Quartiere “green”, bilanci in rosso. A Euromilano le cose vanno male e bene allo stesso tempo, a seconda del punto di vista da cui guardare. La società immobiliare guidata da Attilio Di Cunto e Luigi Borrè che sta sviluppando a Cascina Merlata la futura “UpTown” di Milano, eredità di Expo 2015, ha dovuto fare i conti con un’altra annata da dimenticare nei bilanci: il 2020 si è chiuso con 16,7 milioni di perdite contro i 6,4 milioni dell’anno precedente. E questo nonostante le vendite degli appartamenti siano andate anche bene: stipulati i rogiti nel corso dell’anno e perfezionato il 98% delle vendite sul lotto “R3” del futuro district “smart&green” di Milano, che si trova a “15 minuti dal Duomo e a 15 minuti da Malpensa” come recitano da anni i claim pubblicitari dell’operazione. Sold out anche per altri due lotti lanciati nel 2018 e 2019. A metà anno è iniziata la commercializzazione di un altro tassello ancora del quartiere dove si parla di “promesse d’acquisto” per un valore pari già al 38% del listino previsto dal piano industriale della società. Tutti segnali positivi? Può darsi. Ma per ora non bastano: i ricavi non coprono i costi, lievitati in un anno da 43 a 54 milioni di euro.
Euromilano, le banche ci credono: pronto un “bazooka” da 221 milioni
La soluzione? Soldi. E ancora soldi per investire. Le banche sono piuttosto generose verso la società che nella sua lunga storia milanese di mareggiate ne ha affrontate diverse, uscendone sempre indenne. Intesa Sanpaolo non è soltanto l’azionista di maggioranza con il 43% del capitale, seguita dalla cooperativa Delta Ecopolis di Vincenzo Barbieri, da Unipolsai e da Brioschi Sviluppo Immobiliare della famiglia Cabassi. Intesa è la “garante” a tutti gli effetti della solidità finanziaria. Di fronte al profondo rosso del bilancio depositato non si è tirata indietro e ha sottoscritto nuovi strumenti finanziari partecipativi emessi da Euromilano per un valore di 45milioni di euro, già versati, con l’ultima tranche a gennaio 2021. Risorse che torneranno utili, dopo che a inizio novembre 2021 la società ha annunciato l’appalto da 55 milioni di euro con impresa Percassi come General Contractor per sviluppare ulteriormente il quartiere
Non solo. È pronto un vero e proprio bazooka bancario orchestrato ancora una volta dall’istituto di credito guidato da Carlo Messina: un contratto di finanziamento fino a 221,4 milioni di euro erogabili da BPM, BPER, Monte dei Paschi, Popolare di Sondrio e Ubi con Intesa nel ruolo invece di “banca agente”, si dice in gergo. È l’intermediario – di solito la banca leader rispetto alle altre consorziate – incaricato di amministrare il prestito con annessi e connessi: raccolta fondi, riparto pro quota fra banche, verifica delle condizioni contrattuali e fissazione periodica dei tassi, rapporti sull’andamento del cliente. Chi può conoscerlo meglio, del resto, dell’azionista di maggioranza dello stesso?
Il futuro di Cascina Merlata
Euromilano ha di fronte a sé sfide importanti: non c’è solo “UpTown” e il Cascina Merlata Social Village già completato, il quartiere in housing sociale realizzato sulle “ceneri” del Villaggio Expo con una convenzione stipulata con il Comune di Milano che lo terrà a prezzi bloccati fino al 2033. Quando l’area avrà cambiato per sempre faccia e sorgeranno l’Università degli Studi di Milano, l’Ospedale Galeazzi del Gruppo San Donato, lo Human Technopole di Fondazione Arexpo e il la “city” della ricerca farmaceutica sull’area Mind. È quello il vero orizzonte temporale degli investitori? Probabile e giustificherebbe anche le poche preoccupazioni che i numeri attuali invece fotografano. Ci sono altre partite in città che li coinvolgono: nel 2021 hanno provato lo scacco matto dentro Reinventing Cities sull’ex Macello, fallendo all’ultima curva quando si è ritirato l’investitore tedesco Patrizia AG prima di presentare le offerte economiche. Potrebbero riprovarci su una terza edizione del bando internazionale per la rigenerazione urbana delle aree dismesse. Hanno già in pancia invece opere e lavori su Certosa e a Bovisa sull’ex area Broggi per la Biblioteca del Politecnico. Mentre hanno effettuato svalutazioni in alcune imprese partecipate, fino ad azzerarle, a cominciare dalla startup tecnologica trentina Leonardo Technology srl.
Euromilano, bonus per gli amministratori
Chi sicuramente sorride all’andamento della società sono i manager. In cda oltre all’ad Di Cunto e al presidente Borrè ci sono altri tre membri in carica fino al 2023: Giovanni Ferrari, Mauro Rossi e Ivan Barbieri. La mareggiata che pare stia attraversando Euromilano non ha intaccato la fiducia nei e dei dirigenti. Nel 2020 hanno ricevuto emolumenti per 708mila euro conteggiati dentro ai 3,5 milioni di costi generali ed amministrativi. Ma c’è un altro capitolo a bilancio: la voce “Altri debiti”. Dentro i quali sono contabilizzati 905mila e 808 euro per “compensi e premi da erogare nei confronti degli amministratori”. L’azionista continua a crederci. Il management pure. Così nasce UpTown.