Il paziente diabetico torna al centro del sistema di presa in carico e del dibattito nella sanità lombarda: l’incontro promosso dal Presidente della Commissione Salute Emanuele Monti
Da una parte le frontiere delle tecnologia sperimentate nel periodo pandemico. Dall’altra nuovi modelli di governance, organizzazione e rimborsabilità delle prestazioni. È il paziente diabetico che torna al centro del sistema di presa in carico e del dibattito nella sanità lombarda: circa 550mila residenti sul territorio affetti dalla patologia cronica, sui 3,5 milioni conteggiati complessivamente in Italia. Sono stati colpiti anche loro dal Covid. Sia direttamente per la correlazione del diabete con altre patologie o disturbi cardio-vascolari e respiratori, oltre che per l’incidenza crescente della patologia nella popolazione anziana più a rischio. Ma anche per via indiretta: nel 2020 a livello nazionale infatti si è registrato un numero di prescrizioni di farmaci antidiabetici che si è ridotto del 33% rispetto all’anno 2019, con un picco del 70% durante la fase più critica dell’emergenza sanitaria, tra marzo e giugno dello scorso anno. È successo in conseguenza delle minori visite e prescrizioni passate dalle 850mila del 2019 alle circa 570mila nel 2020.
Diabete e riforma sanitaria, l’incontro promosso da Monti in Regione
Nonostante questi numeri, esperienze preziose per il futuro ce ne sono state. Ecco il cuore di un incontro tenutosi il 19 novembre dal Presidente della Commissione Salute e Politiche sociali di Regione Lombardia, Emanuele Monti, alle prese in queste settimane con le battute finali della riforma della sanità lombarda e alcuni fra i massimi clinici in campo diabetologico sul territorio ed esponenti delle associazioni dei pazienti: dal dottor Stefano Genovese, responsabile dell’Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche presso il Centro Cardiologico “Monzino” IRCCS che ha preso in carico con il suo team oltre 2mila pazienti con diabete mellito a partire dal novembre 2017 al dottor Federico Bertuzzi, responsabile struttura semplice dipartimentale di diabetologia ospedale dell’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda e che cura vari progetti e pubblicazioni di monitoraggio della telemedicina applica al paziente diabetico. Presenti anche Ovidio Brignoli, vice presidente della Società Italiana di Medicina Generale, la dottoressa Angela Girelli, Direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Generale a indirizzo Metabolico e Diabetologico all’Asst Spedali Civili di Brescia e la Presidente dell’Associazione diabetici della provincia di Milano, Maria Luigia Mottes.
Il punto centrale? Implementare la capacità di fare rete
Insieme per discutere di come fare tesoro delle esperienze sperimentate, in alcuni casi per la prima volta, durante la pandemia: veri e propri percorsi di telemedicina, teleassistenza e teleconsulto fra specialisti grazie anche all’utilizzo di piattaforme dove monitorare abitualmente i dati del controllo glicemico e dell’infusione di insulina. Andranno valorizzare le applicazioni Digitali (mobile Health) messe in campo e le tecnologie oggi a disposizione. Il punto centrale sarà l’implementazione della capacità di fare rete, ovvero integrare nel sistema le nuove tecnologie informatiche e digitali, anche alla luce dello “spirito” che muove da una parte la riforma della sanità lombarda con il rafforzamento della medicina territoriale e dall’altra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha messo sul piatto un miliardo di euro sulla telemedicina ha un intero “capitolo” di spesa dedicato alla “casa come primo luogo di cura”.
Il digitale e i nuovi percorsi di presa in carico
Ma il digitale non è solo telemedicina e implica una serie di annessi e connessi: la dematerializzazione delle ricette, gli innovativi sistemi di automonitoraggio della glicemia tramite tecnologia a sensore, l’home delivery dei farmaci direttamente a domicilio del paziente o nella farmacia più vicina. All’interno della strutturazione di questi nuovi percorsi di presa in carico andranno tenute in considerazione aspetti di governance, di monitoraggio degli esiti e dei risultati, di organizzazione e di convenzionamento per le nuove prestazioni erogate. La riforma della sanità lombarda alle sue battute finali è per tutti – clinici e politici, pazienti e famiglie – l’opportunità di dare una direzione definita al processo, anche alla luce di evidenze recenti. Come per esempio il fatto che pur rimanendo il diabete una delle patologie croniche più diffuse (e onerose) della nostra epoca a livello internazionale a causa della sua tendenza a determinare complicanze nel lungo periodo, non è più da considerare solo una patologia delle terza età a causa del progressivo spostamento dell’insorgenza verso età giovanili.