Tensione su tensione. La trattativa per la cessione dell’Inter da Suning al fondo sovrano dell’Arabia Saudita Private Investment Fund (Pif) sta vivendo giornate diciamo di scarsa tranquillità.
Colpa, in questi ultimi giorni, delle uscite di Amanda Staveley, nome che agli italiani dirà poco o nulla ma che, in questa partita potrebbe avere un suo ruolo, anche se piccolo. La signora Staveley infatti è amministratore delegato di PCP Capital Partners la società che di fatto ha gestito ed è stata protagonista dell’acquisto da parte di Pif della squadra inglese del Newcastle; insomma è la co-proprietaria del club.
Trattativa Inter fondo Pif: la squadra milanese scartata per colpa della Serie A?
“Abbiamo parlato con Inter, Milan, ma il problema era che la struttura del campionato era un disastro. Abbiamo guardato brevemente anche al Bordeaux. Ma ora non guardiamo più all’Inter”. Queste le parole della signora che sono arrivate, ovviamente, alle orecchie degli arabi e a quelle di chi da mesi lavora alla trattativa.
Inutile dire che la reazione è stata rabbiosa, dicono negli uffici della finanza mondiale, e per due motivi, primo: non è vero – dicono – che gli Arabi hanno pensato al Milan (nelle solide mani del fondo Elliot cui Pfi per mille motivi, vorrebbe evitare sgarbi e tensioni). Dire poi che hanno guardato ad entrambe le squadre milanesi dà l’idea di una volontà di acquisto di una squadra italiana “a prescindere” Senza pensare a storia, piani di investimento o altro. E questo soprattutto non potrebbe far piacere ai tifosi nerazzurri.
Ma peggio ancora è pensare alla seconda frase, quel «non guardiamo più all’Inter» che ha molto irritato i cinesi di Suning. La partita infatti è tutt’altro che chiusa. Certo, sta vivendo una fase di stallo ma è ancora viva. Gli arabi infatti sperano sempre in una conclusione positiva della trattativa ma aspettano una riduzione della richiesta economia di Nanchino ferma ad oggi alla solita quota del miliardo di euro.
Tensione che ha investito anche la terza parte in causa, cioè il fondo canadese Oaktree che pochi mesi fa ha concesso un prestito da 275 milioni all’Inter avendo in pegno la maggioranza azionaria della squadra. Oaktree che era stata contattata da Pif per cercare di far abbassare le richieste economiche di Suning.
Il nuovo stadio potrebbe cambiare la carte in tavola
Trattative globali, che si svolgono in varie parti del mondo, di fatto senza dormire mai che però rischiano di diventare sempre più intricate anche per frasi dette nel modo e nel tempo sbagliato.
Una accelerata però potrebbe arrivare dallo scioglimento dell’altro nodo, complesso, legato a questa storia: il via libera o meno allo stadio nuovo di Milano. Una cosa che per Suning viene data già ora per certa e che giustifica la richiesta da un miliardo per l’acquisto della squadra, per loro, comprensiva del neo immobile. Immobile invece che secondo gli arabi non sarebbe per nulla certo e quindi va scorporato dalla richiesta.