Ha aperto i battenti martedì 9 novembre a Fiera Milano a Rho la trentesima edizione di CPhI Worldwide, il più grande appuntamento mondiale dedicato all’industria farmaceutica e chimico farmaceutica. Fino all’11 novembre Milano sarà la capitale mondiale del comparto con il 20% di aziende italiane a rappresentarla. Un comparto che vale oltre 34 miliardi di euro per l’Italia con la Lombardia regione alla guida d’Europa con più di 100 aziende, 24 mila addetti diretti e 28 mila nell’indotto a cui si aggiunge il primato per investimenti in ricerca e sviluppo per un totale di oltre 400 milioni di euro.
Un settore che ha guadagnato ancora maggiore centralità a seguito della pandemia e che con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rivolti alla Missione Salute (un finanziamento complessivo di 15,63 miliardi di euro) risulterà ancora più strategico.
Fabrizio Grillo, Bracco: “Fiera a livelli pre-Covid. Il PNRR? Puntare su trasferimento tecnologico e rilocalizzazione”
“È un grande segnale che una fiera internazionale come questa ritorni in Italia e in questo momento storico particolare – dichiara Fabrizio Grillo, direttore affari generali & relazioni internazionali di Bracco, nonché membro di Consiglio Generale Fondazione Fiera Milano -. Vedere gli imprenditori affollare i padiglioni in una manifestazione b2b, è di grande auspicio. L’occupancy è molto vicina ai livelli pre-Covid ed è tornato forte il desiderio di stringere contatti diretti attraverso i bootcamp”.
Un evento espositivo globale, ma in cui il 20% degli espositori è rappresentato da imprese italiane. “Questo vuol dire avere un quarto dell’occupazione totale – ha proseguito Grillo – e il ritorno di player internazionali in presenza per un settore così centrale, è un elemento straordinario che ci rende orgogliosi”.
A proposito del PNRR e dell’ulteriore slancio che può conferire alla sanità italiana, il direttore affari generali di Bracco invita alla celerità nella pianificazione delle attività attraverso la definizione accurata degli obiettivi.
“Il PNRR è uno strumento straordinario – prosegue – e dobbiamo essere capaci, non solo di utilizzarlo perché ricco di fondi, ma di entrare nel modello di pianificazione che richiede molta velocità. Occorre un capo-progetto in grado di far funzionare la macchina e devono essere chiari gli obiettivi strategici. Come azienda all’interno del cluster nazionale di Scienze della Vita, siamo riusciti a far inserire nel PNRR il tema del technology transfer, importante per consolidare il rapporto tra centri di ricerca, università e imprese. Abbiamo inoltre lavorato molto in questi mesi con il governo, attraverso il cluster, sul progetto di reshoring, tema caro a questa esposizione, evidenziando come in questi due anni di pandemia la carenza di materie prime, anche nel settore farmaceutico, vada tenuta presente e vada ri-stimolata la produzione in Europa”.
Russolo, Aschimfarma: “Italia leader in Europa. Ora sempre più autonomia rispetto alla Cina”
Su questo aspetto ha posto l’accento anche Paolo Russolo, presidente di ASCHIMFARMA, associazione di settore di Federchimica. L’impatto di Covid-19 ha infatti spinto ulteriormente il comparto a puntare su qualità e continua ricerca, cercando di dipendere sempre meno dal mercato asiatico per l’approvvigionamento di materie prime.
“Come produttori di principi attivi – ha proseguito – in questi ultimi due anni abbiamo fornito alcuni componenti dei vaccini, ma abbiamo anche continuato a fare ricerche sui processi, soprattutto sui farmaci essenziali, per i quali dovremo cercare di ritrovare un po’ di autonomia rispetto al Far East. La Cina è infatti la maggior produttrice di principi attivi e di materie prime per ottenerli, ma sta avendo difficoltà. La produzione si è spostata in maniera significativa in Europa e in Italia, grazie anche alla qualità dei nostri prodotti e non solo per il Covid”.
Tra le eccellenze italiane della filiera chimica e chimico farmaceutica c’è proprio quella della produzione di principi attivi. “L’Italia è la maggior produttrice di principi attivi in Europa, seguita da Germania e Spagna e la Lombardia copre il 65% della produzione – continua Russolo -. Tra il 2018 e il 2020 il fatturato del comparto è cresciuto del 14% e le stime prevedono che anche il 2021 sarà in aumento. Con 109 siti produttivi, oltre 72 aziende e 12mila addetti, continuiamo ad assumere nuovo personale, anche da prima della pandemia”.
Racca, Federfarma: “Continuiamo a investire in innovazione. La riforma della sanità lombarda? Al centro medici e farmacie”
Da qui il carattere strategico e di vetrina che il CPhI Worldwide può rappresentare per l’industria in ottica globale. “È un appuntamento importantissimo in cui Milano, la Fiera e la Lombardia sono protagoniste a livello mondiale – rimarca Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia -. È un onore e un piacere girare tra gli stand e trovare tanta innovazione. Il settore farmaceutico è in divenire: grazie al vaccino stiamo combattendo il Covid e possiamo essere qui. Ciò significa che le aziende devono continuare ad investire”.
Sguardo internazionale, ma senza dimenticare il territorio. E proprio grazie a quest’ultimo elemento secondo il numero uno della federazione nazionale dei titolari di farmacia, la riforma della sanità lombarda, unita ai fondi del PNRR, potrà fare la differenza. “La riforma di Regione Lombardia voluta dall’Assessore Moratti è fondamentale – aggiunge – perché conferisce grande attenzione al territorio e vede protagonista anche la farmacia dei servizi. Medici e farmacie avranno un ruolo sempre più centrale nel sistema sanitario regionale e il PNRR garantirà ulteriori risorse”.
Palermo, Fiera Milano: “CPhI è una vetrina sul mondo. La quarta ondata? Spaventa, ma l’Italia è sicura”
“Il fatto che una fiera di questa portata torni in Italia e vi rimanga per quattro giorni è un dato straordinario – commenta entusiasta l’ad di Fiera Milano, Luca Palermo -. I padiglioni si stanno riempiendo di visitatori e questo è un ottimo segnale che conferma la ripartenza del settore. Il mercato farmaceutico per la Lombardia rappresenta uno dei comparti trainanti con oltre il 24% dell’export italiano. La sfida è che questa fiera, che ha cadenza triennale, possa restare in Italia per le prossime tre edizioni e di creare una manifestazione ex novo sulle scienze della vita che abbia in Milano la sua sede naturale”. Palermo aveva infatti anticipato proprio a True-News (https://www.true-news.it/politics/fiera-milano-lad-luca-palermo-qualita-e-boom-di-visitatori-ora-nuovi-saloni-serve-il-credito-dimposta) la forte volontà di creare un evento espositivo made in Italy dedicato all’industria.
Sebbene il rischio della quarta ondata spaventi, l’Italia sembra più pronta del resto d’Europa a fronteggiarla e arginarla.
“Una quarta ondata preoccupa molto – prosegue il numero uno del polo fieristico meneghino –. Le scelte fatte dal governo italiano si stanno però dimostrando determinanti grazie a green pass e ricorso alla terza dose di vaccino. Lombardia e Piemonte sono tra i luoghi in Europa con minori contagi. Io sono stato in altre fiere internazionali e quelle a Milano sono le più partecipate, sia in termini di visitatori che di espositori, e questo perché vengono percepite come sicure. Bene fa il governo a mantenere questa linea perché non possiamo permetterci di rifermare la macchina”.