Il sindaco Tognoli rappresenta un po’ la sintesi di tanti punti di vista. Le esperienze politiche di questa grande città hanno radici lontane. E a me piace ricordare che un punto di sintesi è quella vocazione illuministica che ha sempre avuto la città e che la porta ad essere una capitale di fatto prima che ancora una capitale politico-formale. Penso che Milano, più di qualsiasi altra città, abbia la caratteristica per poter avere gli strumenti per uscire fuori dalle chiacchiere, della retorica, dal rumore di fondo che ormai tanto per essere chiaro, ci avvolge. E il tema della città metropolitana è importante. Uno studio ormai storico di qualche anno fa ha rimarcato che la città metropolitana di Milano abbraccia almeno sette settori economici competitivi tra i quali l’agricoltura, le TLC, la ricerca scientifica, la manifattura in un perimetro che ha quasi diecimila oltre dieci milioni di abitanti. Milano può diventare effettivamente una città sempre più protagonista. Noi abbiamo una finestra aperta a questo riguardo e cioè che le aziende, le imprese, il tessuto privato che innerva questa città sta andando molto avanti su questo tema.
“La cultura non è solo un patrimonio da conservare, ma un processo di innovazione sociale”
Il tema del rapporto fra cultura e impresa è un tema costitutivo della stessa identità del territorio della città. Se è vero che il meccanismo della responsabilità sociale è il tema fondamentale dell’impresa e della sua relazione con il territorio, è evidente che questa è una grande opportunità per la città per intercettare le occasioni concrete per trasformare e dare valore al suo territorio. Cultura e impresa sono due grandi protagonisti di questa transizione e possono dare una grande spinta innovativa. La cultura non è solo un patrimonio come qualcuno da conservare, ma è un processo di innovazione costante e il dialogo che attua con scienza e tecnologia è fondamentale. Noi abbiamo fatto diverse ricerche come università IULM sul tema del rapporto tra cultura e area covid. Quello che forse ricorderete è un’iniziativa ripresa dal corriere della sera che per la prima volta tutta la comunità di questa città allargata parla di cultura come strumento per uscire dalla pandemia. E oltre 85% dei nostri concittadini della nostra comunità la pensa così. Qual è la novità di tutto questo? La novità è che, essendo le imprese perfettamente integrate, sono già avanti. Abbiamo l’occasione di sperimentare questo tipo di trasformazione e di innovazione come forse nessuna città europea.
“Il tema della sanità centrale nel prossimo decennio”
Io sono stato a lungo alla Triennale di Milano dove ho visto che il rapporto pubblico-privato, quando ha funzione di anche sociale, porta alla creazione di posti di lavoro, di opportunità e di innovazione a tutto campo sul piano delle tecnologie e delle operazioni di comunicazione sociale. Questa grande opportunità è assolutamente da cogliere. Si parlava del farmaceutico. Noi sappiamo che il tema della sanità e della salute sarà il tema centrale dei territori metropolitani in un sistema planetario che va verso gli undici miliardi di persone. Non fra un secolo ma a distanza di pochi decenni la densificazione anche della nostra area metropolitana diventa fondamentale per contrastare questo processo. La cultura è un pezzo del nuovo welfare, del nuovo benessere. Le aziende che operano sul piano della salute lo sanno. Aprirà a Milano, pochi lo sanno, un grandissimo nuovo museo etrusco in corso venezia finanziato totalmente dai privati. Da questo punto di vista, con queste ricchezze, con queste prospettive possiamo veramente diventare un nuovo tipo di capitale della cultura e dello sviluppo a livello europeo.