi l’esecutivo mette in campo una serie di misure per aiutare le donne ad entrare nel mondo del lavoro e per realizzarsi professionalmente, come lo sgravio contributivo del 100% per le aziende che assumono donne disoccupate al Sud e per quelle del resto d’Italia che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi. Ci sono poi 20 milioni del MISE a sostegno dell’impresa femminile che prevede contributi a fondo perduto. Poi si aggiungono i provvedimenti a favore della genitorialità, come l’assegno unico universale per le famiglie, l’aumento dei fondi per gli asili nido e la proroga dell’assegno di natalità e dei 7 giorni di congedo di paternità. Un primo passo in vista del piano di investimenti per 2,4 miliardi da realizzare col Recovery Fund.