Pfizer lo ha annunciato martedì 16 novembre. In contemporanea con la presentazione alla Food and Drug Administration statunitense della domanda di autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) del farmaco Paxlovid – la promettente pillola antivirale contro il Covid-19 – la multinazionale farmaceutica ha dichiarato che consentirà ai produttori di farmaci generici di fornire la sua pillola a 95 paesi a basso e medio reddito nel mondo. Il farmaco in fase sperimentale ha ridotto il tasso di morte e di ospedalizzazione dell’89% se somministrato a persone ad alto rischio di malattia grave entro tre giorni dall’insorgenza dei sintomi e la società americana ha fatto sapere di essere pronta, in caso di autorizzazione, a produrre trattamenti sufficienti per coprire tra le 100mila e le 200mila persone soltanto entro la fine dell’anno 2021. Per arrivare a una capacità produttiva di 21 milioni nella prima metà del 2022 per chiudere l’anno con 50 milioni.
Pillola anti Covid: accordo con licenza “royalty-free”
L’accordo per i Paesi più poveri del mondo si concretizzerebbe attraverso una licenza “royalty-free” per la pillola concessa al Medicines Patent Pool, un’organizzazione no-profit sostenuta dalle Nazioni Unite per facilitare l’accesso globale ai farmaci salvavita. L’accordo consentirebbe ai produttori di ottenere una sublicenza e poter vendere il farmaco in 95 paesi in via di sviluppo, principalmente in Africa e in Asia, una volta autorizzato dai regolatori. Si tratta di un’intesa simile a quella raggiunta dall’organizzazione no profit con Merck per la sua pillola antivirale Covid, molnupiravir, da produrre e vendere a buon mercato in 105 paesi. Ha parlato di “importanza per i paesi a basso e medio reddito” Charles Gore, direttore esecutivo del Medicines Patent Pool, “perché si tratta di un farmaco facile da assumere, solo un breve ciclo di cinque giorni e potenzialmente economico da produrre” aggiungendo come più di 20 aziende abbiano già contattato il pool per esprimere interesse verso la licenza a produrre il farmaco di Pfizer, dando come timeline per l’inizio delle attività il primo trimestre 2022.
La parola adesso passa all’authority americana
Il tema ora riguarda l’authority americana. Non sono infatti chiari i tempi con cui regolatori statunitensi si pronunceranno sulla domanda di Pfizer, anche se un gruppo di gruppo di consulenti esterni alla FDA si riunirà per prendere in considerazione la richiesta il 30 novembre prossimo venturo. La domanda per il farmaco di Merck invece è stata depositata oltre un mese fa, il 10 ottobre.