Non solo FBI. Il Comune di Torino ha subito un attacco hacker, che ha mandato in crisi i sistemi dell’anagrafe e delle bollature. La polizia postale sta indagando per trovare il responsabile. Il Comune rassicura: “Stiamo lavorando per ripristinare il sistema al più presto”.
Il Comune di Torino sotto attacco hacker: interi uffici in tilt
Non è solo l’FBI a doversi preoccupare dei pirati informatici. Tutto bloccato stamattina anche al Comune di Torino, per quello che si sospetta essere un attacco hacker. Rinviati a data da destinarsi tutti gli appuntamenti all’Ufficio Anagrafe. Fuori uso, inoltre, le bollature e diversi altri servizi civici. La polizia postale è già a caccia di possibili responsabili. Intanto l’amministrazione comunale ha assicurato che i tecnici del CSI, Consorzio per il Sistema Informativo, sono invece al lavoro per “ripristinare il funzionamento corretto del sistema e, al più presto consentire a uffici e sportelli di operare in sicurezza”. L’attacco hacker arriva con un pessimo tempismo, proprio nel giorno del debutto del portale dell’Anagrafe Digitale. Il Presidente Sergio Mattarella, nella giornata di ieri, aveva dato personalmente il via al nuovo sistema.
Il Comune di Torino: “Disagi agli sportelli, nessun dato compromesso”
Il Comune di Torino ha aggiornato i cittadini torinesi con una nota ufficiale: “Il Comune e il Csi Piemonte si sono subito attivati con azioni di contrasto mirate a circoscrivere il perimetro oggetto di attacco. In particolare sono stati staccati i domain controller per evitare accessi agli share di rete e sono state cambiate le utenze di admin. Inoltre, è stata chiusa la rete comunale e avviata comunicazione interna e ad altri clienti. I servizi del Comune non sono stati compromessi, ma possono verificarsi alcuni disservizi agli sportelli“. Secondo la nota, tali disagi derivano da “misure cautelative di contrasto alla diffusione del malware“.
Il Comune inoltre rassicura che l’attacco non ha compromesso dati personali. Secondo i tecnici, il virus ha altri scopi: “È programmato per bloccare il Pc su cui si installa e cifrarne il contenuto, chiedendo un riscatto per lo sblocco. Al momento il numero delle postazioni di lavoro colpite risulta essere contenuto”.