Quella trascorsa è stata senza dubbio la settimana del binomio Donne&Calcio. Le polemiche scattate dopo la molestia subita da una inviata di un tv locale fuori dallo stadio di Firenze ha riacceso lo storico dibattito sulla «gnocca» sempre presente nei programmi tv. Una cosa vecchia come il mondo.
Alcune opinioniste hanno scritto e dichiarato che sarebbe ora di finirla di riempire i programmi sul pallone, soprattutto nelle tv locali, della solita «bella-ma-stupida» (o comunque poco competente.) Rigorosamente in tacchi e minigonna.
Non sta a noi dire se tutto ciò sia giusto o sbagliato; di sicuro sappiamo che è così, e da tempo. Una nota tv locale del nord ad esempio viveva il periodo più brillante dell’anno (detto da chi ci lavorava) tra la fine di luglio e l’inizio di agosto; settimane in cui si sceglieva la «valletta» del programma di calcio del fine settimana. Giorni in cui in regia e fuori dallo studio si annidavano non solo gli uomini della redazione ma tutti i tecnici e dipendenti amministrativi a guardare, commentare, giudicare, rifarsi gli occhi in un via vai di giovani dai grandi sogni e corti abiti. E poco importa la conoscenza del pallone. Anzi, non contava proprio. Il tutto, capitava, con la benedizione delle mamme che attendevano fuori dallo studio felici dei commenti da bar rivolti verso la loro ragazza.
Ma confinare questi gesti nelle tv locali sarebbe scorretto. Anche in quelle nazionali non è che le cose siano molto diverse.
Le redazioni sportive, basta guardare Sky, Mediaset, Dazn, sono un pullulare di bellezze incredibili ma dalle basi giornalistiche in questo caso superiori.
La cosa divertente è che qui la guerra è con le colleghe delle news dove i canoni estetici sono meno rigorosi, soprattutto per quelle che non conducono telegiornali e notiziari. Invidie, gelosie, piccoli scontri tra donne sono quasi all’ordine del giorno. Il concetto è: «Voi siete belle e basta. Noi siamo giornaliste vere…».
In tutto questo va aggiunto che anche ai dirigenti ed in complesso all’intero mondo del pallone (e dello sport in generale) una bellezza femminile nelle sale stampa, allo stadio, in pista aiuta. Addirittura in alcuni casi certi dirigenti, molto potenti, chiedevano al direttore di turno questa e non quella collega. E l’elenco di relazioni, nascoste come alla luce del sole, durature o solo passeggere sono innumerevoli.
Alcuni casi poi sono emblematici di questo percorso. Come quello della giovanissima arrivata in un tv locale, piena di speranze; dopo due anni di apprendistato ed un ritocco alla parte alta del corpo (stiamo parlando di una poco più che ventenne) ecco il salto alla tv nazionale, dove però i limiti di preparazione non le hanno permesso il grande salto. E a nulla è servita anche la conduzione di un talk serale molto conosciuto, interrotta alla fine della prima stagione visti gli scarsi risultati, prima del matrimonio con un calciatore e la vita da mamma.
Donne e calcio, un binomio storico, che sembra indissolubile (soprattutto per il mondo della tv). In tutto questo mentre le donne litigano gli uomini guardano prima la partita, poi la valletta. Felici e sereni.